La comunicazione politica all’epoca dei social, tra disintermediazione e orizzontalità
5 Ottobre 2023 – 17:07 | Nessun commento

E’ fenomeno orami consolidato, da almeno 10 anni a questa parte, il direttissmo comunicativo permesso ai soggetti politici dai social networks. Da questo punto di vista è possibile parlare di un fenomeno di mediatizzazione della politica o webpolitics, che garantisce una diffusione ad una platea straordinariamente più ampia del messaggio politico.La mobile revolution ha reso poi i social media straordinariamente piu’ diffusi e pervasivi, garantendo inoltre l’immediatezza del messaggio politico.In un metaverso che vede archiviata… Read more

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Calciopoli, scandalo a Napoli

Scritto da – 14 Marzo 2011 – 12:46Nessun commento

Continuano a succedere cose inquietanti. I pubblici ministeri di Napoli hanno presentato la dichiarazione di ricusazione nei confronti del presidente Casoria. Maurilio Prioreschi, avvocato difensore di Moggi, ha dichiarato ad una trasmissione radiofonica :”è un’iniziativa di una gravità assoluta. Credo che nella storia giudiziaria di questo paese non sia mai accaduto che un pm ricusi per due volte lo stesso giudice nell’ambito del medesimo processo. I pubblici ministeri hanno evidentemente timore di perdere questo processo. Avendo paura di perdere cercano di dilatare il più possibile i tempi entro i quali arrivare ad una sentenza di primo grado. Infatti, i motivi che sono stati dedotti a sostegno della dichiarazione di ricusazione non sono motivi che il codice di procedura penale prevede come motivi di ricusazione, i quali sono tassativamente previsti dalla legge. Loro sostengono la ricusazione perché il presidente Casoria avrebbe un interesse nel giudizio, il che equivale a sostenere che ella avrebbe interesse ad assolvere, altrimenti non ci sarebbe motivo per ricusare. A conferma della gravità dell’iniziativa dei pm, aggiungo che questo procedimento disciplinare ancora si deve celebrare e quindi, in questo modo, i pm che fanno? Si arrogano il diritto di poter giudicare disciplinarmente la dottoressa Casoria.”

Quindi, siccome il codice prevede che il giudice ricusato non può emettere sentenza o concorrere ad emettere sentenza, è chiaro che i pm (cioè l’accusa) vogliono sospendere il processo. Lo hanno già chiesto formalmente alla Corte d’Appello. Se venisse approvata la ricusazione della Casoria si azzererebbe tutto. Tutto buttato nel cesso, a meno che tutti le parti non diano il consenso ad utilizzare gli atti già compiuti. Ma non siamo così fessi da credere a quest’ultima ipotesi. La strategia dei pm è evidente: tenere sotto pressione il giudice Casoria e vedere come reagisce a questa ricusazione che puzza di ricatto.

Senza dimenticare che lo stesso risultato ci sarebbe nel caso dovesse essere approvato in parlamento il ddl sul processo breve. Anche in questo caso, sarebbe praticamente un processo già morto. In questo modo, tutti potrebbero dire: Luciano Moggi non già assolto, bensì salvato dalla prescrizione. Ergo colpevole, ladro, Belzebù. Un gran bel modo di uscirne vivi e immacolati. Con tanti saluti alla Giustizia e a chi ci crede ancora.

Se così sarà, saremo costretti, d’ora in avanti, ad accostare la figura di Luciano Moggi a quelle di Giordano Bruno, Giovanna d’Arco e Galilei. Sarebbe un paragone buffo, all’apparenza quasi idiota. Ma se dovessero concretizzarsi queste due ipotesi, sarebbe l’ennesimo “morto” sul rogo della Civiltà. Il polemico paragone, non lo vogliamo noi, siamo sicuri che non lo voglia nessuno. E allora, è ora che questi signorotti dai nomi pesanti vadano a fare quello per cui gli è stato regalato tutto, cioè accusare. Che vadano. Che lascino lavorare i giudici. Che si vada a sentenza. Bisogna che si arrivi ad un giudizio finale, definitivo, inequivocabile. Una sentenza che metta, una volta per tutte, una pietra sopra a questo ridicolo processo populista mass-mediatico. Vorremmo metterci l’anima in pace. Vorremmo lasciarvi liberi di godere di emozioni che non avete mai vissuto (in bacheca, i Mo-ratti, non hanno nemmeno le coppe di quei due scudi rubati. Coppe intese proprio come oggetti luccicanti. Quelle, materialmente e simbolicamente, restano ancora al loro posto). Quattordici milioni (in realtà meno della metà di essi. I fessi stanno d’ovunque) di appassionati di calcio vorrebbero lasciarvi liberi di credere di essere esperti, cultori di una materia di cui non capite nulla.

La voce dell’informazione è troppo flebile per bucare il muro dell’omertà e spezzare le reni ai sostenitori del Pensiero Unico. Non bastano gli epurati dalla televisione Beha e Mughini. La stampa, nel caso dei processi, è sempre al servizio delle accuse. Per esempio, viene spontaneo farsi una domanda: Caro Marco Travaglio, ci sei? Se ci sei batti un colpo. C’è chi ti mette sullo stesso piano del tuo grande maestro Montanelli o di Enzo Biagi. Ma, caro Marco, come facciamo a conciliare le tue opinioni e quelle di Biagi su Farsopoli? Almeno questa ci sembra una contraddizione lampante. Biagi proferì parole che rimarranno scolpite nella storia del giornalismo italiano come esempio di anticonformismo e amore per la verità. E tu, invece di chiamare il tuo giornale come “Il Fatto” di Biagi, potresti onorarlo di più informandoti meglio. Eloquente fu l’avvocato Prioreschi: “Tutti parlano di questo processo ma nessuno ha letto le carte”. Chissà invece cosa avrebbe scritto Montanelli, uno che non si faceva mai problemi a fare stecca sul coro. Perché…si, diciamocelo…in fondo andare contro Berlusconi non è poi così trasgressivo, visto che lo odia mezza Italia. Ed è solo questo l’unico tuo atto di coraggio.

Ormai lo abbiamo capito che non si arriverà a sentenza, perché questa sarebbe chiara: non c’è chi accusa, di conseguenza non c’è un colpevole. In un certo senso li capiamo questi signorotti. Non esiste al mondo che possa vincere la difesa dopo tutti questi anni di macchinazioni e sacrifici propagandistici. Ci pensate alle figure barbine che farebbero? Non si arriverà a sentenza perché Moggi potrebbe rientrare nel mondo del calcio. In quel caso, finirebbe la ricreazione e sarebbero dolori per tutti. In fondo, Moggi è il “sogno eretico” di molte persone.

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