Ho parlato una settimana con l’AI di Snapchat al posto vostro, toccando molti argomenti anche controversi e interpretando vari personaggi. I risultati sono a volte banali, a volte eccellenti, quasi sempre un pò inquietanti. Ho voluto testare l’AI integrata di Snapchat, che basandosi su ChatGPT, simula qualcuno con cui parlare sempre. Ho effettuato molti test, parlando di arte, diritti civili, luoghi, matematica, cucina, facendo il 14 enne con problemi, il 40 enne rampante, il 70 enne di una non meglio precisata periferia… Read more
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Dagli alti ideali ai bui sottoscala del Parlamento. Spaccato sulla sfera Politica di una Italia in declino
Vita tra le mura d’Ateneo: l’orizzonte universitario
Arte, Musica, Letteratura. Dalle Humanae Litterae, il pane dell’Anima
Dalla televisione alla carta stampata. Le mille sfumature del giornalismo.
In occasione della ventunesima edizione del Festival delle Colline Torinesi, alle Fonderie Teatrali Limone ha fatto il suo debutto 1983. Butterfly, la nuova produzione della Piccola Compagnia della Magnolia che aggiunge un secondo lavoro al progetto teatrale Bio_Grafie, iniziato l’anno passato con lo spettacolo Zelda – Vita e Morte di Zelda Fitzgerald. Una storia di amore, spionaggio e identità, quella raccontata in 1983. Butterfly, che ripercorre la vicenda realmente accaduta di Bernard Boursicot, diplomatico francese che si ritrovò coinvolto in un crimine internazionale dopo essersi perdutamente innamorato di Shi Pei Pu, un uomo nella vita reale, ma donna nei teatri di Pechino e, soprattutto, agli occhi di Boursicot.
Bernard Boursicot, presente tra il pubblico durante la rappresentazione dello spettacolo e collaboratore dell’opera stessa insieme alla Piccola Compagnia della Magnolia, si innamorò in giovane età di Shi Pei Pu, un cantante lirico di Pechino che interpretava ruoli femminili in scena e che, con l’inganno, convinse Boursicot di essere una donna, iniziando con lui una vera e propria relazione sentimentale. Shi Pei Pu convinse Bernard persino della nascita del loro figlio e, durante la Rivoluzione Cinese, i due amanti vennero separati. Temendo per l’incolumità di Shi Pei Pu, Boursicot accettò di passare documenti dei servizi segreti francesi in cambio di rivedere l’amata.
In questo modo, Bernard Boursicot si macchiò del crimine internazionale di spionaggio.
Nel 1983 Benrard e Shi Pei Pu vennero arrestati e, nel 1986, vennero entrambi condannati a sei anni di reclusione.
Da questo caso, nel 1988 David Herny Hwang mise in scena per la prima volta uno spettacolo dal titolo M.Butterfly e, nel 1993 uscì l’omonimo film diretto da David Cronenberg.
Dal palco alla realtà, il personaggio di Shi Pei Pu ci appare ambiguo, misterioso, mai sincero fino in fondo: un uomo che interpreta una donna nella finzione così come nella vita reale, che ama ma che inganna, che affascina per poi sparire nell’ombra. Dall’altra parte c’è Bernard, un ragazzo giovane all’epoca dei fatti, ancora più giovane di Shi Pei Pu, ingenuo e acerbo, ancora inesperto della vita come dell’amore e del piacere carnale, che si lascia trasportare dal susseguirsi confusionario degli eventi senza opporsi, accusando in silenzio ogni colpo, come una vittima sacrificale.
Una storia lunga vent’anni, che ha percorso il mondo, dalla Cina alla Francia, attraverso lettere d’amore, segreti, viaggi, scandali internazionali, per poi concludersi nel processo del 1983, che sconvolse il mondo rivelando la storia di un uomo che aveva amato per anni una “donna creata da un uomo”.
In scena, Giorgia Cerruti e Davide Giglio: lei è Bernard Boursicot, lui è Shi Pei Pu. Uno scambio di ruoli per un’opera in cui l’identità non è certa, in cui l’amore non è definito dal genere sessuale.
Attraverso un gioco di luci e di musiche, lo spettatore viene trascinato in un vortice enigmatico che gioca a nascondere la verità per poi rivelarla in modo crudele, senza alcuna delicatezza, così come si presenta all’uomo la vita, spietata e inclemente.
Perchè è proprio così che il pubblico vede questo spettacolo: come una scia di avvenimenti inarrestabili, davanti ai quali esso può solo assistere passivamente.
Giorgia Cerruti e Davide Giglio sono due grandi interpreti di un’opera dura e cupa, dove la linea tra sentimento e inganno è tanto sottile da essere oltrepassata con troppa semplicità, dove la cetità di un sentimento tanto puro com’è l’amore porta a conseguenze terribili, in grado di cambiare per sempre la vita di un uomo.
Uno spettacolo che merita di essere visto, vissuto e scoperto insieme agli stessi attori, che raccontano una storia complessa, per poi spogliarsi dei vestiti e delle maschere, e confrontarsi a vicenda.
Questo spettacolo apre una nuova importante fase nella vita artistica della Compagnia – dice la regista e interprete, Giorgia Cerruti – ora vogliamo raccontare il desiderio, così puro, perché è quello che ci rende vivi.
Con 1983.Butterfly, la Piccola Compagnia della Magnolia continua ad esplorare le storie vere di personaggi unici: questo percorso è iniziato l’anno scorso con l’opera Zelda. Vita e Morte di Zelda Fitzgerald, in cui Giorgia Cerruti mostrava al pubblico l’anima di una donna anticonformista, tanto eccentrica quanto fragile, sdraiata su quel letto di ospedale in cui morirà durante l’incendio divampato nella clinica dove era ricoverata, nel 1948. Un monologo intenso composto dalle parole scritte dalla stessa Zelda Fitzgerald nella sue numerosissime lettere. Uno spettacolo che lo spettatore vive insieme alla protagonista.
La nostra ricerca, lunga e difficile ma appassionante, cerca di negare al teatro certi approcci cinematografici che non gli appartengono, recuperando ciò che gli compete per convenzione: l’artificiosità di un momento rituale estraneo al quotidiano; un tempo “altro” in cui ci si riunisce – pubblico e attori – per cercare il vero nella finzione.
Giorgia Cerruti
(foto in alto di Stefano Roggero)
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