La comunicazione politica all’epoca dei social, tra disintermediazione e orizzontalità
5 Ottobre 2023 – 17:07 | Nessun commento

E’ fenomeno orami consolidato, da almeno 10 anni a questa parte, il direttissmo comunicativo permesso ai soggetti politici dai social networks. Da questo punto di vista è possibile parlare di un fenomeno di mediatizzazione della politica o webpolitics, che garantisce una diffusione ad una platea straordinariamente più ampia del messaggio politico.La mobile revolution ha reso poi i social media straordinariamente piu’ diffusi e pervasivi, garantendo inoltre l’immediatezza del messaggio politico.In un metaverso che vede archiviata… Read more

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Dallo stallo alle cinque stelle

Scritto da – 4 Settembre 2012 – 15:1614 commenti

“Ma te lo immagini Totò Rina detto “u’ curtu” che con i meccanismi elettronici parla con Di Paola detto “u’ licantrupu” che dicono:”U’ led, u’ led è acceso, quando arriva u’ Falcone, u’ led…ma che minghia è stu led! Ve li immaginate?! Lì c’erano degli ingegneri, non dei mafiosi” 25 novembre 1993, Beppe Grillo sale sul palco del Teatro Vittoria di Roma per la prima di due serate a ruota libera, dopo sette anni dal suo allontanamento per la famosa battuta sugli esponenti del partito Socialista Bettino Craxi e Claudio Martelli. Era trascorso poco più di un anno dalle stragi di Capaci e via D’Amelio, sei messi da quella di via dei Georgofili. Il 19 maggio scorso, una bomba è esplosa di fronte a una scuola superiore di Brindisi, uccidendo una ragazza di 16 anni, Melissa Bassi, la cui foto ha subito un macello mediatico simile a quello di Sarah Scazzi. “Cui prodest?” si è chiesto Grillo sul suo blog, accusando la bomba e chi l’ha messa di voler fermare il cambiamento, quindi il suo movimento. Su Twitter e Facebook si è seguita fin dal primo minuto la pista mafiosa, poiché la scuola era intitolata allo stesso Falcone e sua moglie Francesca Morvillo e l’arrivo della carovana della legalità di “Libera” era ormai prossimo. Certo è che tutte le piste e i depistaggi sono aperti, ne avremo sicuramente per i prossimi quarant’anni. Bomba o non bomba, il dato rilevante delle ultime elezioni amministrative è che a Parma ha vinto il candidato dell’M5S Antonio Pizzarotti e questo risultato segna definitivamente l’ingresso delle liste civiche guidate dell’ex comico genovese nei grandi giochi della politica. Grillo ha usato una strategia dell’attenzione piuttosto raffinata: ha vietato ai suoi candidati di partecipare ai talk show attirando su di sé le telecamere durante il suo tour elettorale, consapevole del fatto che i giornalisti avrebbero cercato qualche sparata alzo zero sulla casta politico-mediatica del Paese, mentre la campagna elettorale sul territorio portata avanti dai volontari raccoglieva i suoi frutti. Caduto Berlusconi, il giornalismo italiano preferisce concentrarsi sul colore di questo fenomeno, invece che analizzarne la portata politica ed elettorale. Sul versante dei partiti tradizionali, le cose non vanno molto bene: il centrodestra paga duramente il suo appoggio al governo Monti e Casini abbandona il Terzo Polo per lanciare la Casa dei Moderati, il cui appalto finirà probabilmente nelle mani del suocero costruttore Caltagirone; nel Pdl, dopo le autoreggenti, le guêpière e i reggiseni ora volano i piatti con Alfano sempre più esautorato dal suo ruolo di segretario e il Cavaliere che registra dal notaio il nome di un possibile nuovo partito: “Italia Pulita”. Scalpitano anche Gasparri e La Russa, i quali vorrebbero che al loro seggio non ci fosse mai fine, per paura di non essere assunti nemmeno come raccoglitori di arance a Rosarno. Se il Pdl piange, il Pd non ha più lacrime di fronte alla disfatta di Palermo decretata da Leoluca (l’)Orlando furioso ai danni del candidato delle primarie Fabrizio Ferrandelli, la quale chioma ricordava vagamente quella di Cetto la Qualunque, googlare per credere. Vendola festeggia le vittorie di Rieti e Genova, Di Pietro lo fa suo compagno di viaggio portandosi come bagaglio a mano la sagoma di Bersani, il cui essere a colori la rende una novità politica rispetto alle foto in bianco e nero di qualche anno fa. Il centrosinistra è da tempo allo stallo, il Pd preferisce galleggiare su ciò che ha affogato il futuro degli italiani, piuttosto che andare ad elezioni anticipate come ha provato a suggerire l’economista solista Fassina. Il forte astensionismo ci dice che oggi la sovranità appartiene al debito, che la esercita oltre i limiti e le forme sancite dalle borse internazionali. Aprendo la pagina degli esteri, Sarkozy è stato sconfitto, i liberali greci non hanno vinto e anche la Merkel non si sente tanto bene. I risultati di questa tornata elettorale europea dimostrano come votare l’estrema destra abbia ancora il suo fascino, mentre su come salvare la Grecia e l’Euro l’ultima proposta della cancelliera tedesca sia stata l’invio di migliaia di casse di cicuta, come Socrate insegna. Sarà stata un’illusione ottica, ma ieri ho visto un uomo vitruviano delle monetine da un euro portare le mani alle parti basse per paura dello spread. Cosa può consolarci di fronte al solito brutto andazzo? Non credo che neanche tutte le medaglie delle olimpiadi siano piu’ sufficienti.

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