La comunicazione politica all’epoca dei social, tra disintermediazione e orizzontalità
5 Ottobre 2023 – 17:07 | Nessun commento

E’ fenomeno orami consolidato, da almeno 10 anni a questa parte, il direttissmo comunicativo permesso ai soggetti politici dai social networks. Da questo punto di vista è possibile parlare di un fenomeno di mediatizzazione della politica o webpolitics, che garantisce una diffusione ad una platea straordinariamente più ampia del messaggio politico.La mobile revolution ha reso poi i social media straordinariamente piu’ diffusi e pervasivi, garantendo inoltre l’immediatezza del messaggio politico.In un metaverso che vede archiviata… Read more

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A cento passi dal Duomo, l’università Statale incontra Giulio Cavalli

Scritto da – 11 Dicembre 2013 – 12:482 commenti

A dire “nomi, cognomi e infami” mafiosi ci si ritrova una pistola nel giardino di casa. Questa è la vita di Giulio Cavalli. Questo è il nostro Paese. La bella Italia, la grande Milano dove “la vetrina deve essere sempre rassicurante” e il silenzio rosa della gente che sa ma non parla, ingozza le menti. Dove la Moratti dichiarò che la mafia non esiste, eppure in Italia, nel nostro bel Paese, ci sono circa 800 cittadini che sono costretti a vivere sotto scorta. E c’è il pentito Luigi Bonaventura, che canta la cronaca di un omicidio annunciato, proprio quello dell’arlecchino scassaminchia Cavalli. O meglio, dell’attore partigiano Cavalli. Da venditore di surgelati a bottegaio di mestieri teatrali; dalla provincia senza vie di mezzo (o ti atrofizza il cervello o ti fa spiccare il volo), molto via Gluck, alle città degli alti torracchioni infiltrati di ‘ndrangheta; dai furbetti lodigiani del quartierino ai signoroni di Expo 2015, ovvero il più grasso banchetto che si stia allestendo in regalo alle cosche criminali.

Autore. Attore. Regista teatrale. Consigliere regionale. Evoluzionario. Costituzionale, perché col suo non-silenzio svolge “secondo le proprie possibilità e la propria scelta un’attività o una funzione che concorre al progresso materiale o spirituale della società”.

Lui è l’erede di Dario Fo, Giancarlo Siani, di Pippo Fava. Lui, l’erede di Peppino Impastato. E noi? Noi siamo i figli delle stelle, pronipoti di sua maestà il denaro e gli amanti di un’informazione che si autocensura, che preferisce vivere comoda e si dimentica degli atti giudiziari. Tanto irresponsabili, noi, da metterci a giocare alla briscola infame della delegittimazione. A braccetto di chi ci vuole male e lo vuole morto. Così una fosca italietta ignorante finisce per accusare Giulio Cavalli di credersi il campione dell’antimafia, addirittura di aver creato un’impresa lucrosa specializzata nella produzione di favole malavitose. Quando, piuttosto, tra i suoi spettacoli più noti compaiono “Kabum!..come un paio di impossibilitàsulla resistenza italiana, “(Re) Carlo (non) torna dalla battaglia di Poitiers” una giullarata in occasione del quinto anniversario dalla morte di Carlo Giuliani, “Linate 8 Ottobre 2001: la strage” un monologo sull’incidente aereo che costò la vita a 118 persone e “Bambini a dondolo” dramma circa il turismo sessuale infantile. Ancora, quando l’unica impresa lucrosa specializzata nella produzione di favole rimane la politica dei palazzi, oltre tutto colpevole d’impolpare le casse di quell’altra brutta impresa grazie a fiumi fatti di sangue candido.

Comunque giù al nord Cavalli non si arrende. Continua la lotta per la legalità, non come un proclama domenicale ma con le mani, con la bocca, con la pelle. Cercando di unire meticolosamente i puntini. Prendendosi cura dell’onore della nostra memoria. Se ridiamo del boss, il boss è nudo e cade a pezzi. Se scordiamo il passato, scordiamo pure il presente e l’oblio diventerà brodo di coltura per una mafia più forte. Appunto, solo il giorno in cui non sarà Cavalli o non sarà Saviano a doverci stanare informazioni, allora questa terra non avrà bisogno di eroi e non ucciderà santi. Impegno ordinario di tutti e non impegno straordinario di pochi.

Qui in Festa del Perdono (aula 102), Orizzonte Universitario incontrerà Venerdì 13 Dicembre alle ore 14.30 Giulio Cavalli. Lo faremo assieme, a cento passi dal Duomo. Tutti sono invitati a dimostrare che la mafia ha paura dell’effetto che la cultura fa soprattutto sui giovani. La cricca teme il disgelo dell’indifferenza settentrionale e noi le faremo trovare soltanto cubetti sciolti.

«Teatrare è un dovere. Saperlo è un dovere.»

 

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