La comunicazione politica all’epoca dei social, tra disintermediazione e orizzontalità
5 Ottobre 2023 – 17:07 | Nessun commento

E’ fenomeno orami consolidato, da almeno 10 anni a questa parte, il direttissmo comunicativo permesso ai soggetti politici dai social networks. Da questo punto di vista è possibile parlare di un fenomeno di mediatizzazione della politica o webpolitics, che garantisce una diffusione ad una platea straordinariamente più ampia del messaggio politico.La mobile revolution ha reso poi i social media straordinariamente piu’ diffusi e pervasivi, garantendo inoltre l’immediatezza del messaggio politico.In un metaverso che vede archiviata… Read more

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Cannabis, verso la legalizzazione?

Scritto da – 28 Ottobre 2014 – 16:41Nessun commento

legalizzazione cannabisNel febbraio del 2014 la Corte Costituzionale ha dichiarato la Legge Fini – Giovanardi incostituzionale perché emanata senza la preventiva discussione in Parlamento. Nel 2006, infatti, venne approvata questa legge in materia di sostanze stupefacenti, ufficialmente allo scopo di aggiornare il provvedimento normativo precedente, cioè la Legge 309 del 1990 Iervolino – Vassalli; la nuova legge venne però introdotta anche per ostacolare la liberalizzazione delle droghe leggere, già approvata dagli Italiani in un referendum del 1993 promosso dai Radicali. Il nucleo della legge del 2006 era costituito dalla equiparazione delle droghe leggere a quelle pesanti ed ebbe come effetto l’introduzione della responsabilità penale anche per la detenzione di quantità modiche di stupefacenti ad uso personale, perché assimilato al reato di produzione e traffico illecito. Un mese dopo il respingimento della legge, il Governo ha introdotto un provvedimento che, se da una parte mantiene la distinzione tra droghe leggere e pesanti, dall’altra ha però reintrodotto, seppure provvisoriamente, le tabelle sanitarie adottate per la precedente disposizione in materia amministrativa, per evitare un vuoto normativo; entro pochi mesi, comunque, dovrebbero essere introdotte le nuove tabelle che dovrebbero regolamentare tutte le droghe, comprese le sostanze sintetiche.

In realtà la Corte Costituzionale ha reintrodotto la precedente legge del 1990 con le modifiche del Referendum del 1993, che prevede l’abolizione del carcere per chi fa uso personale delle sostanze stupefacenti e la riduzione della detenzione da due a sei anni per tutti gli altri casi, mentre la Fini – Giovanardi prevedeva fino a venti anni di carcere. Oggi i detenuti per procedimenti connessi alla detenzione e allo spaccio di droga sono all’incirca diecimila, poco meno della metà dei quali a causa di reati legati a droghe leggere (circa il 40 % del totale).

La Legge Fini – Giovanardi aveva però posto molti ostacoli anche per l’uso terapeutico della cannabis, costringendo i malati ad affrontare un iter legale a volte anche molto lungo per ottenere la possibilità di usufruire di farmaci con i principi attivi della cannabis, la THC (tetraidrocannabinolo). I malati dovevano infatti avanzare una richiesta alle Asl regionali le quali dovevano poi girare la domanda al Sistema Sanitario Nazionale, che importava i farmaci dall’estero, ma i costi erano a carico dei pazienti e inoltre la procedura poteva essere bloccata nel caso in cui veniva accertata l’efficacia di farmaci con principi attivi non a base di THC. L’uso medico di questo principio attivo in Italia è legale e nel 2007 l’allora Ministro della Salute Livia Turco emanò un decreto ministeriale con cui la THC veniva introdotta nelle tabelle sanitarie; la direttiva a livello nazionale prevedeva il ricorso a cure a base di cannabis soltanto nel caso in cui era comprovata l’inefficacia di tutti gli altri farmaci, ma lasciava alle Asl regionali ampi margini di autonomia nella somministrazione delle cure e nel rimborso dei costi, che in alcune regioni erano a carico del Sistema Sanitario Nazionale e non dei malati.

Alcune regioni, grazie al vantaggio offerto dall’autonomia, hanno emanato leggi sull’uso della cannabis a scopo terapeutico, ma sono state tutte contestate dai vari esecutivi che si sono succeduti negli ultimi anni, fortunatamente, la legge emanata in Abruzzo non è stata impugnata dal governo ed è una delle più liberali mai emanate in Italia in materia, perché prevede la prescrizione dei farmaci a base di THC anche da parte di medici di base, la cura potrà essere effettuata in ambito domiciliare od ospedaliero, sempre gratuitamente, perché i costi verranno coperti dal Sistema Sanitario Regionale. Un ulteriore appello era stato lanciato dal consigliere regionale toscano Enzo Brogi ai ministri della Difesa e della Salute, affinché venga garantita la coltivazione di cannabis nell’Istituto Farmaceutico Militare dell’Esercito a Firenze, che oggi produce i farmaci per le malattie rare che non vengono più lavorati dalle case farmaceutiche. Appello accolto poi con successo.

L’unico luogo in Italia dove si coltivava la cannabis, prima di Firenze, è a Rovigo, presso il Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura, dove la pianta viene coltivata per studiarne gli effetti terapeutici; in base alle normative introdotte con la Fini – Giovanardi gli studiosi dell’Istituto sono tenuti a bruciare le piante al termine delle ricerche, così per l’acquisto di cannabis si ricorre all’importazione da altri paesi, in particolare dall’Olanda, con costi esorbitanti per il Sistema Sanitario Nazionale.

Gli effetti benefici della THC sono stati dimostrati scientificamente per le funzioni cognitive dei malati di schizofrenia, inoltre sono ancora in corso di studio ricerche sui possibili effetti terapeutici della cannabis per molte malattie degenerative, soprattutto neuropatiche (epilessia, sclerosi multipla), oltre che per i dolori cronici, mentre altri studi si stanno concentrando sull’uso di sostanze a base di THC per la cura del cancro, delle malattie autoimmuni, del diabete e per malattie come depressione e disturbi d’ansia. Il THC attiva alcuni recettori presenti nel Sistema nervoso centrale e nel Sistema immunitario, inoltre stimola il rilascio di dopamina, provocando sensazioni di euforia e di rilassamento, ma alterando la coscienza spazio-temporale e riducendo la percezione del dolore.

Va però ricordato che l’uso di cannabis pura, non a scopo terapeutico, provoca vari effetti collaterali, che vanno dalla temporanea riduzione delle capacità mnemoniche fino alla manifestazione di disturbi psicotici nei casi più gravi; spesso provoca nei consumatori la riduzione verso l’interesse a coltivare relazioni sociali e alla cura della propria persona, un fenomeno conosciuto come “sindrome amotivazionale”. Il consumo di questa sostanza ha poi ripercussioni anche sul fisico, con danni a carico del sistema respiratorio e cardiovascolare anche molto gravi nei casi di abuso.

In ogni caso, un’eventuale introduzione delle cure a base di cannabis in Italia avrebbe conseguenze molto positive per i malati, ma segnerebbe anche, da un punto di vista politico, il superamento delle posizioni proibizioniste che ha finora fermato la ricerca in campo medico dei farmaci a base di THC; non coinciderebbe, ovviamente, con la legalizzazione dell’uso di cannabis, ma sarebbe una liberalizzazione entro certi limiti dell’uso di questa sostanza.

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