La comunicazione politica all’epoca dei social, tra disintermediazione e orizzontalità
5 Ottobre 2023 – 17:07 | Nessun commento

E’ fenomeno orami consolidato, da almeno 10 anni a questa parte, il direttissmo comunicativo permesso ai soggetti politici dai social networks. Da questo punto di vista è possibile parlare di un fenomeno di mediatizzazione della politica o webpolitics, che garantisce una diffusione ad una platea straordinariamente più ampia del messaggio politico.La mobile revolution ha reso poi i social media straordinariamente piu’ diffusi e pervasivi, garantendo inoltre l’immediatezza del messaggio politico.In un metaverso che vede archiviata… Read more

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Comunione e Liberazione: quadro generale di una realtà con cui fare i conti

Scritto da – 19 Novembre 2013 – 15:09Un commento

Anche quest’anno, dal 18 al 24 agosto, si è svolto a Rimini il meeting di Comunione e Liberazione. Siamo alla trentaquattresima edizione, e si possono lasciar parlare i numeri: 700 mila presenze, 4 mila volontari, 170 mila metri quadri di spazi allestiti, 900 giornalisti accreditati, oltre 200 sponsor. Si tratta di una realtà sempre più importante nel nostro paese, con cui, volenti o nolenti, bisogna fare i conti. E non sono mai stati troppo nolenti di farci i conti i più illustri rappresentanti della politica italiana, presenza fissa al meeting. Quest’anno l’unico grande assente (che si fa notare, vista la costante partecipazione alle edizioni precedenti) è Roberto Formigoni, scaricato dagli organizzatori di CL dopo le inchieste in cui è stato coinvolto. Insomma, il meeting di Rimini è un appuntamento ormai di prima rilevanza nell’estate italiana.

C’è solo il rischio che questo meeting appaia, più che come un’occasione per riflettere su importanti interrogativi religiosi (come segnala il titolo di quest’anno, “emergenza uomo”), come una fiera del capitalismo italiano. In effetti, tra una raccolta firme contro l’aborto e una contro la legge anti-omofobia, colpiscono soprattutto i grandi marchi aziendali e gli sponsor troneggianti nei padiglioni.

Ma, dopo tutto, per Comunione e Liberazione la mondanità è un valore da ricercare; la fede, per CL, è vissuta nell’azione e nell’incontro. CL stessa nasce come confraternita che unisca gli studenti. E questa confraternita adesso unisce molti grandi gruppi, tutti radunati sotto la bandiera del meeting.

Ferruccio Pinotti, nel suo libro-inchiesta uscito per Chiarelettere, ha definito CL “la lobby di Dio”. Ma che cos’è davvero il movimento, al di là del meeting di Rimini? Vale la pena conoscere il movimento un po’ più da vicino, al di là della sua controversa – e chiacchierata – facciata.

La storia di Comunione e Liberazione è lunga ormai quasi sessant’anni. È il 1954 quando don Giussani, insegnante di religione, fonda “Gioventù studentesca” al liceo Berchet di Milano, radunando attorno a sé un piccolo gruppo di studenti. Il piccolo gruppo cresce e in breve tempo si diffonde in altre scuole; nel tempo di qualche anno nasce il gruppo adulto, con la missione di portare l’annuncio cristiano nella vita di tutti gli uomini. Superata la crisi del ’68, il movimento assume il nome con cui è attualmente noto, e riscuote un successo sempre maggiore tra universitari e lavoratori, si diffondono confraternite. L’obiettivo: il benessere dell’individuo. Che si realizza meglio attraverso il coinvolgimento del maggior numero possibile di persone nel movimento.

Ma è più interessante radiografare la situazione come si offre ai nostri occhi. Ad oggi, CL si presenta come una realtà in continua espansione sul territorio italiano, soprattutto in regioni come la Lombardia. Unisce nel proprio network consultori, università, imprese, banche, strutture sanitarie e decine di altre realtà.

Molti vi si avvicinano fin da giovanissimi, basti pensare alle migliaia di volontari entusiasti di passare le proprie vacanze lavorando al meeting. CL è molto attiva a livello universitario, attraverso cooperative studentesche come la CUSL, che con le sue dispense e i prezzi convenienti è uno dei centri di rifornimento del materiale preferito dagli studenti milanesi. Vengono organizzati inoltre gruppi di studio, incontri informativi per le matricole, raduni universitari che finiscono per essere molto allettanti. Soprattutto quando gli altri gruppi studenteschi si qualificano come inattivi o deludenti, CL all’università risulta essere l’alternativa preferita da un numero crescente di persone. In una realtà come quella universitaria, così grande e distante, piena di burocrazia, un gruppo di persone che aiuti e accompagni nel percorso è spesso un valido supporto per studenti e matricole.

