La comunicazione politica all’epoca dei social, tra disintermediazione e orizzontalità
5 Ottobre 2023 – 17:07 | Nessun commento

E’ fenomeno orami consolidato, da almeno 10 anni a questa parte, il direttissmo comunicativo permesso ai soggetti politici dai social networks. Da questo punto di vista è possibile parlare di un fenomeno di mediatizzazione della politica o webpolitics, che garantisce una diffusione ad una platea straordinariamente più ampia del messaggio politico.La mobile revolution ha reso poi i social media straordinariamente piu’ diffusi e pervasivi, garantendo inoltre l’immediatezza del messaggio politico.In un metaverso che vede archiviata… Read more

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La Grande Favola del Bene e del Male

Scritto da – 20 Novembre 2015 – 18:14Nessun commento

isisViviamo tempi oscuri. Ovunque ci si volti, non vi è altro che distruzione e morte. Accendendo la televisione, su ogni canale troviamo servizi crudi, con immagini dolorose, e concitate voci fuori campo. Per strada, la gente si guarda intorno, scruta il vicino seduto di fianco a loro in metro. Tiene stretta la propria borsa, e tira un sospiro di sollievo arrivata a casa. Le camionette dell’esercito, con armi spianate, stazionano in ogni dove. I capi di Stato, invitano a muoversi per una nuova guerra su ampia scala. Proprio per questo, oggi più che mai, necessitiamo di una favola. Una bella favoletta, che ci allieti la giornata e ci faccia tornare il sorriso. Una favola, che ci riporti quella spensieratezza di un tempo, quando, come diceva Vasco “la vita era più facile”. Una favola. E’ questa la soluzione a tutto. Come tutte le più belle favole, inizieremo con una frase di rito: c’era una volta!C’era una volta il mondo. Esso non aveva confini. Non esistevano stati, né guerre, né mura. In una piccola parte di questo fantastico mondo, nacque la civiltà. Tra sabbia ed ampie distese di nulla, l’uomo iniziò il suo lento progresso. Ci troviamo esattamente in Mesopotamia! Questa era una terra magica, punto di ritrovo fra Occidente ed Oriente. Proprio qui inizieranno i grandi imperi del tempo passato: l’impero Persiano, in primis. Successivamente, la terra passò ai Greci, altra grande popolazione. Infine, fu terra di conquista per i romani, il cui impero durò molti anni. Questa terra magnifica e “lontana”, fu terra di conquista per tutti.

Non a caso, in questa bellissima regione, nasceranno le grandi religioni monoteiste: la religione ebraica, per prima; la religione cattolica, subito dopo; infine, la religione islamica, sunto delle due precedenti.

Quando l’impero romano cadde, iniziò l’era dei califfati. L’espansione islamica, iniziata nel 612 con Maometto, durò circa un secolo e mezzo, con il califfato Omayyade, creando un impero che andava dal Portogallo al Pakistan. Poi però, l’occidente decise che si stava esagerando con questa espansione, e che la terra santa non poteva restare nelle mani degli “infedeli”. Così iniziarono le Crociate: furono sette, ed andarono dal 1096 alla fine del 1200.

Gli ultimi ad arrivare, furono i Turchi Ottomani, dalla lontana Mongolia. Conquistarono tutti gli ex territori del califfato, e li tennero per moltissimo tempo, fino alla Prima Guerra Mondiale.

La Prima Guerra stravolse ulteriormente l’ordine precario delle cose. Questa volta da un lato i buoni, ovvero Francia ed Inghilterra, contro gli Ottomani. Il grande problema, era che non potevano farcela da soli. L’impero Ottomano era grande, e nonostante fosse in fase calante, vantava ancora un discreto potere militare. Così, i buoni, decisero di non affrontarli solo per via militare, ma di usare la diplomazia. L’accordo, nato dalla mente del francese Francois Georges-Picot e dell’inglese Mark Sykes, prevedeva la costruzione della “Grande Arabia”, ovvero un grande stato che racchiudesse tutti i popoli arabi del Medio Oriente. In cambio, chiedeva che gli arabi si ribellassero all’Impero Ottomano, fiaccandolo dall’interno.

