La comunicazione politica all’epoca dei social, tra disintermediazione e orizzontalità
5 Ottobre 2023 – 17:07 | Nessun commento

E’ fenomeno orami consolidato, da almeno 10 anni a questa parte, il direttissmo comunicativo permesso ai soggetti politici dai social networks. Da questo punto di vista è possibile parlare di un fenomeno di mediatizzazione della politica o webpolitics, che garantisce una diffusione ad una platea straordinariamente più ampia del messaggio politico.La mobile revolution ha reso poi i social media straordinariamente piu’ diffusi e pervasivi, garantendo inoltre l’immediatezza del messaggio politico.In un metaverso che vede archiviata… Read more

Leggi l'articolo completo »
Società

immersione esistenziale del tessuto del sociale

Politica

Dagli alti ideali ai bui sottoscala del Parlamento. Spaccato sulla sfera Politica di una Italia in declino

Scuola e Università

Vita tra le mura d’Ateneo: l’orizzonte universitario

Cultura

Arte, Musica, Letteratura. Dalle Humanae Litterae, il pane dell’Anima

Informazione

Dalla televisione alla carta stampata. Le mille sfumature del giornalismo.

Home » musica

Franco Battiato e Villa Glori: alla ricerca di segnali di vita

Scritto da – 23 Maggio 2013 – 17:26Un commento

Segnali di vita. Quanti, in questi tempi incerti, vengono come invocati e ricercati, anche su altri pianeti o paesi, quando stanchi e sfiduciati noi esseri umani non riusciamo più a trovare del buono nella nostra realtà e vorremmo solo scappare e lasciare che le cose vadano come sempre sono andate (male) senza metterci in gioco. Verrebbe dunque da chiedersi ma è possibile ancora ritrovare nella vita di tutti i giorni segnali di vita che possano ridarci coraggio e speranza e fiducia nel futuro? Dove possiamo ritrovarli? Una canzone intitolata proprio “Segnali di vita” di Franco Battiato individua alcuni di questi segnali di vita nelle cose semplici, forse un’immagine un po’ desueta e controcorrente rispetto ai tempi moderni dove per molti più le cose più sono complicate, articolate, complesse e di tendenza e più sembrano utili e indispensabili (penso per esempio ai tanti dispositivi elettronici che a volte più che semplificarci la vita sembrano complicarcela). Ecco però che Battiato grazie ad una perspicace attenzione per la vita abbatte il muro delle mode e delle situazioni passeggere ed effimere e si apre alla comprensione profonda di come, nella realtà dei fatti della nostra vita, le gioie semplici sono le più belle e le più grandi.

La canzone è tratta dall’album “La voce del padre”, pubblicato nel 1981; questo LP porta al successo l’artista siciliano (sono state vendute oltre un milione di copie). Battiato trasforma una canzone pop in una riflessione sugli stati d’animo imperscrutabili e impenetrabili: qui sta il suo genio. La riflessione nel testo si apre in riferimento al tempo, il cantautore riflette su come, con il passare del tempo, possano cambiare tante cose nella vita: il senso, le amicizie e le opinioni  (Il tempo cambia molte cose nella vita: il senso le amicizie le opinioni), un antico detto dice infatti che solo gli stupidi non cambiano mai idea. La frase che ci porta alla scoperta dei segnali di vita è un’affermazione che ogni uomo ha fatto, almeno una volta nella della vita, quando sente nell’intimo del suo cuore che per arrivare davvero alla felicità, è necessario disporsi al cambiamento (che voglia di cambiare che c’è in me). Bisogna lasciarsi quasi travolgere dal cambiamento come sempre accade nei grandi periodi di trapasso (dalle scuole superiori all’università, dall’università al mondo del lavoro, ecc.), si deve essere disposti a lasciare entrare le novità per non rimanere aggrappati, forse per paura, a quelle due o tre certezze che pensiamo di possedere, bisogna lasciarsi “sconvolgere”. Spesso si dice in amore: ” Da quando sto insieme a lei/lui: mi ha sconvolto la vita!” in questo caso per esempio la parola sconvolgere non ha un accezione negativa anzi è proprio da quel sentimento che sconvolge che si genera un  cambiamento forte, la trasformazione in noi stessi.

Il testo continua a ribadire questo bisogno di cambiamento che arriva però solo dopo un percorso individuale,  personale, di riflessione ma anche di relazione mettendosi a confronto con l’altro (si sente il bisogno di una propria evoluzione), a questo punto si lasciano le solite sicurezze e si può ricercare chi si è davvero (un’evoluzione sganciata dalle regole comuni da questa falsa personalità). Ma la domanda ritorna: allora dove trovare i segnali di vita? Semplice: per Battiato si trovano nella nostra quotidianità (nei cortili e nelle case all’imbrunire; le luci fanno ricordare le meccaniche celesti), in quelle immagini che forse, proprio perché vediamo tutti i giorni, ci sembrano più scontate e banali. In realtà è proprio nei cortili che si trova la vita: chi da bambino non ha mai passato pomeriggi interi a giocare in cortile con gli amici o ancora adesso, anche se grande, ci si ritrova in quei cortili vicino alle scuole, alle palestre, alle parrocchie, per parlare e condividere la vita. Non è forse questo un segnale di vita di fronte alla solitudine crescente sempre più incentivata nei bambini attraverso i videogiochi e i mille programmi in televisione che permettono di divertirsi anche da soli senza dover far la fatica di uscire, o incentivata anche presso i più grandi dove è lo schermo del computer  il miglior amico a cui comunicare i propri pensieri e sentimenti?!

