Banksy, il writer più famoso del mondo. Al cinema
Ispirato a “Prova a prendermi” il capolavoro del 2002 di Steven Spielberg, il film vede Leonardo di Caprio nei panni di un ragazzo che prima di compiere 19 anni scappa di casa e riesce, lavorando da falsario, a guadagnare milioni di dollari fingendosi nell’ordine pilota della Pan American World Airways, medico in Georgia e laureato all’Università di Berkeley (California). La sua abilità nel falsificare assegni lo condurrà, una volta catturato, a collaborare con l’FBI per i casi di frode bancaria. L’agente dell’FBI Carl Hanratty (Tom Hanks), specialista in frode bancaria, si accorge di lui e si mette sulle sue tracce. Ecco, l’inglese Bansky che non è un falsario, che non è laureato e che non lavora presso l’FBI ma che iniziò la sua carriera di artista alla fine degli anni ottanta nella crew “Bristol’s DryBreadZ” (DBZ), firmandosi Kato e Tes, è il più grande writer del mondo e ha rovinato l’ ultimo mese da sindaco di New York di Michael Bloomberg che ha definito i suoi murales “un segno di decadenza” e per questo scappa: ha realizzato un graffito al giorno per tutto ottobre, ha cominciato nel Lower East Side e non si è più fermato, mentre Bloomberg lo faceva inseguire da squadre di imbianchini per cancellare tutto. Ma non è forse New York la città della modernità? Potrebbe essere questo un sintomo di quanto invece sia sopravvalutata.
Al misterioso inglese che nessuno ha mai fotografato e che si fa intervistare solo per email perchè vuole che ” a parlare sia la mia arte”, hanno fatto la guerra anche i graffitari locali. Ma non è bastato, il mondo ha seguito la sua performance con passione e ha compreso nello spettacolo anche il vecchio sindaco e i writers newyorkesi. In comune con di Caprio vi è anche l’anonimato; Bansky non esce mai allo scoperto, ti accorgi del suo passaggio quando camminando per le strade di Londra, Bristol dove è nato, Liveerpool, New York, Napoli (prima che un anonimo lo cancellasse nel maggio 2010), Barcellona e Cisgiordania, scorgi uno stencil che prima non c’era e capisci che è frutto della notte.
Le sue opere sono spesso a sfondo satirico-umoristico e riguardano argomenti come la politica, l’etica e la cultura. Una provocazione diretta il cui messaggio è contro la guerra, anti-capitalistico, anti-istituzionale e a favore della pace. ” Alcune persone diventano dei poliziotti perché vogliono far diventare il mondo un posto migliore. Alcune diventano vandali perché vogliono far diventare il mondo un posto migliore da vedere”.
Bansky sa però (ma su questo non si è mai espresso) che ci sono purtroppo quelle scritte insensate per il fidanzato/a, gli insulti ai politici ai calciatori che disturbano e che compromettono quell’arte fatta di colori e rappresentanzioni grafiche che fanno riflettere e che nel loro complesso sono persino armoniose; perchè una cosa che contraddistingue Bansky è il rispetto per le cose che ci sono intorno. I soggetti sono animali come scimmie e topi, i famosi Rats: curiosamente anagrammando la parola rat si può ottenere art (“arte”). Per sua stessa ammissione, si tratta di una coincidenza. Il soggetto dei topi è stato scelto in quanto odiati, cacciati e perseguitati, eppure capaci di mettere in ginocchio intere civiltà. “Se sei piccolo, insignificante e poco amato allora i topi sono il modello definitivo da seguire”. Ma anche poliziotti, soldati, bambini e anziani. Tutta l’umanità passa sotto le sue mani.
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