La comunicazione politica all’epoca dei social, tra disintermediazione e orizzontalità
5 Ottobre 2023 – 17:07 | Nessun commento

E’ fenomeno orami consolidato, da almeno 10 anni a questa parte, il direttissmo comunicativo permesso ai soggetti politici dai social networks. Da questo punto di vista è possibile parlare di un fenomeno di mediatizzazione della politica o webpolitics, che garantisce una diffusione ad una platea straordinariamente più ampia del messaggio politico.La mobile revolution ha reso poi i social media straordinariamente piu’ diffusi e pervasivi, garantendo inoltre l’immediatezza del messaggio politico.In un metaverso che vede archiviata… Read more

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Matrimoni gay, arriva l’ok della Francia

Scritto da – 13 Maggio 2013 – 17:04Un commento

23 Aprile 2013, anche la Francia ha detto sì ai matrimoni tra coppie omosessuali. In molti hanno definito questo “Sì” una sorta di nuova rivoluzione, che dovrebbe tra non molto sconvolgere anche la nostra penisola, da sempre accodata alla Francia nel prendere decisioni di un certo spessore. Rivoluzionaria però non è un termine a mio parere appropriato alla decisione della Francia, che è arrivata al traguardo solamente dopo Olanda, Belgio, Spagna, Paesi Baltici, Portogallo per quanto concerne la sola Unione Europea. Al di fuori del nostro continente  permettono i matrimoni omosessuali Canada, Uruguay, Nuova Zelanda (un’entrata abbastanza recente), alcuni Stati facenti parte della Federazione USA (9, per la precisione), Argentina e Sud Africa. Su quest’ultimo in particolare vorrei invitare a focalizzare l’attenzione: è il primo e unico paese africano che ha reso legali le unioni tra persone dello stesso sesso; nel resto del continente (e anche in alcuni Stati della zona Eurasiatica) l’omosessualità costituisce un reato, punibile in certi paesi anche con l’ergastolo o la pena di morte. Sconcertante pensare che il solo atto di amarsi sia considerato una colpa.

Lungi da me voler piangere in queste poche righe su ciò che probabilmente è impossibile riuscire a cambiare – l’idea che l’omosessualità sia qualcosa da punire – vorrei analizzare meglio quello che caratterizza non tanto l’aspetto sentimentale di una possibile unione tra coppie gay, ma il piano pragmatico. In primo luogo, le coppie – anche etero – che convivono hanno meno diritti e agevolazioni dallo Stato, e sono dunque in difetto di diritti rispetto a quelle sposate. Tra le varie mancanze: non è possibile definire il proprio compagno a carico, detrarre la stessa quantità di spese mediche che potrebbe detrarre un individuo con la fede al dito e anche rispetto al mutuo e alle successioni nella coppia e verso i figli ci sono differenze significative. Per quanto poi riguarda le adozioni, il discorso è ancora più complesso: sono stati condotti degli studi al fine di dimostrare che un bambino cresciuto in una famiglia composta da individui dello stesso sesso cresca con problemi di tipo mentale e comportamentale. In particolare a far parlare è quello condotto da tale Mark Regnerus, che ha puntato il dito contro le ricerche condotte da APA e ACLU (associazioni per la difesa dei diritti delle coppie gay), che avevano messo in rilievo che i figli di coppie gay crescevano senza alcun problema o mancanza sul piano psicologico, accusandole di non aver svolto un’analisi abbastanza accurata. Secondo Regnerus i figli di coppie gay crescerebbero con maggiori possibilità di subire abusi sessuali, fare uso di stupefacenti e di sviluppare malattie mentali. Lo studio però sembra essere solamente una giustificazione alla radicata omofobia di conservatori e cattolici. Comunque, a parte le varie condanne etiche rispetto l’adozione, ci sono problemi pratici ben più seri, soprattutto qui in Italia.

Questo inverno a Le Iene Show è stato trasmesso un servizio sulle cosiddette Famiglie Arcobaleno, cioè le famiglie formate da coppie omosessuali con uno o più figli. L’inviata delle Iene, Nadia Toffa, ha intervistato una coppia di uomini e una di donne aventi figli. Durante la prima intervista Toffa ha reso noto il costo di un’adozione all’estero: 100 000 euro (chiaro è che, dato che in Italia non è legale il matrimonio omosessuale, neanche l’adozione lo è, quindi le coppie che desiderano avere un figlio devono trovare un metodo alternativo per soddisfare il proprio desiderio). Il costo di 100 000 euro copre un viaggio in America, il pernottamento, le analisi, il costo dell’ovulo, dell’utero in affitto – naturalmente per una coppia di uomini il costo si alza per la mancanza dell’utero – e degli avvocati per le varie questioni legali. E questo è il primo scoglio importante riguardante le adozioni.

Il secondo dato emerso dal servizio è invece a proposito dei problemi che sorgono una volta diventati genitori. A parlare sono due donne che hanno un bambino, ovviamente figlio biologico solo di una delle due. Questo fatto implica non pochi problemi: se la madre biologica non può andare a prendere il piccolo a scuola, l’altra non può, a meno che non abbia una delega scritta; se il bambino ha bisogno di cure mediche, la madre non biologica non risulta come tutore. E infine: se, malauguratamente, la madre biologica viene a mancare, il bambino non resta all’altra madre, ma va in affidamento ai servizi sociali, perché sulla carta la donna non è nessuno per il bambino. Probabilmente è un luogo comune dire che l’amore non può essere vietato, ma nonostante l’ovvietà di questa mia affermazione il concetto sembra non essere sentito dalla nostra nazione.

Al di là dell’idea che le coppie gay non siano naturali, non siano “come quelle etero” e altre frasi fatte, probabilmente anche i più reticenti o conservatori o cattolici che siano, si rendono conto che è impossibile “fermare” l’omosessualità, perché semplicemente non è un fenomeno, ma un fatto di cui prendere coscienza. Due individui dello stesso sesso formano dunque una coppia come due di sesso opposto, e in quanto coppia di fatto hanno diritto ad avere diritti e doveri. Detrazioni fiscali e sicurezze rispetto ai propri figli sono diritti bisex.

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