Il bassissimo momento storico che stiamo vivendo ha creato l’antipaticissima parola “escort”, un modo forse più elegante per indicare chi esercita la più antica professione del mondo. Ma ovviamente le “escort” non nascono ai giorni d’oggi e già parecchi anni or sono costituivano un importante “settore produttivo” anche in una città come Milano. Ad esempio il quartiere di Brera, oggi nota per le eleganti gallerie e per i pittoreschi cartomanti che spesso la popolano, fino al secondo dopoguerra era chiamata ai meneghini doc la Contrada de’ Tett. L’ardita sineddoche stava ovviamente ad indicare la folta schiera di prostitute che popolava la zona che fino a qualche decennio fa era tutt’altro che altolocata. Moltissime erano le case chiuse che si susseguivano nel dedalo intricato di viuzze che oggi rendono così caratteristico il quartiere. Ben poco oggi resta di questa faccia popolana di Brera, se non una delle vecchie case chiuse che ancora non è stata riconvertita dopo la chiusura. Si trova in via Formentini 17 e fino agli anni ’50 è stata frequentata da moltissime persone, tra cui anche alcuni personaggi noti del mondo dell’informazione, dell’arte e dello spettacolo (eviteremo di fare nomi). Lo stabile, che probabilmente ben presto verrà riconvertito in un albergo a cinque stelle, era gestito dalla maitresse Wanda (che ispirò Montanelli per il suo pamphlet Addio Wanda) e conserva ancora intatto il suo fascino malizioso e un po’ bohèmien.

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