La comunicazione politica all’epoca dei social, tra disintermediazione e orizzontalità
5 Ottobre 2023 – 17:07 | Nessun commento

E’ fenomeno orami consolidato, da almeno 10 anni a questa parte, il direttissmo comunicativo permesso ai soggetti politici dai social networks. Da questo punto di vista è possibile parlare di un fenomeno di mediatizzazione della politica o webpolitics, che garantisce una diffusione ad una platea straordinariamente più ampia del messaggio politico.La mobile revolution ha reso poi i social media straordinariamente piu’ diffusi e pervasivi, garantendo inoltre l’immediatezza del messaggio politico.In un metaverso che vede archiviata… Read more

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Il nuovo Hangar Bicocca: un non-museo di arte contemporanea a Milano

Scritto da – 14 Maggio 2012 – 16:4428 commenti

Non è un museo, non è un accademia, non è più nemmeno l’Hangar Bicocca che conoscevamo. Nato nel 2004 dalla riconversione di uno stabilimento industriale, l’Hangar si proponeva come spazio alternativo per la produzione e l’esposizione dell’arte contemporanea, facendoci immaginare nuove possibilità per la cultura a Milano, sul modello, anche se in ritardo di vent’anni, delle Kunsthalle europee. Dopo un decennio di attività eccellente nella sperimentazione e nella promozione dell’arte contemporanea, si può dire che l’esperimento sia ben riuscito.

Ma è proprio questo il momento nel quale l’Hangar si reinventa completamente. Il 10 aprile 2012 l’Hangar Bicocca riapre al pubblico completamente rinnovato, non tanto nella forma, quanto nella sostanza: niente biglietto d’ingresso, niente collezione permanente, niente visite guidate su prenotazione, ma totale gratuità di mostre e servizi per le famiglie e per il pubblico, orari di apertura prolungati fino alle 23, un nuovo direttore artistico, Vicente Todolì dalla Tate Modern di Londra, un programma artistico sperimentale e internazionale. E soprattutto nuovi spazi per attività culturali in grado di ridefinire il concetto stesso di museo. L’arte contemporanea non è più l’oggetto di culto nella cattedrale della spiritualità contemporanea, ma lo stimolo propulsore per coinvolgere il territorio e metterlo in rete con una realtà internazionale in uno spazio dall’identità artistica molto forte. Milano, alla ricerca di un museo dell’arte contemporanea fin dagli anni Settanta, non vedrà il progetto realizzarsi in un unico spazio, ma nel MET, museo diffuso sul territorio, che connetterà l’Hangar Bicocca, la fabbrica del Vapore, gli spazi dell’ex-Ansaldo e il Museo del Novecento.

Immerso nello skyline di ciminiere della zona Bicocca, nel panorama modulare dei palazzi, dell’università e dei multisala, “La sequenza”, installazione di Fausto Melotti creata nel 1971 e collocata all’ingresso dell’Hangar nel 2010 crea una simbolica soglia, passaggio all’arte del presente attraverso l’eredità culturale di un maestro del recente passato. Davanti al visitatore, quindicimila metri quadrati per l’arte contemporanea. La prima impressione è di luogo informale, dinamico, attento alla qualità visiva e altamente stimolante. HB Kids Room è lo spazio in cui i bambini, assistiti dagli Arts Tutor, possono vivere percorsi creativi avendo a disposizione materiali per disegnare e il meglio dell’editoria d’immagine. I laboratori didattici e il ciclo “Cinema da Scoprire” sono pensati come un primo approccio all’arte del presente per i più piccoli.

Un grande Info Wall all’ingresso, parete multimediale di 9 metri connessa ad Internet, permette l’informazione in tempo reale sulle attività in corso all’Hangar e sul sistema internazionale dell’arte contemporanea. Attraverso smartphone e tablet è possibile utilizzare i principali social network per interagirvi. Ai desk di informazione i ragazzi e le ragazze dello staff sono disponibili al colloquio: un approccio non invadente, ma opportunamente mediato, per affrontare l’arte contemporanea. Attualmente in corso due esibizioni, oltre alla meravigliosa installazione permanente site-specific “I sette palazzi celesti”di Anselm Kiefer.

La prima è “Shadow Play”, di Hans Peter Feldmann: un bric-a-brac di oggetti, dalle Barbie ai ventilatori, disposti su una piattaforma, ruotano e il gioco continuamente mutevole delle loro ombre crea sulla parete un teatro poetico, lanterna magica che rivela il lato oscuro e non banale degli oggetti quotidiani. Al centro della sua ricerca artistica è proprio la raccolta di oggetti e l’attribuzione di valore. La sua teoria dell’ “originale mancante” stabilisce che è proprio la molteplicità delle riproduzioni ad attribuire valore all’originale, e non viceversa.

Interessantissima è ancora l’indagine sulle storie alternative alla storia ufficiale e la ricerca visuale svolta dalla coppia di artisti protagonisti della seconda mostra: “NON NON NON” di Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi. Per loro il contemporaneo deve essere “non politico, non estetico, non educativo, non progressivo, non cooperativo, non etico, non coerente”, ma raccontare storie alternative. Lui, nato da genitori armeni, studia a Venezia architettura e cinema, lei apprende la tecnica dell’acquerello nientemeno che da Kokoschka, al centro della loro ricerca c’è l’espressione visiva in tutte le sue forme. Dopo i “film profumati”, azioni performative/arte ambientale degli anni ’70, il loro studio dei filmati d’archivio li porta all’invenzione della tecnica della “Camera analitica” per collezionare, studiare, ri-fotografare e ri-proiettare i fotogrammi d’archivio come matrici dei loro film. La mostra è una riflessione sull’umanità contemporanea a partire dal racconto delle storie non scritte, quelle delle moltitudini anonime: le repressioni culturali, i conflitti bellici e i grandi rimossi della storia, dalla conquista francese della Nuova Caledonia all’eccidio dei rom durante la seconda guerra mondiale. Usando il medium dell’acquarello e gli affreschi multimediali delle proiezioni video, la mostra curata da Andrea Lissoni e Chiara Bertola scandisce con una sacralità non monumentale lo spazio delle navate dell’Hangar, nuovo non-museo dell’arte contemporanea.

 

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