Il cuore e la mente in immagini: nel mondo di Daniel Askill
Nel 2003, un giovane filmmaker presenta un cortometraggio dal titolo We have decided not to die, opera accolta calorosamente in tutto il mondo, premiato al Clermont-Ferrand Festival in Francia, al Melbourne International, al Brooklyn International e al South by Southwest negli Stati Uniti. Un lavoro della durata di poco meno di 10 minuti suddiviso il tre capitoli: Birth, Between e Rebirth, e che percorre un viaggio visionario, osservando la vita attraverso l’emozione sensoriale del corpo e della mente.
Daniel Askill, con questo piccolo capolavoro, mostra a tutto il mondo il proprio talento artistico, dando prova di una particolare sensibilità nei confronti dell’immagine del corpo umano, che viene ritratto come una scultura errante, perfetto nelle proprie imperfezioni, e ritraendo le emozioni più nascoste della nostra mente attraverso il movimento fisico, a volte controllato, altre selvaggio e involontario.
Nato in Australia nel 1977, Askill studia comunicazione visiva all’University of Technology a Sydney, per poi diplomarsi a Londra al Saint Martins College of Arts and Design, e sin da subito mostra una grande passione per la fotografia, sviluppando presto il proprio stile surrealista e visionario. I soggetti favoriti da Askill sono i corpi e le loro espressioni: in ogni sua singola foto possiamo vedere ciò che solitamente siamo solo in grado di sentire dentro di noi. Attraverso il rifiuto dell’ordinario, Daniel Askill ci propone immagini piene di emozioni, come il senso di solitudine e della vita che resta sospesa, trasmesso attraverso il corpo della bellissima Charlize Theron coperto solo da una vestaglia di seta bianca che risalta su uno sfondo nero e cupo.
Molti personaggi famosi, oltre alla Theron, hanno posato per le foto di Daniel Askill proprio per via del suo notevole talento, tra questi, Michael Fassbender e Shia Labeouf, quest’ultimo protagonista del video musicale Elastic Heart per la canzone dell’australiana Sia.
Daniel Askill, infatti, ha ultimamente iniziato a lavorare come filmmaker per video musicali e ha già diretto diversi lavori per i gruppi Phoenix, These New Puritans, Placebo e, come già detto, per la cantante Sia.
Nei video musicali diretti da Askill il cuore e la mente sono i protagonisti: viene ritratta ogni emozione, il corpo diventa altro da se stesso e non nasconde più nulla, mostra tutto il flusso di coscienza al suo interno.
Negli ultimi anni, la cantante Sia lavora con Askill nella produzione dei videoclip delle proprie canzoni. Nel 2014 nasce la loro prima collaborazione: il video Chandelier è un piccolo capolavoro che vede la bravissima Maddie Ziegler, tredicenne ballerina, protagonista di una danza selvaggia e frenetica, sulla straordinaria coreografia di Ryan Heffington, all’interno di un appartamento disabitato e sporco. Il risultato è il ritratto della pazzia, dell‘impossibilità di distinguere la realtà dalla finzione: Maddie balla, finge di soffocare con una tenda, litiga con un muro, saluta il nulla, si succhia il pollice e si accarezza il ventre come una madre amorevole.
Un anno dopo, il “team” Sia-Askill-Ziegler-Heffington si ripropone con i video Big Girls Cry, un’altra opera dedicata all’instabilità emotiva, con Maddie Ziegler in primo piano davanti alla telecamera, che “racconta” il proprio mondo interiore semplicemente attraverso le espressioni degli occhi e del volto, e con Elastic Heart, dove Maddie Ziegler questa volta è insieme a Shia Labeouf all’interno di un’enorme gabbia in cui avvengono scontri, ravvicinamenti, fughe, carezze e sguardi: ritratto del misterioso rapporto tra il cuore e la mente.
Askill ha talento non solo nel raccontare emozioni invisibili attraverso le immagini, ma anche a ritrarre i protagonisti dei propri lavori con un‘ottica del tutto diversa e originale. Shia Labeouf appare come una scultura in ogni singolo fotogramma, Maddie Ziegler ha le sembianze di una creatura fantastica, lontana dagli uomini.
Il mondo di Daniel Askill, visionario e surreale, è capace di trasmettere molto più di ciò che si vede, in un continuo superamento delle barriere della razionalità.
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