Si fa riferimento anche all’universo (Rumori che fanno sottofondo per le stelle, lo spazio cosmico si sta ingrandendo e le galassie si allontanano): i rumori affollano la vita di ognuno, ultimamente appare sempre più difficile riuscire a dedicarsi un po’ di tempo per fare un po’ di silenzio fuori e dentro di sé (avete mai fatto caso a quando, saliti in macchina, la prima cosa che si fa è accendere la radio, mettere un po’ di musica, come se il silenzio ci spaventasse e non volessimo mai pensare un po’ a noi ma piuttosto distrarci o isolarci, anche se per poco, dal mondo). Davvero l’unico segnale di vita che potrebbe davvero scuoterci dovrà provenire da Marte e rendersi noto a noi solo tramite gli alieni per catturare un po’ della nostra attenzione?! Ci si accorge così di quanto, troppo spesso, ci si lascia influenzare dalle opinioni comuni, dalle convenzioni e dalla voce dei più; pensare diversamente ci implicherebbe troppo impegno, ci implicherebbe di cercare di ragionare e di avere una proprio opinione su noi stessi e sulle cose che ci accadono intorno. Forse ci distraiamo troppo facilmente e perdiamo subito di vista i nostri obbiettivi o forse smettiamo anche di porceli troppo sconsolati e demoralizzati per paura di un fallimento, ci accontentiamo della prima cosa che pensiamo o che ci capita (ti accorgi di come vola bassa la mia mente? E colpa dei pensieri associativi se non riesco a stare adesso qui). Se ci si mette in gioco, però, si può si perdere, ma anche vincere! E di un vittoria andiamo dunque a parlare. Un segnale di vita e di speranza che può essere sotto gli occhi di tutti nel quotidiano: se si vuole vederlo.

E’ la storia di un sogno che si avvera, non con poche difficoltà, nel 1988 con Don Luigi di Liegro quando la Caritas diocesana di Roma, occupandosi già dei malati di AIDS, decide di fondare una casa dove accogliere, curare e far morire dignitosamente queste persone. E’ la storia di Villa Glori (nel quartiere Parioli a Roma) vista, per la prima volta, dagli occhi di chi in una serata di Carnevale del 2012 vede tante persone diverse da lei, persone con problemi di tossicodipendenza, di sessualità disordinata, omo-eterosessuali, malati che vivono il disagio dell’emarginazione: una doppia discriminazione data sia dalla provenienza sociale che dalla malattia .Può sembrare impossibile, o forse paradossale, pensare che in un luogo dove la morte è sempre presente (per alcuni solo temporaneamente rinviata grazie all’uso delle medicine e delle cure sanitarie) in realtà si respiri la vita: la vita vera.

Negli occhi dell’altro, prima ancora del malato, c’è la persona: la persona che ama la vita e che sa quanto importante essa sia; si vede la consapevolezza maturata di chi sa che ogni attimo è irripetibile e, chissà, potrebbe essere l’ultimo e quindi si è portati a non sprecare nemmeno un solo istante. Ogni anno la serata di Carnevale a Villa Glori è un modo per tanti giovani di fare volontariato rompendo in prima persona i pregiudizi e le paure che si possono avere riguardo all’AIDS come malattia ( come per esempio la paura di essere contagiati anche solo con un bacio o un abbraccio). Ciò di cui necessitano di più i residenti-malati è il ritrovare una famiglia oltre che al ricevere supporto sanitario, accoglienza e sostegno umano e psicologico. Medici, infermieri, assistenti sociali e tanti volontari lavorano tutti i giorni in prima linea e portano avanti campagne di informazione e di sensibilizzazione, rivolte soprattutto alle scuole ma anche a tutta la società civile.

La serata di Carnevale però, proprio in quel suo essere gioiosamente una festa, crea una magia: dopo qualche ora unisce persone, storie e vite diverse e li fa sentire più vicini, meno distanti, meno soli. Si esce da Villa Glori con la sensazione che il vero volontariato non è quello che si è fatto, preparando la cena, la musica, i giochi ma sono “i padroni di casa” che hanno fatto del volontariato al volontario (scusate il gioco di parole) e ti hanno dato speranza: la speranza di andare avanti, di continuare la battaglia in difesa della vita e del suo compimento, per ognuno diverso, ma che ha come meta il raggiungimento della felicità. Una canzone dunque  per meditare e un’esperienza da vivere “non avendo paura di sporcarsi le mani”, perché i segnali di vita non sono da cercare in altri mondi lontani, ci sono accanto nella vita di tutti i giorni (forse insignificanti e invisibili ai più ma che fanno tanto per aiutare, nel silenzio, che è proprio della carità) sta a noi imparare a vederli e non dimenticarli.

Ilaria Salamandra


Forse potrebbe interessarti:

  • No Related Posts

Facebook comments:

Un commento »

  • […] Segnali di vita. Quanti, in questi tempi incerti, vengono come invocati e ricercati, anche su altri pianeti o paesi, quando stanchi e sfiduciati noi esseri umani non riusciamo più a trovare del buono nella nostra realtà e vorremmo solo scappare e lasciare che le cose vadano come sempre sono andate (male) senza metterci in gioco. Verrebbe dunque da chiedersi ma è possibile ancora ritrovare nella vita di tutti i giorni segnali di vita che possano ridarci coraggio e speranza e fiducia nel futuro? Dove possiamo ritrovarli? Una canzone. […] Leggi l'articolo completo su Orizzonte Universitario […]

Lascia un commento!

Aggiungi il tuo commento qui sotto, oppure esegui un trackback dal tuo sito. Puoi anche iscriverti a questi commenti via RSS.

Sii gentile, rimani in argomento. Lo spam non sarà tollerato.

È possibile utilizzare questi tag:
<a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>

Questo sito web supporta i Gravatar. Per ottenere il proprio globally-recognized-avatar, registra un account presso Gravatar.