La comunicazione politica all’epoca dei social, tra disintermediazione e orizzontalità
5 Ottobre 2023 – 17:07 | Nessun commento

E’ fenomeno orami consolidato, da almeno 10 anni a questa parte, il direttissmo comunicativo permesso ai soggetti politici dai social networks. Da questo punto di vista è possibile parlare di un fenomeno di mediatizzazione della politica o webpolitics, che garantisce una diffusione ad una platea straordinariamente più ampia del messaggio politico.La mobile revolution ha reso poi i social media straordinariamente piu’ diffusi e pervasivi, garantendo inoltre l’immediatezza del messaggio politico.In un metaverso che vede archiviata… Read more

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La riforma della scuola secondo Renzi

Scritto da – 24 Settembre 2014 – 18:18Nessun commento

E’ una delle priorità del governo Renzi, come dallo stesso premier affermato più volte: le generazioni del futuro e del presente passano rispettivamente da un’eccellente scuola dell’obbligo e da un altrettanto eccellente sistema universitario. La Riforma della scuola, dall’esecutivo denominata “La buona scuola. Facciamo crescere il paese” è l’indiscutibile cardine di quella speriamo indimenticabile cavalcata lunga 1000 giorni che porterà (perlomeno queste sono le intenzioni) il Paese di nuovo a galleggiare economicamente e socialmente fra i migliori in Europa e nel mondo. Varato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca sotto la direzione del ministro Giannini, il progetto di rinnovamento del sistema scolastico italiano si basa su sei direttrici: 1) – Assumere tutti i docenti di cui la scola ha bisogno 2) – Formazione e carriera per i docenti: nuove opportunità 3) – I quattro principi dell’autonomia: valutazione, trasparenza, apertura, burocrazia zero 4) – Ripensare a ciò che si impara a scuola 5) – La scuola è “fondata sul lavoro” 6) – Le risorse, senza distinzioni: per pubbliche e private.

Ma è l’introduzione ad esserne il pezzo forte, la “stella polare” cui guardare per capirne il senso e la filosofia di fondo. Un incipit che riassume in poche righe il senso, l’orientamento alla concretezza che sembra caratterizzare il governo dell’ex sindaco di Firenze: fare una scuola buona per dare una risposta “strutturale” alla disoccupazione. Un investimento, economico in prospettiva per il Paese, culturale e subito fruibile per i ragazzi, che finalmente tira una riga sulle infinite discussioni a riguardo delle priorità da adottare con i soldi pubblici. Ora è la scuola di nuovo al centro dei progetti di risanamento a medio-lungo periodo. Del resto, da dove ripartire se non da chi reggerà la società di domani? Una volta si sarebbe detto: come istruire la classe dirigente del domani?

Sebbene orientativamente votato alla concretezza del risultato economico-sociale per la Nazione, il piano di Renzi per la “Buona Scuola” lascia spazio all’estro di ciascun ragazzo, alle doti che ciascuno, per sua parte, può mettere in gioco. E sarà proprio la somma di tutte queste “positività” a dare al Paese quel risultato di prosperità che tutti ci attendiamo possa tornare a risplendere sulla nostra vecchia e cara Italia. Una scuola che “sviluppi il pensiero critico e stimoli la curiosità sul mondo”: questo l’obiettivo del sistema d’istruzione.

E se le spending reviews, le finanziarie e la voce “Scuola” nel bilancio della Pubblica Amministrazione vengono messe a confronto con la sostanza che la scuola apporta alla società, il risultato economicamente positivo per tutti non può essere il solo fine che il Governo aveva in mente quando ha deciso di mettere mano al sistema scolastico. E’ addirittura la democrazia, o meglio, un rafforzamento della democrazia e della qualità della stessa il target che Matteo Renzi ha in mente per le generazioni del domani. Una scuola equiparata ad un “meccanismo permanente di innovazione e sviluppo”: una definizione ambiziosa ma concretamente interessante, un “motore” del cambiamento per parlarci chiari.

Per chiudere, la “rivoluzione”, così come la chiama il Governo, sarà una rivoluzione di “avanguardia e non di retrovia”. Di avanguardia in quanto guarda al futuro e all’investimento non egoistico sul presente che le tasche degli italiani in termini di tasse faranno sulla scuola. Un ottimo modo per spenderli, l’unico veramente essenziale per dare una luce in fondo ad un tunnel imboccato oramai da troppo tempo.

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