Concerto del primo Maggio: fermati Piero, fermati adesso!
Come ormai risaputo dal palco del concertone del primo maggio Piero Pelù si è scatenato: “Non vogliamo elemosine da 80 euro, vogliamo il lavoro. Il non eletto, il boy scout di Licio Gelli, deve capire che in Italia abbiamo un nemico interno che si chiama disoccupazione, che si chiama corruzione, voto di scambio, n’drangheta, camorra”.
Queste le parole che il rocker toscano ha scagliato contro Matteo Renzi. Ora premetto che detesto le disquisizioni politiche che si consumano in poche parole, in poche massime che puzzano più di profezia sciamanica piuttosto che del dibattito incattivito come piace a me. Detto questo mi sia concessa una breve digressione cronachistica, perché ritengo opportuno riportare un’indiscrezione che circola principalmente sul web, e relativa al fatto che il Pelù nazionale avesse un sassolino da togliersi dallo scarpone; veniamo ai fatti: Pelù, fino al 2007, ricopriva il ruolo di direttore artistico dell’ “Estate Fiorentina”, percependo il lauto compenso di oltre 70 mila euro l’anno, ebbene divenuto sindaco Matteo Renzi, il boy scout di Licio Gelli, Pelù avrebbe perduto il suo ruolo direttoriale, soppiantato dal Dirett. Riccardo Ventrella, già Direttore del teatro La Pergola, che, stando ai fatti, ha assunto l’onore e l’onore dell’incarico a titolo assolutamente gratuito.
Ripeto: si tratta di dovere di cronaca, lungi da me l’intenzione di spiegare maliziosamente lo sfogo del rocker collegandomi a questo scontro Renzi-Pelù. Eppure, indipendentemente da tutto, quelle parole non mi sono piaciute. Ascoltando il discorso di Pelù in diretta mi sono indignato, con le mani tra i capelli urlavo disperato alla televisione “Fermati Piero….fermati adesso”, già perché non mi va proprio che sia Piero Pelù ad assumere le mie difese, tantomeno durante il concerto del primo maggio, tantomeno con delle parole di una tale scontatezza e banalità che nemmeno il Pippo Franco dei tempi peggiori: un po’ di ‘ndrangheta, un po’ di Camorra, un pizzico di P2 ed il beverone che conquista i palati deboli è “a puntino”.
Non mi va a genio che Pelù si pubblicizzi eroicamente sulla mia pelle, non gli voglio concedere l’agio di parlare a nome degli italiani e dell’Italia: troppo comodo così, troppo populistico.
Gli ottanta euro sono solo un’elemosina? Forse si, forse no, ma non lo deve decretare Pelù, perché si sa: col culo degli altri sono tutti ricchioni!
E pensare che sono circolate anche alcune indiscrezioni, e mi auguro rimangano tali, relative ad una remota intenzione di Pelù di proporsi in politica tra le fila di Beppe Grillo: Fermati Piero, fermati adesso!!
[…] Come ormai risaputo dal palco del concertone del primo maggio Piero Pelù si è scatenato: “Non vogliamo elemosine da 80 euro, vogliamo il lavoro. Il non eletto, il boy scout di Licio Gelli, deve capire che in Italia abbiamo un nemico interno che si chiama disoccupazione, che si chiama corruzione, voto di scambio, n’drangheta, camorra”. Queste le parole che il rocker toscano ha scagliato contro Matteo Renzi. Ora premetto che detesto le disquisizioni politiche che si consumano in poche parole, in poche massime che puzzano più di. […] Leggi l'articolo completo su Orizzonte Universitario […]
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