Finocchiaro: con la scorta all’Ikea
Immortalate dalla rivista “Chi”, fanno oggi il giro del web le immagini della senatrice Finocchiaro impegnata nella spesa tra gli scaffali dell’Ikea. A fare scalpore è l’atteggiamento dei tre uomini che ne compongono la scorta: un agente spinge il carrello (dal quale straborda uno stendino doppio piano, di quelli spaziosi, sui quali, per intenderci , si riesce tranquillamente a stendere un bucato da 7 kg di panni sporchi) , un altro porta in mano una padella antiaderente, ed un terzo, infine, con molta attenzione si assicura che ai due indaffarati colleghi non sfugga nulla…..delle cose segnate sulla lista della spesa. Inevitabile che il quadretto quasi idilliaco in poche ore diventi un piccolo tormentone giornalistico, e così la parlamentare, capogruppo del PD al Senato, si ritrovi costretta a dare delle risposte.
Si discolpa cinguettando su Twitter, «Ho visto le foto apparse sul numero di Chi in edicola che mi ritraggono accompagnata dalla scorta, mentre faccio acquisti all’Ikea di Roma. Voglio solo precisare che la scorta, come i titoli la definiscono, mi è stata assegnata dal Ministero dell’Interno per ragioni che, ovviamente, non devo e non posso rendere note. Per me non è un piacere avere la scorta che deve seguirmi ed è obbligata ad accompagnarmi in tutti i miei spostamenti e nei luoghi pubblici – e ha concluso – mi è stata imposta e nonostante ciò provo a fare una vita normale, anche da Ikea>>.
Volendoci scherzare su, allora, viene spontaneo pensare alla senatrice con la sua scorta in situazioni di squisita quotidianità. Dal macellaio, in palestra e a far la sauna. E poi in piscina, con i tre agenti, pistola nel costume a mutanda, muniti di braccioli e cuffia a strisce bianche e blu, a seguire con la Finocchiaro i corsi di acqua gym.
Scherzi a parte, però, è proprio questa rivendicazione di una vita normale a fare indignare.
Non si vuole certo gridare allo scandalo dove lo scandalo non esiste. Questo della Finocchiaro è semplicemente un atteggiamento poco sobrio e di cattivo gusto; nulla di eclatante, ma soltanto l’ennesima dimostrazione che l’eleganza è una virtù ormai dimenticata dai politici italiani. Poche parole solo per ricordare ai cinguettii della Finocchiaro che ha ragione, non è giusto sindacare la decisione del Ministero dell’Interno. Ma un piccolo particolare va probabilmente chiarito; una carica pubblica ha il diritto di avere la scorta nel momento in cui pone a se stessa il dovere, in nome di un superiore ideale di giustizia, di non avere una vita normale. Per il semplice fatto che in una condizione di normalità, “da Ikea” tanto per intenderci, la scorta non ha affatto senso.
Se la protezione che le è stata assegnata non è ingiustificata, la Finocchiaro non deve affatto “provare a fare una vita normale”, ma deve avere la consapevolezza dei suoi doveri e della sua condizione. Solo questo si chiede: sobrietà e consapevolezza.
“Sono un morto che cammina”
Paolo Borsellino
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