La comunicazione politica all’epoca dei social, tra disintermediazione e orizzontalità
5 Ottobre 2023 – 17:07 | Nessun commento

E’ fenomeno orami consolidato, da almeno 10 anni a questa parte, il direttissmo comunicativo permesso ai soggetti politici dai social networks. Da questo punto di vista è possibile parlare di un fenomeno di mediatizzazione della politica o webpolitics, che garantisce una diffusione ad una platea straordinariamente più ampia del messaggio politico.La mobile revolution ha reso poi i social media straordinariamente piu’ diffusi e pervasivi, garantendo inoltre l’immediatezza del messaggio politico.In un metaverso che vede archiviata… Read more

Leggi l'articolo completo »
Società

immersione esistenziale del tessuto del sociale

Politica

Dagli alti ideali ai bui sottoscala del Parlamento. Spaccato sulla sfera Politica di una Italia in declino

Scuola e Università

Vita tra le mura d’Ateneo: l’orizzonte universitario

Cultura

Arte, Musica, Letteratura. Dalle Humanae Litterae, il pane dell’Anima

Informazione

Dalla televisione alla carta stampata. Le mille sfumature del giornalismo.

Home » esteri

L’avanzata dell’Isis, alle porte di Kobane

Scritto da – 20 Ottobre 2014 – 16:27Nessun commento

I curdi riescono nell’impresa. Nonostante le premesse iniziali vedessero pendere la bilancia del conflitto a favore dei combattenti sotto la bandiera nera dell’ISIS, le milizie curde sono riuscite ad ottenere nuovamente il controllo della città di Kobane. Tutto questo mentre le truppe di Erdogan recitavano il ruolo di spettatori non paganti ad un kilometro dal confine siriano. Città di confine e avamposto strategico, Kobane è salita alla ribalta delle cronache internazionali dopo l’occupazione dei militanti dell’ISIS, i quali sono riusciti a porre la loro bandiera nera sulla collina che domina la città al confine tra Turchia e Siria. I curdi, finanziati (indirettamente con tecnologia militare) dalla coalizione a trazione americana, hanno costretto le milizie dell’ISIS a indietreggiare di 4 km dal confine della città. In segno di vittoria, la bandiera nera è stata ammainata. In merito all’operazione da Washington è arrivata la notizia del massiccio apporto aereo per permettere ai curdi di contrattaccare. Nell’arco di 24 ore sono stati effettuati infatti ben 22 raid aerei alleati, che non possono sminuire comunque l’azione di forza curda. La vittoria è parzialmente offuscata dall’ostilità turca verso le milizie curde, fatto che rischia di incrinare pericolosamente l’alleanza appena costituitasi tra governi occidentali e paesi arabi nella lotta allo stato islamico. Infatti oltre al non-intervento da parte delle truppe di terra di Erdogan, il governo turco ha bloccato le armi che i curdi iracheni hanno inviato nella città ai curdi di Kobane per difendersi dall’assalto dello Stato Islamico.

Queste decisioni hanno addensato delle nubi sulla figura della Turchia come alleato strategico della coalizione al confine della zona calda in medio oriente. Un mancato appoggio futuro turco rischia di contraddire l’obamiano “no boots on the ground”, costringendo il 44° presidente americano a schierare le truppe di terra lontano da casa. Nonostante tutte le smentite e gli scongiuri possibili da parte di Obama, l’eventualità di un dispiegamento di forze americane in medio oriente sembra (a detta di molti esperti in materia) inevitabile in un futuro prossimo. L’utilizzo dei soli raid aerei infatti non può portare la coalizione di forze guidata dagli USA alla vittoria. Il motivo principle è la disparità tra gli eserciti che si confrontano sul campo. I curdi, pur avendo supporto americano, risultano impreparati per affrontare una battaglia con i miliziani dello stato islamico, che oltre alla grande potenza economica (si stima che abbiano nelle loro mani oltre 2 miliardi di dollari cash), hanno nei loro arsenali una potenza e una tecnologia militare di gran lunga superiore a quella curda: l’ISIS infatti è armato con armi e munizione di fabbricazione americana.

A fronte del pericolo del califfato, manifestatosi concretamente con l’avanzata verso la Turchia e l’Iraq, le decisioni che dovrà prendere Obama in questo periodo si prospettano piuttosto delicate. Oltre alla strategia militare da perseguire, Washington dovrà preoccuparsi anche delle alleanze interne alla coalizione per chiarire definitivamente l’apporto di Erdogan alla missione e di conseguenza dipanare i dubbi sulle forze da schierare a terra.

Forse potrebbe interessarti:

Facebook comments:

Lascia un commento!

Aggiungi il tuo commento qui sotto, oppure esegui un trackback dal tuo sito. Puoi anche iscriverti a questi commenti via RSS.

Sii gentile, rimani in argomento. Lo spam non sarà tollerato.

È possibile utilizzare questi tag:
<a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>

Questo sito web supporta i Gravatar. Per ottenere il proprio globally-recognized-avatar, registra un account presso Gravatar.