La comunicazione politica all’epoca dei social, tra disintermediazione e orizzontalità
5 Ottobre 2023 – 17:07 | Nessun commento

E’ fenomeno orami consolidato, da almeno 10 anni a questa parte, il direttissmo comunicativo permesso ai soggetti politici dai social networks. Da questo punto di vista è possibile parlare di un fenomeno di mediatizzazione della politica o webpolitics, che garantisce una diffusione ad una platea straordinariamente più ampia del messaggio politico.La mobile revolution ha reso poi i social media straordinariamente piu’ diffusi e pervasivi, garantendo inoltre l’immediatezza del messaggio politico.In un metaverso che vede archiviata… Read more

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Tra novità e lavoro: il post lauream ad hoc

Scritto da – 20 Maggio 2013 – 15:14Un commento

Dopo la laurea qualcuno sente ancora la necessità di specializzarti in un determinato settore o approcciare a certe dinamiche in modo originale e al tempo spesso più all’avanguardia, quindi punta a un perfezionamento post lauream. Parliamo dunque di master, scuole di specializzazione e dottorati di ricerca. E tuttavia vuoi la crisi vuoi la crescente difficoltà a trovare un lavoro che abbia attinenza con il percorso intrapreso, trovare il master che porti al connubio cultura personale e mercato del lavoro non è proprio un’impresa semplice. Ma andiamo per ordine. Innanzitutto, cos’è un master? Si tratta di un corso di formazione di alto livello che, almeno in linea generale, si avvale di esperti delle discipline affrontate. Si distinguono due tipologie di master, master di primo e di secondo livello: il primo livello è proprio dei candidati in possesso di una laurea triennale, il secondo livello di coloro che possiedono una laurea specialistica. La durata oscilla tra uno e due anni. I costi sono i più vari, a seconda della durata e soprattutto del tipo di istituzione che la promuove, se pubblica o privata: possiamo comunque individuare un intervallo intermedio in una cifra compresa fra 3 000€ e 5000€, fermo restando che esistono master molto più costosi con importi anche superiori ai 7 000€. Scegliere bene dunque diviene una priorità. Ora è bene precisare quanto segue: AlmaLaurea, una sorta di osservatorio statistico dell’istruzione universitaria, evidenzia che non si registra uno scarto decisivo nella potenzialità di occupazione fra lo studente soltanto laureato in un determinato settore e quello che, pur possedendo lo stesso titolo, abbia conseguito un master. Di qui risulterà evidente che master e lavoro non sono propensi a convolare a nozze. Se tuttavia qualcuno volesse comunque cercare un master che possa essere una ragione in più per essere assunto da qualche azienda o per approfondire un ramo del suo settore, sperando di trarne qualche vantaggio, proviamo a dare un’occhiata.

Il “Marketing management” è termine chiave per l’area economica: le leggi del mercato, le loro soluzioni e le loro dinamiche costituiscono gli elementi oggetto di approfondimento; il tasso occupazionale nella sede dell’Università “La Sapienza” di Roma è pari al 90% a un anno dal conseguimento dal titolo, non male vero? Il master ideale per aziende e banche, quindi.

Diverso il caso dell’area letteraria, laddove trovare un master che dia un accesso immediato al mondo del lavoro è un’impresa abbastanza ardua: sono i master legati al giornalismo e all’editoria i più gettonati e comunque i più vicini, se vogliamo, al mondo del lavoro. È d’obbligo però sfatare un mito: il master dà accesso all’albo dei giornalisti professionisti? La risposta è negativa, in quanto l’unica formazione universitaria che consenta un accesso a questa professione è la scuola del giornalismo. Per chi ama le arti si può segnalare, a tal proposito, il “Master in critica giornalistica” promosso dall’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica di Silvio D’Amico, con sede a Roma. “Executive Master in Relazioni Pubbliche d´Impresa” è invece una proposta dalla IULM dagli esiti molto positivi, vantando una percentuale di occupazione pari al 100%: il master ha però come obiettivo consolidare conoscenze e approfondire competenze in possesso di candidati che già hanno maturato nel settore una pregressa esperienza. Tra i master più arditi possiamo ricordare anche il design che investe tanto la moda quanto l’architettura, formando esperti delle tendenze, capaci di creare, gestire ed organizzare una determinata collezione. Sicuramente questo genere di studi amplia le possibilità di esercizio dell’attività dell’architetto, offrendo una chance lavorativa in più.

Per gli infermieri è possibile accedere a un master in “Strumentista di sala operatoria”: l’infermiere trova il suo habitat nella sala operatoria per diventare uno degli elementi indispensabili durante le operazioni chirurgiche, sapendo predisporre e gestire i mezzi utili all’operazione. Il corso offre la preparazione giusta per una mansione che è remunerata anche in modo più significativo dalle strutture preposte, benchè a volte sia affidata anche a personale non in possesso di tale qualifica. Per i medici possiamo altresì ricordare il master in “Andrologia e seminologia” che ha come obiettivo la formazione di una figura professionale, l’andrologo. Per l’area di cui egli si occupa è palesemente una professione poco gettonata, ma in virtù di questo sufficientemente redditizia. Curioso, costoso e chissà fino a che punto effettivamente utile al mondo del lavoro è un master nuovo di zecca con sede all’Università “La Sapienza di Roma”: master in “Sicurezza dei sistemi e delle reti informatiche per l’impresa e la Pubblica amministrazione”: il master, promosso con il patronato del Dis (Dipartimento delle informazioni per la sicurezza), vuole catapultare lo studente nel mondo di 007, formando esperti per la sicurezza delle informazioni e la protezione delle stesse.

