La comunicazione politica all’epoca dei social, tra disintermediazione e orizzontalità
5 Ottobre 2023 – 17:07 | Nessun commento

E’ fenomeno orami consolidato, da almeno 10 anni a questa parte, il direttissmo comunicativo permesso ai soggetti politici dai social networks. Da questo punto di vista è possibile parlare di un fenomeno di mediatizzazione della politica o webpolitics, che garantisce una diffusione ad una platea straordinariamente più ampia del messaggio politico.La mobile revolution ha reso poi i social media straordinariamente piu’ diffusi e pervasivi, garantendo inoltre l’immediatezza del messaggio politico.In un metaverso che vede archiviata… Read more

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ExCuem Milano: partono le sbarre per massacro in Università ovvero la Storia di Federico

Scritto da – 9 Settembre 2013 – 11:142 commenti

C’era una volta Federico. Federico ha 28 anni ed è uno studente universitario fuori sede dell’Accademia di Brera. La sera del 14 Febbraio scorso decide assieme ad un amico di festeggiare San Valentino al party organizzato in Statale dal collettivo ExCuem. Lì c’è la musica, c’è da bere e da mangiare, ci sono moltissimi ragazzi, alcuni disegnano. Così anche Federico estrae dalla tasca un pennarello ed abbozza su un manifesto riguardante prigionieri politici comunisti. Federico “non ha un impegno politico, è un artista e non aveva intenzione di offendere o neutralizzare il messaggio del poster, bensì solo quella di disegnare”. Ma una ventina di presenti, tra cui forse Lorenzo Kalisa Minani(30 anni -imputato nel processo a carico di certi esponenti del movimento NoTav – già arrestato nel Gennaio 2012 per l’inchiesta della Procura di Torino inerente agli scontri del 2011 in Val di Susa) e Simone di Renzo (26 anni), non la pensano altrettanto, quindi lo accerchiano e lo pestano. Lo pestano nel cortile e lo pestano fuori dall’ateneo. Pugni, calci, calci e pugni, pugni e calci. Lo pestano tanto forte che, quando lo lasciano nel selciato senza sensi e incoronato da uno specchio di sangue, credono sia morto. Eppure Federico è ancora vivo, almeno abbastanza da riuscire a trascinarsi a piedi verso casa, e allora la pattuglia dei carabinieri che arriva sul posto all’1.30 dopo la chiamata concitata di qualche testimone incredulo trova soltanto altri testimoni minacciati di botte nel caso cantassero la verità alle forze dell’ordine.

Nel frattempo trascorrono 10 giorni, Federico è stato scelto dal comune come scrutatore del suo seggio per le elezioni politiche, denuncia tutta la pastoia disumana e, essendosi accorto di un cedimento nella fronte, va al Pronto Soccorso dell’ospedale San Paolo: diagnosi di frattura della parete anteriore del seno frontale con prognosi di guarigione di 68 giorni. Qui il medico di turno è costretto a far rapporto ai carabinieri, che riprendono repentinamente le indagini. Ebbene, il 15 Marzo Federico viene sottoposto ad un intervento maxillofacciale ricostruttivo di 7 ore, alla fine del quale si ritrova con 8 placche – 15 viti – una brutta cicatrice – lesioni per il rientro della scatola cranica -l’arretramento dell’occhio – danni estetici e funzionali permanenti.

Nel frattempo trascorrono altri 5 mesi e precisamente la mattina di 5 giorni fa (Mercoledì 4 Settembre) i carabinieri hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP Cristina Di Censo sulla scorta delle indagini del PM Piero Basilone e del procuratore aggiunto Maurizio Romanelli, capo del Quarto Dipartimento Antiterrorismo, nei confronti di quel Lollo e di quel Simone. Entrambi studenti universitari di area antagonista iscritti alla facoltà di Scienze Politiche. Entrambi individuati grazie a diverse deposizioni. Entrambi dovranno rispondere di lesioni personali gravissime e violenza privata aggravata, commesse in concorso con altri giovani che sono in corso d’identificazione. Perché Federico di quella notte maledetta può ricordare davvero poco, nemmeno una faccia.

Il sindaco di Milano Giuliano Pisapia dichiara: “Ribadisco la mia totale solidarietà allo studente che lo scorso febbraio subì un violento pestaggio. Va respinto con forza ogni tentativo di accendere focolai di intimidazione e violenza”.

