Scommetto che almeno una volta, passeggiando per Corso Vittorio Emanuele, vi sarà capitato di incontrare il sapiente sguardo dell’“Omm de Preja” e vi sarete domandati cosa ci facesse una statua romana incastonata tra le scintillanti vetrine delle boutique meneghine. L’“Omm de Preja” – altrimenti detto “Scior Carera” per via dell’epigrafe ciceroniana che gli corre ai piedi – è collocato ormai da tempo al civico 13 di Corso Vittorio Emanuele ed è sicuramente considerabile uno dei più silenziosi, ma attenti ed informati testimoni della storia di Milano. La storia di questa figura virile togata, databile al III secolo d.C., è a dir poco avvincente! Non si conosce l’identità dell’uomo raffigurato, né la funzione e la collocazione originaria della statua, ma sicuramente in epoca altomedioevale il volto dell’effigiato venne sostituito con quello del nobile arcivescovo Aldemanno Menclozzi al quale venne dedicato un monumento che includeva anche il nostro altorilievo. La statua subì diversi spostamenti all’interno della città e, con il tempo, venne anche modificata la sua ragion d’essere: durante le agitazioni ottocentesche la statua assunse il ruolo di voce del popolo nella lotta contro il potere austriaco. Motti, sberleffi e frasi licenziose vennero spesso affisse sull’ormai nota statua. Fu proprio “ul Scior Carera” a reggere il manifesto per lo “sciopero dei sigari” che diede inizio alle Cinque giornate di Milano nel 1848. Ah, se quell’inanimato marmo potesse parlare!

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