La comunicazione politica all’epoca dei social, tra disintermediazione e orizzontalità
5 Ottobre 2023 – 17:07 | Nessun commento

E’ fenomeno orami consolidato, da almeno 10 anni a questa parte, il direttissmo comunicativo permesso ai soggetti politici dai social networks. Da questo punto di vista è possibile parlare di un fenomeno di mediatizzazione della politica o webpolitics, che garantisce una diffusione ad una platea straordinariamente più ampia del messaggio politico.La mobile revolution ha reso poi i social media straordinariamente piu’ diffusi e pervasivi, garantendo inoltre l’immediatezza del messaggio politico.In un metaverso che vede archiviata… Read more

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“Viva la cultura”: Le Nuvole di Aristofane a Pavia

Scritto da – 16 Ottobre 2015 – 19:00Nessun commento

lenuvole_lamanna_OKAnche quest’anno, come ormai di prassi in tutta la Lombardia, il teatro Fraschini di Pavia ha affiancato all’ampia offerta di lirica, prosa e balletto la sezione “Altri Percorsi”. Nato più di dieci anni fa dalla collaborazione di regione e comuni, questo progetto si impegna per la promozione di un teatro di impegno e di svago, ma pur sempre di qualità. Vengono perciò ospitati spettacoli degli stabili pubblici e privati, allestimenti di ricerca registica e compagnie di livello nazionale e internazionale. L’ ultima stagione si concluse con Le Nuvole di Aristofane, letteralmente “portata” sul palco in una vecchia berlina dalla compagnia del Teatro Due di Parma.Nella trama nulla di anomalo: il vecchio Strepsiade tormentato dai debiti di un figlio con la passione dei cavalli, il viziatissimo Filippide che non vuole saperne dei consigli paterni. Poi, come al solito, la soluzione semplice e immediata, quella dei furbi: Socrate, l’Accademia, il Discorso Migliore e quello Peggiore, il trionfo della retorica e il fallimento di Strepsiade, ammaliato da nuove divinità meteorologiche e malmenato dall’ingrato yuppie in cui ha voluto trasformare il suo rampollo. Diversa, totalmente diversa, è stata invece la messa in scena scelta dall’Ensemble parmigiana. In un gioco metateatrale in cui alla finzione scenica si sovrappone la giocosa rappresentazione di uno spettacolo nello spettacolo, è infatti un esilarante gruppo di attori comici – da sempre privilegiati detentori del diritto alla denuncia e alla verità – a calzare i panni dei personaggi aristofaneschi.

La “Compagnia del Sole” (questo l’ironico nome dei protagonisti) entra in scena su una vecchia auto malmessa, e fin dal primo momento è un susseguirsi incalzante di balli, canti, facezie più o meno scurrili, acrobazie e gag, tutte ricavate da un iniziale lavoro di improvvisazione di gruppo. Ma è proprio nel clima di farsa in cui una carcassa di Cadillac si fa pensatoio e le nuvole sono donne sorridenti e canterine che si consuma la condanna spietata ad una società che davvero non sembra avere più di duemilacinquecento anni.

Con la grazia che gli è propria, un Aristofane che scriveva nel 423 a. C., un Aristofane che non conosceva la televisione, facebook, twitter o gli hashtag butta in pasto al pubblico l’ignoranza che non si mette in discussione, la retorica semplice e vincente, i venditori di verità preconfezionate e i loro clienti. Come sempre, senza giudicare, permettendo che siano loro stessi a illustrarsi, difendersi, smentirsi. E permettendo soprattutto a noi, che siamo eredi lontani dei suoi primi spettatori, di trovarci tragicamente rispecchiati da una farsa spassosa e terribilmente spietata.

Complice il talento degli attori del Due, il risultato è uno spettacolo travolgente come doveva esserlo ai tempi di Aristofane, amaro come può esserlo solo dopo più di due millenni, quando ancora l’istruzione non può che costituire un investimento finanziario ed è da sconsiderati o pseudo-intellettuali bohemien pensare di puntare sulla cultura piuttosto che sul profitto. Quando ancora i beni culturali possono essere considerati il petrolio per far carburare uno Stato che traballa su fondamenta dimenticate o volutamente trascurate. Quando ancora prolifera la stirpe degli Strepsiadi, che risolve il problema eliminando fisicamente chi lo solleva, che “se serve a pagare i debiti, viva la cultura!”.

Come le nuvole, lasciamo il teatro davanti a un tripudio soffocante di luci, fumo e fiamme che inghiottono la macchina-pensatoio: la vendetta terribile di Strepsiade, uomo furbo, eroe del sotterfugio, al fine vincente sui debitori ma sconfitto suo malgrado, imbrogliato da Socrate e malmenato dal figlio perché Sempre così facciamo, a chi vediamo /che piglia gusto a fare birbonate, /finché poi lo cacciamo in qualche guaio, /sì ch’egli impari a rispettare i Numi!

Come le nuvole, nuove e antichissime divinità tanto instabili quanto spietate, detentrici di una giustizia forse inesistente, forse solo nascosta, lasciamo il teatro: abbastanza è durata quest’oggi la danza!

Valentina Avanzini


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