Milano e i tram dimenticati
Zona Arco. Tra i locali da aperitivo super acchittati e le macchine che sfrecciano su Corso Sempione si erge, negletta e consunta, la testimonianza di una Milano che non esiste più. All’angolo tra Corso Sempione e via Moscati, tra l’erba del controviale, guardando con attenzione potrete scorgere un respingente ferroviario che, per pura fatalità, è resistito al tempo e ai tanti cambiamenti urbanistici subiti dalla città. Né le sue velleità estetiche né il riconoscimento di un suo valore di testimonianza storica ne hanno permesso la conservazione. Eppure questo scalcinato respingente ferroviario ci parla di una mobilità milanese scomparsa. Dovete sapere infatti che l’Arco della Pace alla fine dell’Ottocento era divenuto il capolinea di tutte le linee tranviarie interurbane. La prima tratta ad essere inaugurata nel 1877 era quella che collegava Milano con Saronno, ma nel giro di pochi anni vennero attivati collegamenti con tutte le maggiori città lombarde e piemontesi. La popolazione affibbiò presto simpatici nomignoli a questi tram: “sgincherlin” (serpeggianti) oppure “gamba de legn” per via della loro andatura caracollante. Viaggiare con questi mezzi doveva essere tutt’altro che confortevole: trainati da cavalli (ben presto sostituiti da motrici a vapore), questi tram viaggiavano a velocità molto ridotte rendendo il viaggio lento ed estenuante. Se il fatto di doverci mettere una giornata per raggiungere Gallarate non vi basta, pensate che quando il tram passava per le vie più strette veniva preceduto dal “cantoniere” che suonava la tromba per avvisare gli abitanti. Pittoresco quanto meno, ma pensateci bene la prossima volta prima di lamentarvi del passante!
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