Così, all’indomani della fine della Prima Guerra Mondiale, i buoni (ricordiamoci che parliamo di Francia ed Inghilterra), sconfiggono i cattivi e creano, come promesso, la Grande Arabia.

Scusate, ho sbagliato. I buoni avrebbero voluto crearla, ma giustamente non si fidavano a lasciare quei territori nelle mani di gente inesperta. Così decisero di non creare uno stato unico, ma dare vita a più stati, tutti quanti sotto la supervisione dei buoni. Così gli avrebbero indicato la retta via e gli avrebbero insegnato a non sbagliare.

Così l’Arabia, l’Iraq, l’Iran, la Palestina e la Giordania finirono sotto il controllo inglese; Iran ed il sud della Turchia, vennero controllate dalla Francia.

In questi anni, i buoni sono molto attenti a mettere come capi di Stato di questi paesi, personaggi altrettanto buoni ed intelligenti. In cambio, si limitano a sfruttare le risorse naturali del territorio. Sciocchezzuole, niente di veramente importante. Costruiscono giacimenti petroliferi, e l’”oro nero” estratto, viene affidato a compagnie estere. D’altronde, che cose dovrebbero farci gli arabi di quel liquido nero? Non saprebbero come sfruttarlo, e così i buoni gli tolgono il peso della decisione. In cambio, gli danno oltre trent’anni di pace e benessere. Uno scambio più che equo, no?!

Ma si sa, il mondo non è mai giusto. E così, questi ingrati di arabi, iniziano a stancarsi di tutto il bene che i buoni gli stanno esportando. Vogliono gestire da soli il proprio territorio, e vogliono eleggere per conto proprio i capi di Stato. I buoni, che per anni hanno aiutato questi popoli a vivere, son costretti ad abbandonare i territori. In Siria, i francesi vengono addirittura combattuti con le armi. Vai a fare del bene …

Così, nel 1951, in una di quelle nazioni, viene eletto Mohammad Mossadeq. Ci troviamo in Iran. Costui è malvagio! E’ importante capirlo immediatamente, altrimenti la nostra favola rischia di diventare confusionaria. Invece noi non dobbiamo confonderci su chi sono i buoni e chi i cattivi.

Mossadeq, da buon avvocato, inizia una serie di riforme laiche, che separano i poteri fra Stato e Chiesa, fino ad allora racchiusi nella stessa persona. E’ evidente che sia una persona cattiva. Quest’uomo, in due anni, rischia di eliminare tutte le giuste leggi fatte dai buoni. Non solo, ma commette la più orrenda di tutte le azioni: vuole nazionalizzare il petrolio iraniano. Abominio!

Giustamente, i buoni inglesi, che fino a pochi anni prima gestivano l’Iran, non ci stanno, e chiedono aiuto al popolo più buono di tutti, la Fata Turchina delle Nazioni, gli stati Uniti d’America! Già il nome ispira bontà! Già, perché questo incredibile popolo, in questi anni esporterà bontà e democrazia in moltissime parti del mondo. Sono il Plus Ultra del bene. Teniamolo bene a mente, prima di andare avanti.

Gli Stati Uniti, giustamente, non possono tirarsi indietro. Devono aiutare i buoni, e così decidono di eliminare il cattivo Mossadeq. Sotto la direzione di Kermit Roosevelt, Jr., un esperto dirigente della CIA (i servizi segreti dei tanto buoni) e nipote del presidente statunitense Theodore Roosevelt, la CIA e il britannico SIS (i servizi segreti dei buoni) organizzarono un’operazione coperta per deporre Mosaddeq con l’aiuto delle forze armate leali allo Scià. Il Piano era etichettato come Operazione Ajax. Ciò porterà il caos in Iran, ed alla condanna a morte di Mosaddeq. Al suo posto, fu nominato Primo Ministro Zahedi, che siccome era amico dei buoni, riportò il petrolio sotto l’egemonia di chi sapeva usarlo: Inghilterra ed USA.