Ma è possibile avvicinarsi al movimento anche prima: oltre ai gruppi universitari e alla storica Gioventù Studentesca alle superiori, si sono formati gruppi di Comunione e Liberazione anche tra studenti della scuola media inferiore, per iniziativa di alcuni insegnanti (che si riuniscono sotto l’evocativo nome de “il Graal”).

C’è da dire che “Date a Cesare quello che è di Cesare” forse non è il motto preferito di Comunione e Liberazione, la quale vede molti suoi membri occupare posizioni di rilievo nel panorama politico-economico italiano. Inoltre è interesse del movimento influenzare le leggi dello Stato Italiano in merito a temi quali l’aborto e l’omofobia, sulla base di specifiche convinzioni religiose. Perché “per noi il bene comune è una cosa seria”, come afferma Stefano Pichi Sermolli, portavoce di Comunione e Liberazione.

Ma si può chiudere un occhio, visto che il movimento piace davvero a tutti, e non solo agli studenti universitari. Lo stesso Bersani, al meeting del 2003 disse: “Se vuole rifondarsi, la sinistra deve ripartire dal retroterra di CL”. Si pensò anche di cambiare il nome del Partito Comunista Italiano in Comunità e Libertà, perché tra la sinistra italiana e il movimento le fondamenta sono le stesse. Questo benché Comunione e Liberazione non sia mai stata in buoni rapporti con i movimenti marxisti che hanno agitato la sinistra e che hanno causato, nel ’68, una crisi interna a CL.

Un movimento che prevede nel proprio programma educativo che ognuno si confronti con il mondo esponendosi “al rischio di scelte o orientamenti diversi da quelli indicati dall’educatore”, e che dunque vede la diversità come un rischio, forse si sentirebbe più a suo agio in un mondo senza “rischi”? C’è da dire che adesso i rischi sono pochi, visto che perfino gli ex-comunisti sventolano la bandiera del movimento.

Ma una base di interessi comuni, tra CL e rossi, a guardare bene, si può trovare, e va cercato nella propensione di entrambi alla welfare society e alla sussidiarietà. Ossia: meno intervento pubblico, più spazio alle cooperative (bianche e rosse).

Non bisogna dunque dimenticarsi della Confindustria parallela, la Compagnia delle Opere. La CdO è un’associazione imprenditoriale che vanta ben 40 sedi italiane (con grande concentrazione in Lombardia) e 15 estere, fondata principalmente da ciellini nel 1986. È costituita soprattutto da piccole e medie imprese, con 34.000 imprese ufficialmente associate e molte altre società che non aderiscono ma si riconoscono nella CdO. Questa può essere considerata il braccio economico del movimento, l’applicazione della dottrina sociale di Comunione e Liberazione, che prevede la presenza di cattolici nella società italiana. Non bastano pochi scaldaletti giudiziari a gettare ombre sulla fama della CdO, il cui fine resta sempre una migliore valorizzazione delle risorse umane e economiche.

Che cos’è dunque questo movimento di fronte a cui ci troviamo sempre più spesso? La grande rete di Comunione e Liberazione lega insieme studenti universitari e politici, ragazzini delle medie e imprese; si va dalla CUSL alla CdO; da Letta e Bersani a Monti sono molti i politici italiani che sono passati a partecipare agli incontri del meeting di Rimini. C’è l’amore dei fedeli e c’è il potere economico. È difficile decidere quale venga prima, perché se da un lato ci sono le imprese e gli sponsor, dall’altro ci sono i volontari appassionati. Forse non è nemmeno possibile dare una risposta univoca.

Certo è, però, che di fronte a una presenza così ben radicata nella nostra società almeno qualche domanda è obbligatorio porsela. Non è più possibile ignorare l’avanzata di Comunione e Liberazione e la sua influenza a tutti i livelli. Ci si imbatte nelle ramificazioni di CL nella vita di tutti i giorni. La religiosità di un gruppo diventa affare di tutti, nel momento in cui questo gruppo guadagna potere e diffonde la propria visione religiosa, influenzando la vita pratica. Come minimo bisogna essere consapevoli di che cosa il movimento sia, di dove sia (anche se forse si fa prima a chiedersi dove non sia). Bisogna sapere che quella dei gruppi universitari è solo una delle facce con cui CL si mostra, e che ce ne sono altre (CdO, network di servizi e strutture) dai lineamenti meno limpidi. A agosto c’è il meeting e se ne parla, ma durante il resto dell’anno Comunione e Liberazione si muove e cresce nel silenzio.

 

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