La comunicazione politica all’epoca dei social, tra disintermediazione e orizzontalità
5 Ottobre 2023 – 17:07 | Nessun commento

E’ fenomeno orami consolidato, da almeno 10 anni a questa parte, il direttissmo comunicativo permesso ai soggetti politici dai social networks. Da questo punto di vista è possibile parlare di un fenomeno di mediatizzazione della politica o webpolitics, che garantisce una diffusione ad una platea straordinariamente più ampia del messaggio politico.La mobile revolution ha reso poi i social media straordinariamente piu’ diffusi e pervasivi, garantendo inoltre l’immediatezza del messaggio politico.In un metaverso che vede archiviata… Read more

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Freddie Gray, una morte che chiede Giustizia

Scritto da – 18 Maggio 2015 – 16:00Nessun commento

Demonstrators march in Baltimore, MarylandFreddie Gray. Un nome tra i tanti negli Stati Uniti di America. Il nome di un ragazzo nero morto in ospedale all’età di 25 anni ospedale. Deceduto il 19 aprile scorso, a causa delle ferite riportate durante l’arresto avvenuto una settimana prima della sua morte. Al giovane sono state trovate fratture alle vertebre cervicali e, secondo alcuni mezzi d’informazione, anche la laringe spezzata. Il video dell’arresto, filmato da alcuni testimoni, mostra Gray bloccato da due poliziotti, e trascinato dentro un furgone della polizia. Baltimora è il luogo in cui si sono svolti i fatti. Il paese ha ormai catturato l’attenzione dei media globali a seguito delle proteste, sia pacifiche che violente, successive all’ennesimo caso ancora da chiarire. A creare tensione nel paese sono gli spettri del passato razziale statunitense gli avvenimenti recenti che hanno scosso l’opinione pubblica. Per citare alcuni casi simili avvenuti nel corso dell’ultimo anno ricordiamo il 18enne nero di Ferguson (Missouri), ucciso da un poliziotto bianco, e gli spari alla schiena di un altro nero disarmato ad opera di un poliziotto (bianco) in South Carolina. Quest’ultimo episodio è stato anche filmato dal cellulare di un testimone.

Sul caso Freddie Gray si è subito pronunciata la sindaca Stephanie Rawlings-Blake e il commissario di polizia Anthony W. Batts che hanno promesso un’indagine approfondita per accertare la verità.

La reazione della popolazione di colore non si è lasciata attendere e per diversi giorni sono state organizzate manifestazioni di protesta. Duecento manifestanti alle prime, più di mille dopo qualche giorno. Il 26 aprile, dopo circa un’ora e mezza di manifestazione pacifica, alcuni uomini si sono diretti verso il campo di baseball di Baltimora e nel tragitto hanno distrutto vetrine e auto. Gli episodi violenti hanno portato a 12 arresti, a cui se ne sono aggiunti due il giorno successivo, in cui si è celebrato il funerale di Freddie Gray. I manifestanti sono stati accusati di aver lanciato pietre contro gli agenti di polizia.

I primi risultati dell’inchiesta preliminare della polizia sull’accertamento delle responsabilità dei poliziotti sospesi hanno affermato che non ci sono prove sufficienti a dimostrare che le ferite riportate dal giovane siano state provocate durante l’arresto. Il 25enne avrebbe sbattuto contro lo sportello del blindato prima di essere portato in commissariato.

Queste indagini liquidano però in modo troppo rapido e superficiale la questione e, nell’attesa di sviluppi successivi, non soddisfano i manifestanti in protesta alla ricerca della verità dei fatti.

Ad oggi i sei agenti che erano stati sospesi dall’incarico sono di nuovo in libertà, dopo il pagamento di cauzioni di un valore compreso tra i 250.000 e i 350.000 dollari.

Sul tema è intervenuto anche il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama. Nel denunciare le proteste violente senza appello “nessuna scusa per la violenza”, il presidente ha affermato “serve trasparenza sulle responsabilità”.

Il rischio che reazioni violente offuschino la trasparenza c’è ed è reale. Ma migliaia di persone chiedono giustizia. Un esempio su tutti è la “mamma di Baltimora” il cui video diffuso dalla Abc è diventato virale in questi giorni. In molti, denunciando ogni azione violenta, sono alla disperata ricerca di giustizia. Una giustizia che sembra ancora lontana.

L’America multiculturale per eccellenza rischia di sprofondare nei primordiali istinti razzisti. Le ombre della segregazione razziale non si sono ancora dissolte. La morte di Freddie rischia di riaprire ferite non ancora cicatrizzate. L’America si ritrova ancora una volta faccia a faccia con una sfida importante: superare il pregiudizio e l’odio razziale.

Tommaso Gavi


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