La comunicazione politica all’epoca dei social, tra disintermediazione e orizzontalità
5 Ottobre 2023 – 17:07 | Nessun commento

E’ fenomeno orami consolidato, da almeno 10 anni a questa parte, il direttissmo comunicativo permesso ai soggetti politici dai social networks. Da questo punto di vista è possibile parlare di un fenomeno di mediatizzazione della politica o webpolitics, che garantisce una diffusione ad una platea straordinariamente più ampia del messaggio politico.La mobile revolution ha reso poi i social media straordinariamente piu’ diffusi e pervasivi, garantendo inoltre l’immediatezza del messaggio politico.In un metaverso che vede archiviata… Read more

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Terzo conflitto mondiale, “guerra d’acqua”

Scritto da – 12 Giugno 2012 – 15:58Un commento

Acqua. Provate a vivere un solo giorno senza che esca dai rubinetti di casa; probabilmente la vostra pelle inizierà ad accartocciasi su se stessa mentre mille domande cominceranno ad affollarsi nella vostra mente, arrivando alla più apocalittica: “ce la farò a sopravvivere?”. Siamo acqua dipendenti, per forza, e forse è proprio per questo che si sente parlare sempre più insistentemente di un terzo conflitto mondiale come di una “Guerra d’ Acqua”; è stato l’ex segretario della Nazioni Unite Boutros Ghali ad affermarlo per primo. E’ innegabile che nel mondo (per esempio nel Vicino e Medio Oriente o in Africa) questa motivazione stia alla base di numerosi e violenti scontri-è nota a tutti la mancanza di acqua potabile per moltissime famiglie dei paesi più poveri tramite soprattutto la classica e completamente ignorata immagine di donne e bambini africani che percorrono strade sterrate e zuppe di fango sotto un sole ustionante per racimolare quel poco d’ acqua utile per il sostentamento di una giornata. In più, avere il controllo di una via d’ acqua non vuol dire solamente migliori condizioni di vita ma sviluppo dell’ economia e controllo delle rotte commerciali ora come nell’ Antichità-non sarà un caso se le prime grandi civiltà quali l’ egizia e le mesopotamiche siano sorte in terre rese fertili da fiumi di grande portata e vicino al mare.

Eppure, bisogna ricordare il fatto che le guerre attuali non vengono combattute esclusivamente per tale ragione. E’ anche da sottolineare che la popolazione mondiale è destinata a crescere sempre di più, indi per cui la richiesta d’ acqua sarà destinata a salire negl’ anni. Se il numero delle persone aumenta, è quasi inevitabile che anche gli sprechi si alzino, per quella equivalenza matematica secondo cui, vuoi per indifferenza, per scomodità, per interessi o per egoismo, ci saranno sempre persone che non rinunceranno al bene personale per quello del pianeta. E l’ acqua impiegata ogni giorno, se non ogni ora, è davvero tanta: basti pensare che l’ associazione “Water Footprint” ha calcolato quanti litri d’ acqua servono per produrre determinati alimenti che si trovano comunemente nei supermercati e a stimato che vengano utilizzati 172 litri per una bottiglia di passata di pomodoro, 163 litri per un kilo di zucchine, 223 per un barattolo di polpa da 400 grammi e, dato preoccupante, 7750 litri d’ acqua per un kilo di carne bovina. In più si segnala che sul sito www.wwf.it è attivo il progetto “Spesa virtuale” per cui, mettendo in un carrello alcuni prodotti, viene emesso uno scontrino con i metri cubi d’ acqua consumati e di emissioni di anidride carbonica.

Naturalmente, non si vuole lanciare il messaggio per cui ci si deve privare di ogni tipo di cibo, ma si tratta forse di rinunciare ad alcune “comodità” che sono dure a morire. Innanzitutto, chiudere l’ acqua mentre ci si spazzola i denti o ci si insapona le mani-è stato chiesto ad un soggetto che sistematicamente lasciava aperto il rubinetto in entrambe le occasioni la motivazione della sua scelta e la persona in questione ha avanzato il fatto che gli piacesse sentire il suono dell’ acqua che scende. Sarebbe preferibile una doccia, piuttosto che riempire sino all’ orlo la vasca, cercando anche di non usarne mentre ci si massaggia i capelli; scegliere l’ acqua del rubinetto piuttosto che quella in bottiglia permetterebbe di risparmiare sia dal punto di vista economico sia da quello ambientale, soprattutto per il minor impiego di plastica, a sua volta prodotta utilizzando risorse idriche. Se proprio non si può rinunciare a quella nei contenitori, almeno si potrebbe scegliere la “Biobottle” che si degrada in 80 giorni. E’ vero che questa costa leggermente di più rispetto alle altre, ma sarebbe anche un segnale forte per le aziende di convertire tutta la plastica in materiale rispettoso dell’ ambiente. L’ impiego di contatori piuttosto che il pagamento in base al numero di persone all’ interno di un’ abitazione probabilmente ridurrebbe gli sprechi nei molti comuni che già non abbiano adottato questa norma.

Il mercato dell’ acqua è uno dei più redditizi, oltre ad essere in espansione, attraverso soprattutto il sistema della privatizzazione. Ormai il referendum del 12 e 13 giugno 2011 in merito a questo tema appare lontano, ma bisogna segnalare il fatto che ancora in molti comuni sussista questo problema, con aziende che non provvedono nemmeno alla normale manutenzione di tubature e depuratori. Ci si chiederà: ma i referendum non hanno effetto immediato? Si consuma, intanto, il dramma di chi, nel nostro paese, non ha nemmeno il diritto di bere un bicchier d’ acqua aprendo il rubinetto di casa.

 

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