Ma si sa, il male difficilmente muore. E così, la dittatura del buon Zahedi non viene ben vista dalla maggioranza sunnita del popolo iraniano. E’ doverono aprire una piccola parentesi sul male in questione; non tutto il male è uguale ed uniforme. In questo caso, il male, che chiameremo islamismo, si divide in due grandi categorie: Sciiti e Sunniti. I primi sono la parte moderata del male, e rappresentano circa il 15% del totale; i secondi invece, sono l’opposto degli Stati Uniti, ovvero sono il Plus Ultra del male. I cattivi più cattivi di tutti. Quelli che fanno riferimento alla Sunna, ed all’islamismo radicale. Sono gli Scar del Re Leone, gli Ade di Hercules, la Grimilda di Biancaneve. Insomma, qualcosa da evitare con ogni mezzo.

Il problema è che l’ayatollah Khomeini, nel 1979, prende il potere ed istaura un regime terroristico di stampo religioso in Iran. Ancora una volta, i buoni vengono presi a calci, nonostante i loro sforzi di fare del bene.

A questo punto, i buoni devono reagire. Cosa fare? Bombardare l’Iran? Troppo difficile. Serve qualcuno da usare. Qualche capo di Stato buono, che abiti lì vicino, e che possa intervenire senza far vedere che sono i buoni a manovrare tutto. La ricerca è estenuante, dura un anno intero, ma infine, i buoni riescono a trovare la soluzione: si affideranno ad un capo molto buono, di nome Saddam Hussein, dittatore iracheno.

Inizia una guerra terribile, con migliaia e migliaia di morti, che devasterà il territorio per otto anni. Verranno utilizzate armi chimiche da parte di Saddam, sotto la supervisione dei buoni.

Ancora una volta, sembra che il bene abbia trionfato sul male. Ma una grave minaccia si nasconde dietro a questi conflitti. Una minaccia forse ancora più grande dell’islamismo. Il volto più terrificante del male: l’Unione Sovietica. Essa è pericolosissima, tanto che decide di rovinare i piani di controllo del territorio dei buoni, ed invade l’Afghanistan.

A questo punto i buoni sono nuovamente costretti ad intervenire, e così decidono di fronteggiare la nuova minaccia del male. Chi armiamo ora? C’è una penuria di forze del bene sul territorio. Da una parte, gli estremisti islamici; dall’altra l’URSS. La scelta è scontata, bisogna armare i meno cattivi, che così facendo diventano buoni: gli estremisti islamici. Chi c’è a capo di questi estremisti? Un uomo buono, è evidente: Osama Bin Laden.

Oltre un milione di morti servono al bene per eliminare la minaccia russa, ma finalmente la guerra finisce. Il male è sconfitto e ricacciato nei propri confini. Il bene vince e finalmente si potrà dare pace e prosperità alla regione.

Sarebbe un bel finale, ma purtroppo non è così, perché il male ritorna in auge, sotto il nome di Saddam Hussein. Come? Prima Hussein era il buono da armare? Lo so, ma questo dittatore ora vuole invadere il Kuwait. Si, lo sappiamo che il Kuwait è una monarchia assolutistica nella quale è ancora presente il commercio di schiavi, però Hussein non sta più facendo gli interessi dei buoni. Non solo, ma il cattivo Hussein ora vuole il petrolio del Kuwait. Petrolio, che spetta ai buoni come risarcimento per tutto il bene fatto in questi anni. E’ dunque inaccettabile!

Guerra! Milioni di morti, embargo commerciale, e la sconfitta di Saddam. Ancora una volta il bene vince sul male. Il Kuwait e l’Iraq tornano sotto l’egemonia delle forze del bene (con petrolio annesso).

