Sapienza, la fine dell’era Frati
Il 31 Ottobre si è finalmente chiuso, dopo sei anni, il ciclo del “Barone Frati”, come lo ha elegantemente definito il settimanale L’Espresso. Per mettere la parola fine a questi sei anni di scandali, si è dovuti arrivare alle nuove elezioni, le quali hanno visto una sfida a due tra Giancarlo Ruocco, 55 anni, ordinario di Struttura della materia nella facoltà di Fisica, ex direttore di Dipartimento, prorettore alla ricerca e coordinatore del ‘Center for nano life science’ dell’Istituto italiano di tecnologie presso lo stesso ateneo; e Eugenio Gaudio, 58 anni, preside dal 2010 della facoltà di Medicina, vice dell’ex rettore Luigi Frati, con il quale ha condiviso per 9 anni gli uffici della presidenza; professore ordinario, a capo anche della Conferenza permanente delle facoltà e scuole di Medicina e Chirurgia e direttore del Dottorato di ricerca in Epatologia sperimentale e clinica.
Il primo turno elettorale, tra il 23 e il 26 settembre, aveva portato ad un nulla di fatto. Per favorire l’elezione del rettore, quattro concorrenti su sei hanno ritirato la candidatura: Andrea Lenzi, Renato Masiani, Roberto Nicolai e Tiziana Catarci. Tra il 30 settembre e il 3 ottobre sono tornati a votare i professori di ruolo, i ricercatori, gli studenti che fanno parte delle Assemblee di Facoltà, del Senato Accademico e del Consiglio di Amministrazione, il personale dirigente e tecnico-amministrativo e i rappresentanti dei titolari di assegno di ricerca (eletti nei consigli di Dipartimento).
Eugenio Gaudio ha poi vinto il secondo turno raccogliendo il 59,9% delle preferenze. Staremo a vedere come si comporterà il nuovo rettore, se seguirà (speriamo di no) le orme del suo predecessore, oppure finalmente guiderà la Sapienza verso nuove mete. Ha vinto il candidato preferito del rettore uscente Luigi Frati? Il dubbio rimane irrisolto.
Non sarà certo un compito facile il suo. Dovrà ridare dignità ad un ateneo che è scivolato tra il 301° e il 350° posto al mondo; cavarsi d’impaccio riguardo alla faccenda del Policlinico Umberto I (400 milioni di euro che saranno spesi nei prossimi anni, appalti e ruoli tutti da assegnare e il peso dell’ateneo è rilevante); esprimersi sul baronato crescente a medicina e più in generale all’università; prendere in considerazione i concorsi farsa su cui la procura è chiamata in causa.
Eugenio Gaudio sarà dunque chiamato in primis a cancellare gli errori del Barone Frati. Forse ciò che più ci auguriamo è che non vengano commessi gli stessi errori. Uno su tutti: Lo scandalo parentopoli. Infatti Luigi Frati, da quando nel 1990 è divenuto Preside della facoltà di Medicina e Chirurgia, ha cercato in tutti i modi di sistemare come meglio poteva il suo albero genealogico. Non c’era membro della casata baronale Frati che non potesse essere inserito in qualche lavoro profumatamente remunerato. Moglie, figlia, figlio, nipoti, e chi più ne ha, più ne metta. Peccato per i pochi anni trascorsi come rettore (sei), altrimenti anche il pappagallino di famiglia sarebbe diventato titolare di cattedra. Magari Radiologia Veterinaria.
Sono cadute nel vuoto le tante denuncie di studenti e professori. Anche quando ad interrogarsi su Frati sono state la trasmissione Report e poi giornali come Repubblica ed il Corriere della Sera non è stato sortito alcun effetto. Si alzava il polverone per un mesetto, salvo poi far tornare tutto nell’oblio.
La prima ad entrare nel grande universo della “Facoltà di Medicina” è stata la moglie di Frati, Luciana Rita Angeletti. Naturalmente i complottisti penseranno che la dottoressa Angeletti sia divenuta titolare di cattedra grazie alla raccomandazione del marito. Niente di più sbagliato. La dottoressa Angeletti infatti è laureata. In cosa? In lettere. Cosa c’entra Lettere con la facoltà di Medicina? Bhè questo non lo sa nessuno, ma possiamo esser certi che la dottoressa è talmente in gamba da poter arrivare alla cattedra di Medicina anche avendo una laurea diversa.
Magari qui i complottisti dopo una mezzora di discussioni accetteranno questa versione dei fatti. E la figlia? Bhè in effetti anche la situazione della figlia va analizzata. Anch’essa, per pura COINCIDENZA, lavora nella stessa facoltà della madre (e del padre). Paola Frati infatti è titolare di cattedra di Medicina Legale. Già mi immagino le proteste dei soliti complottisti, ma loro non sanno che anche Paola è laureata. Come dite? Si, lo so che è laureata in Giurisprudenza e che tale laurea calzi poco con Medicina, ma anche la figlia deve avere una gran testa e di conseguenza si sarà meritata la cattedra in una facoltà diversa da quella della sua laurea.
Abbiamo finito? Non ancora. Sento una nuova ondata di proteste da parte dei soliti noti. Questa volta nell’occhio del ciclone è capitato un altro membro della famiglia Frati. Incredibile quante coincidenze. Secondo voi dove è finito a lavorare il piccolo Giacomino? Lo so, la risposta è scontata, ma anche qui deve esserci una spiegazione logica. Ricercatore a soli 28 anni, è divenuto titolare di cattedra tre anni dopo, alla “veneranda” età di 31 anni. Alla faccia di chi dice che in Italia per i giovani non vi è lavoro.
Report ha mandato in onda un servizio su come Giacomino sia divenuto professore ordinario. Egli ha dovuto discutere la prova orale sui trapianti cardiaci davanti a una commissione composta scelta appositamente. Naturalmente parliamo di esperti cardiologi. Come dite? Nella commissione erano presenti solo due professori di igiene e tre odontoiatri? Probabilmente i cardiologi erano tutti impegnati a salvare vite umane in quel frangente. Vinta la selezione, il giovane Giacomino viene poi chiamato come associato a Latina, appendice del policlinico universitario il cui rettore chi è? Papà Frati, naturalmente. Non è finita qui mi dite? Cos’altro può essere successo ancora? Il 28 gennaio 2011 il rettore Frati sceglie come commissario straordinario del policlinico Antonio Capparelli, il quale, poco dopo, il 22 marzo, diviene direttore generale. Il 19 aprile Capparelli crea l’unità programmatica di tecnologie cellulari-molecolari applicate alle malattie cardiovascolari. E chi chiama a farne da primario? Giacomo da Latina, figlio minore della casata baronale Frati. Naturalmente, cari complottisti, queste sono solo coincidenze. Piccole, misere, coincidenze.
Tommaso Gavi
Francesco Carta
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