Open Culture: diffondere la cultura ai giorni nostri
“The best free cultural and educational media on the web” è il sottotitolo che si legge nella pagina principale del sito internet “Open Culture”, portale dedicato alla libera istruzione, che offre una vastissima quantità di materiale di studio di ogni tipo, il tutto completamente sotto il segno della legalità. Il sito web si suddivide in diverse categorie: dai corsi universitari online gratuiti, che vanno dall’astronomia alla biologia, dalla letteratura alla filosofia, alla matematica e alla religione, alle lezioni di lingue straniere, come arabo, cinese, inglese, francese, tedesco, italiano, russo, spagnolo e molte altre ancora. E’ disponibile inoltre la visione più di 700 film rari e una vasta gamma di libri online, dai classici ai più moderni, sempre nel rispetto della legge.
Open Culture è stata fondata nel 2006 con l’intento arricchire culturalmente più persone possibili attraverso il più potente strumento di divulgazione dei giorni nostri: internet. Il fondatore di questa piattaforma è Dan Colman, direttore della Stanford’s Continuing Studies Program, e prima ancora manager di AllLearn, un portale e-learning delle università di Stanford, Oxford e Yale, nonché direttore del Business Development and Editorial Manager del sito About.com.
Tra gli altri nomi dietro Open Culture troviamo il co-direttore Josh Jones, il produttore Colin Marshall, la scrittrice e attrice Ayun Halliday, il professore di storia e lingua inglese Matthias Rascher e lo scrittore e filmmaker Jonathan Crow.
La ricchezza culturale di questo sito web è senza precedenti. Si tratta di una piccola rivoluzione sociale, di un’apertura culturale mondiale. Internet è ormai una componente stabile della nostra esistenza. Diventa sempre più difficile immaginare la nostra vita senza il mondo della rete. Nel corso degli ultimi decenni, Internet, come la tecnologia, è entrato sempre di più nella nostra quotidianità: l’istruzione, il lavoro, le relazioni personali, tutti passano in qualche modo per la rete, attraverso portali, mail, social network, blog ed altro ancora.
Si tratta di un passaggio che l’umanità ha ormai fatto da tempo e che ha in qualche modo agevolato la vita di milioni di persone in molti campi. Se da un lato Internet è vista come un’agevolazione, dall’altro passa come una “distrazione” o, ancora peggio, come un “danno” per le generazioni più giovani. E’ noto a tutti, ormai: il mondo del web è il più amato da queste ultime, che passano la maggior parte della giornata davanti al PC, sia per studio che per lavoro, ma anche (e soprattutto) per divertimento e per rimanere in contatto con gli amici e con il resto del mondo.
Sono molte le elementi di svago che rischiano di compromettere la carriera scolastica e lavorativa dei giovani. A nulla hanno portato i provvedimenti adottati dalle scuole o dai datori di lavoro di bloccare siti web dediti ai social network: la vita non si ferma alle ore di scuola e di ufficio e le distrazioni di Internet irrompono sempre più facilmente nella quotidianità delle persone, attraverso tablet e smartphone a portata di tutti.
In realtà, Internet non deve essere vista solo come un fattore dannoso, ma come uno straordinario strumento di divulgazione. E’ grazie alla rete che le notizie del mondo viaggiano ad una velocità enormemente superiore a quella di decenni fa, ed è sempre grazie a Internet se i contatti tra le persone di tutto il mondo non sono più così difficili da mantenere. Internet è una meravigliosa occasione di conoscere il mondo e la cultura.
Siti web come Open Culture ne sono la prova: un’occasione per conoscere ed apprezzare registi che hanno fatto la storia del cinema come Eisenstein, Hitchcock, Lang, Herzog, di avvicinarsi al mondo del teatro attraverso le opere di Beckett, Shakespeare, Čechov, o alla letteratura con Dostoevskij, Bulgakov, Nabokov, Fitzgerald.
Per avvicinare i giovani alla cultura, non esiste via migliore di quella che passa attraverso ciò che ad essi è più familiare? Il mondo di Internet è una grande ricchezza per il mondo contemporaneo e, se usato nel modo corretto, può davvero rivelarsi il più grande strumento di divulgazione della cultura che sia mai esistito.
Marika Di Carlo
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