C’è però un altro problema. Ricordate i buoni dell’Afghanistan? Bin Laden e gli islamisti radicali (Al-Qaeda). Beh, non sono molto d’accordo con i buoni americani. Rivogliono il loro territorio senza alcun controllo straniero. Così decidono di combattere a modo loro le forze del bene. Questi cattivoni, attaccano nel cuore degli Stati Uniti: 11/9/2001. Cattivi! Coi soldi che i buoni gli hanno dato, attaccano i buoni stessi.

Ma i buoni hanno le mani legate, perché non possono intervenire direttamente sul territorio Afgano. Così decidono di attaccare quel cattivo di Saddam, per eliminarlo una volta per tutte, visto che possiede armi grandi e brutte che solo i buoni possono avere. L’Iraq viene invaso, Saddam eliminato, e la guerra è vinta! Il bene ancora una volta prevale.

Siamo nel 2006. Il problema è che è impossibile, per i buoni, spargere bene in ogni dove. Sono troppe le nazioni coinvolte. E così in Iraq regna il caos. E si sa, nel caos, arrivano i cattivi. Così nasce, tra i fondamentalismi Sunniti, una frangia radicale che sogna la grande Baath: la Grande Arabia. Lo so che questa cosa vi ricorda l’inizio della nostra favola, ma non fateci caso. Così nascono i cattivi più cattivi di tutti: l’Isis.

I buoni però hanno le mani legate. Come e dove intervenire? In Iraq c’è il nulla, in Siria Assad figlio ha preso il posto di Assad padre, ed è gente cattiva, poiché Bush (grande capo buono), nel 2003 ha inserito la Siria fra le nazioni più pericolose al mondo insieme ad altri grandi cattivi come Cuba e Corea del Nord. La zona è una bomba ad orologeria, formata da cattivi radicalisti religiosi. Ovunque ti giri, non c’è altro che fanatismo e pazzia. Possibile non ci sia un buono che voglia scindere lo Stato dalla Chiesa? Lo so che c’è. O meglio, c’era: Mohammad Mossadeq. Ma è stato il primo cattivo che abbiamo eliminato!

Così la Siria diventa piena di cattivoni: Assad (cattivo) fronteggia le forze di opposizione (buone per taluni, cattive per altri) che però son formate da Sunniti radicali, opposti però all’Isis (cattivissimi). In tutto ciò, gli unici buoni che combattono l’Isis sono la minoranza curda, che però Stati Uniti ed affini non possono aiutare, perché altrimenti Erdogan in Turchia (il quale è molto buono) si arrabbierebbe molto, visto che sono anni che cerca di eliminarli. Inoltre, il G20 lo abbiamo voluto fare proprio in Turchia. Sarebbe scortese aiutare i curdi in un momento delicato come questo.

Ma l’Isis sta diventando sempre più scomodo, poiché ha osato attaccare il cuore dei buoni: Parigi. Come diceva Metternich: “Se Parigi starnutisce, l’Europa si prende il raffreddore”. Ed infatti i morti parigini devono essere vendicati da tutti gli Avengers buoni. Il capo dei buoni francesi ha chiesto l’intervento militare su larga scala, ed i buoni alleati non hanno saputo dire di no.

Come? Si, lo sappiamo che dieci anni fa in Iraq i bombardamenti non sono serviti a nulla, e che anzi proprio quei bombardamenti hanno creato l’Isis, ma che vuoi farci? Come diceva Gramsci: “La storia insegna, ma non ha alunni.” E così pronti, via! Tutti in guerra contro i nuovi cattivi dell’Isis.

Ogni favola che si rispetti, termina solitamente con un “e vissero tutti, felici e contenti”. Il problema, è che questa favola non ha ancora un finale ben definito. Ed il problema non è che il finale manca perché ancora dobbiamo scoprire l’evolversi degli eventi. Il finale manca, perché non abbiamo mai voluto metterci quella parola “fine”.

Prepariamoci dunque ad una nuova ondata di bontà nel Medio Oriente, esportata a suon di bombe e devastazione. Ma abbiamo visto che il male rinasce sempre. Dunque, questa volta quale sarà il nuovo volto del male? Chissà che per scoprirlo, non ci si debba mettere semplicemente davanti uno specchio.

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