Dai master alle scuole di specializzazione, di cosa si tratta esattamente? Le scuole di specializzazione, con durata molto varia a seconda dell’area d’interesse, servono a formare specialisti di un determinato settore, le più note sono quelle mediche, ma ne esistono anche altre. In area medica la scuola di specializzazione più richiesta dal mondo del lavoro è in “Anestesia, rianimazione e terapia intensiva”, meno richiesta ma comunque di buone opportunità è anche la specializzazione in “Radiodiagnostica”.

Le più gettonate dagli studenti sono invece le tradizionali: ginecologia ed ostetricia, in particolare. Tra le tante ricordiamo almeno le più note: allergologia e immunologia clinica, cardiochirurgia, dermatologia e venereologia, chirurgia plastica e ricostruttiva, medicina del lavoro, medicina dello sport, neurologia, neurochirurgia, psichiatria e pediatria.

Una specializzazione per medici e per biologi o affini è in “Scienza dell’alimentazione”: per i medici prepara alla professione di Dietologo, per i non medici a quella di nutrizionista: la cura del corpo, la corretta alimentazione, la ricerca di un equilibrio continuano a portare buoni guadagni anche in periodo di crisi a questi professionisti che spesso, se non frequentissimamente, lavorano in uno studio privato.

Tra le altre scuole note possiamo ricordare le scuole di specializzazione per professioni legali, le quali aprono la strada alle professioni di magistrato e notaio. Anche qui tra il dire e il fare c’è una bella differenza. Diventare notaio non è proprio facilissimo: le statistiche sostengono che solo un candidato su 15 riesce ad accedere alla scuola e l’età media oscilla tra 27 e 30 anni. Per diventare magistrato la situazione si complica: l’esame finale è molto complesso e i posti messi in palio sono in numero variabile, ma pur sempre fortemente ridotto. “En passant” ricordiamo la scuola di specializzazione in “Beni archivisti e bibliotecari” e quella in “Beni Archeologici”: entrambe le scuole, estratte ovviamente dall’area umanistica, aiutano a formare specialisti del settore, fermo restando che anche qui sulle concrete possibilità di lavoro possiamo dubitare, visto che non offrono un titolo qualificante nettamente più spendibile nel mondo del lavoro.

Tra le scuole di specializzazione è bene ricordare, per quanti si volessero cimentare in quest’ardua impresa, le scuole superiori per il giornalismo, di durata biennale. Esse sono riconosciute dall’Ordine dei Giornalisti e consentono dunque la via più diretta, anche se la più costosa, per diventare Gionalisti professionisti. Le cifre sono alquanto varie: da poco meno di 10.000€ a quasi 20.000€. La scuola viene senz’altro ritenuta come l’unica strada fattibile per poter diventare giornalisti, fermo restando che dopo aver sborsato somme significative resta comunque l’incognita del posto di lavoro. Roberto Cotroneo, giornalista e direttore di una delle più illustri scuole di giornalismo di Roma, la scuola del’Università della Luiss, ho osservato espressamente come gli editori non si curino di farsi segnalare gli studenti migliori, a cui eventualmente proporre contratti. Certo, l’aver frequentato scuole così rinomate costituisce un fiore all’occhiello per il curriculum di qualsiasi aspirante giornalista, ma dopo aver sborsato una cifra così consistente uno vorrebbe anche maggiori certezze…

Nella formazione post lauream rientra anche il dottorato di ricerca. Corrispondente nei paesi anglofoni al PhD (Doctor of Philosophy), il dottorato è il più alto titolo accademico e pertanto costituisce il titolo più apprezzato nella selezione dei docenti universitari. Una bella carriera, è vero, ma anche una scalata al successo fitta di problematiche. I Docenti con età inferiore ai 40 anni sono pressocchè una rarità, e comunque la loro somma non equivale neppure ad un quinto dell’intero corpo docenti, come testimoniano le indagini condotte dai principali osservatori nazionali. Certo il possesso del dottorato di ricerca viene spesso riconosciuto nei concorsi per titoli ed esami e quindi può costituire un elemento in più per poter accedere al lavoro. Ma non è tutto oro quel che luccica: la durata del corso è triennale e le borse di studio in palio sono pari più o meno alla metà dei posti messi a concorso.

Tra i corsi post lauream possiamo anche ricordare i corsi di perfezionamento. Questi, differentemente dagli altri corsi citati, non richiedono un esame finale e la loro durata è più circoscritta: alla fine del corso viene rilasciato un attestato di partecipazione. I corsi di perfezionamento però, come del resto suggerisce la denominazione, non hanno come primo esito quello di facilitare l’accesso al mondo del lavoro, la loro impostazione è più legata ad una forma mentis individuale che può sempre tornare utile come competenza maggiore.

A conti fatti sono abbastanza modeste le possibilità di trovare lavoro con i corsi post lauream e qui non è insolito chiedersi se veramente ne valga la pena. Di sicuro tale scelta andrà ponderata attentamente, ma dovrà essere dettata più da un desiderio innato di apprendimento che da prospettive certe di lavoro.

 

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