Gli Avvocati Eugenio Losco e Mauro Straini, difensori degli indagati, rispondono: “Alcuni ragazzi si sono picchiati ad una festa di carnevale in università. Sfortunatamente, uno di loro si è fatto male. Un fatto serio, certo, ma uguale a mille altri che succedono e succederanno, a un concerto, in discoteca, per strada. Reati comuni, si chiamano. E se i due studenti arrestati ne risulteranno giuridicamente responsabili ne risponderanno. Ma non è questo il punto. Il punto è: se di reati comuni si tratta, perché allora le indagini sono condotte dalle sezioni antiterrorismo dei carabinieri e della Procura? Perché avrebbero cominciato a litigare per un manifestino politico? E se avessero discusso per questioni di tifo calcistico, cosa sarebbe successo, sarebbe intervenuto il CONI? Quel che è certo è che intanto sui quotidiani si sprecano i ragionamenti che partono dalla militanza politica degli arrestati e arrivano a giudicare, col metro del litigio alla festa dell’università, la lotta NoTav o l’esperienza dell’ExCuem alla Statale. Ma fare ragionamenti basati sul presunto incipit del litigio per condannare esperienze del tutto estranee, questo sì è politico. E lo è in un senso ben preciso. E’ reazionario. Si vuole discutere di Tav? Bene, lo si faccia, ma allora si parli di infiltrazioni mafiose, di costi, di utilità, del diritto di decidere del proprio futuro. Si vuole discutere dell’ex-Cuem? Bene, si parli di università, di baronaggio, di università azienda, degli effetti della riforma Gelmini. Si vuole parlare di politica? Lo si faccia in termini di onestà intellettuale e di verità. Questo se qualcuno spera ancora di cambiare qualcosa. Se no, andiamo pure avanti così, con buona pace di chi ancora ne ha.Un tempo si diceva che solo la verità è rivoluzionaria.”

Simone Di Renzo durante l’interrogatorio di garanzia controbatte:“Ero fuori dall’Università e sono intervenuto con parole forti per calmare gli animi di qualcuno. Io la vittima non l’ho neppure vista. Nessuno si è accorto di niente, della gravità dell’accaduto. Neanche il ferito”.

L’altro accusato ribadisce: “I fatti sono andati in modo diverso rispetto a quanto contestato nell’ordinanza. Siamo rammaricati. Abbiamo saputo solo mercoledì che Federico ha riportato lesioni così gravi.”

L’Assemblea degli Studenti di Scienze Politiche stronca: “Da subito si è scatenata la gara dello sbatti il mostro in prima pagina. Non intendiamo prestarci all’uso strumentale che è stato fatto dai giornali e dalla questura su una vicenda che non ha alcun contenuto politico. Non è un caso, infatti, che su tutte le testate venga sottolineata la partecipazione dei due all’interno del movimento studentesco (proprio alla vigilia del nuovo anno accademico) e del movimento NoTav. Non è un caso che l’inchiesta sia condotta dal PM Basilone – lo stesso che ha firmato gli arresti per resistenza dopo lo sgombero della ExCuem in Statale – e dal procuratore Romanelli. Ora, il tentativo è quello di delegittimare qualunque studente o gruppo politico che all’interno delle facoltà si opponga al processo di ristrutturazione e di aziendalizzazione dell’università, contro lo smantellamento del diritto allo studio. La nostra critica ad un’università subordinata alle esigenze del mondo imprenditoriale, a scapito dei diritti, si scontra quindi con gli interessi della classe dirigente, che sempre in misura maggiore necessita di luoghi di formazione funzionali alla creazione di lavoratori precari e ricattabili. Tentano un attacco ai fianchi, a cui semplicemente risponderemo proseguendo le nostre lotte. Giornalisti, politici e magistrati pretendono di giudicare l’operato politico dell’Assemblea di Scienze Politiche attraverso un evento che si presta a facili strumentalizzazioni. Tutto questo perché impossibilitati a farlo sui contenuti espressi in tutti questi anni, contenuti che tanti studenti con la loro partecipazione hanno sostenuto. A questi ultimi lasciamo un giudizio scevro dalla propaganda politica propinata da giornali e questura.”

Per ora finisce qui la nostra storia. E la morale della “favola” che vi ho dolentemente raccontato è la seguente: 1. se fracassi il cranio di un ragazzo, chiunque tu sia – a qualunque gruppo ideologico tu appartenga – a qualunque gruppo ideologico lui appartenga – per qualunque ragione (politica, calcio, religione, orientamento sessuale, incompatibilità caratteriale, caciotte..), hai torto. Bisogna solo capire chi in effetti tu sia; 2. se siete insigni uomini di legge che si trovano a difendere due giovani, che sì fino a prova contraria sono considerabili innocenti ma ad un ragazzo è stato fracassato il cranio e pure la Vita, dovete pensarci due volte prima di cedere all’ironia dozzinale; 3. se sei uno dei 60.000 studenti dell’Università degli Studi di Milano ed alcuni tuoi pseudo colleghi passionabili sono stati lì lì per uccidere Federico, più prima che poi il Rettore Vago investirà i già anoressici finanziamenti statali in vigilanti – telecamere – tesserini e tornelli all’ingresso piuttosto che intavolare un dialogo concreto coi dissidenti.


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