La comunicazione politica all’epoca dei social, tra disintermediazione e orizzontalità
5 Ottobre 2023 – 17:07 | Nessun commento

E’ fenomeno orami consolidato, da almeno 10 anni a questa parte, il direttissmo comunicativo permesso ai soggetti politici dai social networks. Da questo punto di vista è possibile parlare di un fenomeno di mediatizzazione della politica o webpolitics, che garantisce una diffusione ad una platea straordinariamente più ampia del messaggio politico.La mobile revolution ha reso poi i social media straordinariamente piu’ diffusi e pervasivi, garantendo inoltre l’immediatezza del messaggio politico.In un metaverso che vede archiviata… Read more

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Uccidere in nome di Dio: il caso Pakistano

Scritto da – 29 Novembre 2011 – 17:583 commenti

Non ho mai pensato alla religione Islamica come ad un’ombra anticostituzionale che aleggia sull’occidente; non ho mai generalizzato solo perchè ho sentito di persone uccise in nome di un Dio che con tutta probabilità non esorta i suoi credenti a tenere determinati comportamenti; ho al contrario asserito con forza che le vittime del Cristianesimo, nel corso dei secoli, sono state milioni ed è assolutamente ipocrita il comportamento di alcuni seguaci di Cristo che ancora oggi criticano l’Islam solo perchè, a sentir loro, questa religione non avrebbe alcuno scopo nella storia della salvezza e addirittura istigherebbe all’odio.
Tuttavia interpretazioni erronee del Corano e comportamenti violenti, adottati nei confronti del sesso femminile, hanno contribuito alla nascita di pregiudizi che sarà difficile eliminare.
Ripeterò comunque, fino allo sfinimento, che la violenza sulle donne è una realtà con cui dobbiamo fare i conti e che colpisce tutte le popolazioni, indipendentemente dalla religione e dalla cultura.
Risale al 25 ottobre 2011 una denuncia da parte dell’Asian Human Rights Commission, un’organizzazione con sede ad Hong Kong che ha stilato un documento dove si susseguono nomi di donne pakistane stuprate per essersi convertite al credo Cristiano.
Le stime parlano di circa mille violenze in un anno che avverrebbero nella provincia del Punjab dove le comunità di donne Cristiane sono abbastanza numerose.
Simbolo di questo scempio è Farah Hatim, una ragazza di fede Cattolica, rapita, stuprata e costretta a sposare un musulmano della sua città; accanto a lei va collocata Kiran Nayyaz, bambina cattolica di tredici anni che dopo lo stupro ha dato alla luce un bambino affetto da gravi malformazioni.
Non esiste dunque, una via d’uscita per queste donne, non c’è possibilità di ribellione, non esiste un aiuto da parte delle autorità, nessuno ha il coraggio di far fronte alle violenze dei fondamentalisti.
Continua dunque indisturbato questo massacro caratterizzato dall’uccisione di donne in nome di un Dio che certamente non annovera queste violenze tra i suoi bisogni; è ancora una volta l’uomo, a parer mio, a tirare in ballo il Divino per giustificare la presenza di un istinto sanguinario e violento che caratterizza il suo essere.

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3 commenti »

  • […] Non ho mai pensato alla religione Islamica come ad un'ombra anticostituzionale che aleggia sull'occidente; non ho mai generalizzato solo perchè ho sentito di persone uccise in nome di un Dio che con tutta probabilità non esorta i suoi credenti a tenere determinati comportamenti; ho al contrario asserito con forza che le vittime del Cristianesimo, nel corso dei secoli, sono state milioni ed è assolutamente ipocrita il comportamento di alcuni seguaci di Cristo che ancora oggi criticano l'Islam solo perchè, a sentir loro, questa religione non. […] Leggi l'articolo completo su Orizzonte Universitario […]

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