La comunicazione politica all’epoca dei social, tra disintermediazione e orizzontalità
5 Ottobre 2023 – 17:07 | Nessun commento

E’ fenomeno orami consolidato, da almeno 10 anni a questa parte, il direttissmo comunicativo permesso ai soggetti politici dai social networks. Da questo punto di vista è possibile parlare di un fenomeno di mediatizzazione della politica o webpolitics, che garantisce una diffusione ad una platea straordinariamente più ampia del messaggio politico.La mobile revolution ha reso poi i social media straordinariamente piu’ diffusi e pervasivi, garantendo inoltre l’immediatezza del messaggio politico.In un metaverso che vede archiviata… Read more

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Siria, sconfitto è sempre il popolo

Scritto da – 18 Settembre 2013 – 09:21Un commento

In questi giorni non si fa altro che discutere su chi abbia ragione. Da una parte, gli USA ed Israele. Hanno fermamente condannato gli attacchi chimici di Assad sui civili, e si sono dichiarati pronti per un imminente attacco contro la Siria; Dall’altra, Assad, con l’aiuto di Russia e Cina, i quali hanno più volte affermato il diritto del presidente siriano di difendersi dal colpo di stato del quale è oggetto. Stop. Non vi sono altri schieramenti. Come fosse un grande gioco a premi, possiamo scegliere se stare dalla parte di Barack Obama o dalla parte di Bashar al Assad. Personalmente, ritengo ci sia un altro schieramento in gioco. Il solo ed unico che dovrebbe avere voce in capitolo in questa vicenda: Il popolo siriano. Giustamente in questi giorni abbiamo assistito alle più dure prese di posizione di Obama nei confronti dell’attacco chimico avvenuto il 21 Agosto per mano del presidente siriano. Vittime accertate: 1400. Quante sono le vittime in Siria dall’inizio degli scontri? Oltre centomila. Ciò naturalmente non è un modo per sminuire quel che è accaduto, ma per quale motivo soltanto ora ci si è voluti muovere? Perché per così tanto tempo i ribelli siriani sono stati lasciati soli? Le armi chimiche usate, sono davvero il motivo cardine dell’attacco statunitense, oppure vi è altro dietro?

Perché, se è vero che la storia insegna ma non ha alunni, come diceva Gramsci, è importante rinfrescarsi un po’ la memoria. Gli Stai Uniti, che storicamente hanno sempre avuto così tanta democrazia in patria da volerla esportare a tutti i costi, facendosi paladini della giustizia, più volte in passato hanno usato armi di distruzione di massa ed armi chimiche. La prima, e per fortuna l’ultima, bomba atomica usata sui civili è stata lanciata proprio dagli Stati Uniti. E vogliamo parlare delle bombe al napalm usate in Vietnam? Le vittime per mano statunitense dalla seconda guerra mondiale ad oggi sono quasi otto milioni.

Naturalmente Obama ha specificato che l’attacco sarebbe mirato. Ma una domanda che sorge spontanea è: mirato come fu per l’Iraq? Oppure il premio nobel per la pace intende mirato come è accaduto in Afghanistan? I civili morti in entrambi i paesi per mano statunitense sono migliaia.

E vogliamo parlare di Israele? L’altro grande salvatore del popolo siriano? Tutt’oggi sulla Striscia di Gaza piovono bombe al fosforo bianco e proiettili fléchette vietati dalla Comunità Internazionale. Dunque il vero motivo per il presidente israeliano Netanyahu non è salvaguardare il popolo siriano da ulteriori attacchi, bensì eliminare un altro nemico storico.

Con ciò non bisogna in alcun modo pensare che Assad abbia ragione. Le violenze ed i brutali attacchi che l’esercito siriano ha inflitto ai civili devono essere condannate duramente, senza se e senza ma.

La cosa forse più preoccupante di tutto ciò, è che l’unica voce fuori dal coro è stata quella del Papa. Organizzando una giornata di digiuno contro la possibile guerra in Siria, Papa Francesco ha perlomeno focalizzato l’attenzione pubblica sulla questione. Numerose sono state le persone che hanno preso parte al digiuno, fra le quali anche tre ministri del governo italiano. Ma è mai possibile che non vi sia stato un governo che si sia schierato contro questa nuova ed inutile guerra? Perché, ricordiamo che  in l’Inghilterra, la quale non parteciperà al fianco degli USA, il governo di David Cameron avrebbe voluto intervenire in Siria, ma il Parlamento ha votato contro.

Una guerra, come abbiamo potuto più volte vedere in passato, non può in alcun modo portare alla salvezza di un popolo o di una nazione. Le misure da prendere per mettersi davvero al fianco del popolo siriano sono ben altre. La diplomazia, ad esempio, può essere un modo con il quale si può uscire da questa situazione. Costringere Assad ad ascoltare il popolo, e nel caso a dimettersi; Aprire le frontiere con il Libano, la Turchia o l’Iraq, per accogliere le migliaia di profughi che scappano dal conflitto. L’unico bombardamento che dovrebbe avvenire in Siria, è quello di medicinali e cibo nelle zone più colpite dalla guerra.

“La violenza genera violenza; l’odio genera odio e l’intransigenza genera altra intransigenza. E’ una spirale discendente, e alla fine non vi è che distruzione, per tutti”, diceva Martin Luther King. Lui si, veramente, un Premio Nobel per la Pace.

 

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