La comunicazione politica all’epoca dei social, tra disintermediazione e orizzontalità
5 Ottobre 2023 – 17:07 | Nessun commento

E’ fenomeno orami consolidato, da almeno 10 anni a questa parte, il direttissmo comunicativo permesso ai soggetti politici dai social networks. Da questo punto di vista è possibile parlare di un fenomeno di mediatizzazione della politica o webpolitics, che garantisce una diffusione ad una platea straordinariamente più ampia del messaggio politico.La mobile revolution ha reso poi i social media straordinariamente piu’ diffusi e pervasivi, garantendo inoltre l’immediatezza del messaggio politico.In un metaverso che vede archiviata… Read more

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Brera2: il disagio

Scritto da – 9 Gennaio 2012 – 18:42Un commento

Magari in un giorno di marzo a Brera può scoppiare la rivoluzione.  Questo diceva poco meno di un anno fa Bifo alias Francesco Berardi, ex leader studentesco nel 1977 e oggi docente a contratto a Brera. Quello che a prima vista può sembrare lo sproloquio di un provocatore è invece una frase che descrive in modo efficace il clima di tensione che si respira da qualche anno in una delle accademie d’arte più famose d’Europa. Non tutti sanno che la prestigiosa Accademia di Belle Arti di Brera possiede una succursale nata nel 1998, la cosiddetta Brera2. Il direttore di allora la definì la Brera del futuro, una scuola tecnologica e sperimentale destinata a crescere. Peccato che a oggi, le scuole di Nuove Tecnologie dell’Arte e Progettazione Artistica per l’Impresa si trovino ancora al secondo e terzo piano del fatiscente istituto tecnico Zappa in viale Marche, esattamente come 14 anni fa. Allora si trattava solo di 300 iscritti, ma il numero è presto arrivato a 1’000 e la situazione è diventata insostenibile. Lezioni con centinaia di studenti si svolgono in aule costruite per contenerne una ventina, data la scarsità di mezzi ed il sovraffollamento molti corsi vengono divisi permettendo agli studenti di seguire solo la metà delle ore previste. Tra l’altro la sede di Brera2 dispone di un collegamento internet ADSL con velocità di soli 2 mega, che spesso impedisce il regolare svolgimento delle lezioni rendendo impossibile navigare in rete. Anche la situazione dei professori non è delle migliori; la maggior parte di loro sono docenti a contratto, contratto che non vedono fino alla fine dell’attività lavorativa. Inutile dire che questo ambiente di lavoro poco sereno influisce negativamente sulla qualità dell’insegnamento.

Ma che c’entra tutto questo con Bifo e la sua “lezione di insurrezione”?

Ora ci arrivo. A marzo dell’anno scorso, ad aggiungersi a questo clima non proprio rilassato, arriva l’ennesima cattiva notizia. Il CDA comunica che causa cattiva gestione precedente c’è un ammanco di 7 milioni di euro nel bilancio, il che significa tagli sui progetti speciali delle scuole, sulle ore dei docenti a contratto e su tutto il personale tecnico.

Brera2 però vanta sempre più iscritti, che con le tasse scolastiche portano circa 1 milione di euro l’anno. Le spese complessive della scuola (stipendi dei contrattisti, tecnici, materiali) ammontano a circa 530 mila euro, quindi il bilancio della scuola risulta in attivo. Allora come mai apportare tagli proprio a questo dipartimento?

Docenti, tecnici e studenti di Brera2, isolati dal resto di Brera e ignorati dalla consulta si sono mobilitati. Obbiettivo comune: capire dove fossero finiti i soldi.

I più maligni hanno pensato che il Consiglio Accademico ed il Consiglio di Amministrazione, con la complicità di molti docenti, abbiano sperperato soldi per l’attuazione di progetti superflui di cui nessuno ha tenuto traccia, destinati ad arricchire le tasche dei docenti che li organizzavano.

Perché altrimenti ci dovrebbero essere fondi per i workshop, ma non per moltiplicare i docenti contrattisti, potenziare la banda larga, acquistare computer e materiali didattici?

C’è anche chi se l’è presa con la sede centrale di Brera scatenando una faida interna.

Ma ecco che nel cortile dell’accademia, davanti agli studenti mobilitati, arriviamo al discorso di Bifo che punta il dito contro il mondo della finanza, contro gli 8 miliardi tolti alla scuola dalla riforma Gelmini, contro il governo di allora. Urla che siamo costretti a vivere una vita di merda, e lo sarà sempre di più se non ci ribelliamo. Applausi , ma poi la rivoluzione naturalmente non si è vista.

Le colpe non sono mai state chiarite e ora Brera2 è messa peggio di un anno fa.

Gli studenti sono tornati a casa rassegnati, disperati, stanchi di vedere le cose pubbliche funzionare male. Condannati a scappare come i loro avi, a rubare come i loro nonni o peggio ancora subire come i genitori. O finalmente a ribellarsi.

Beatrice Milani


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