P4, parla Licio Gelli
“Ve l’avevo detto!” Con queste parole molte volte si è espresso l’ottantottenne protagonista delle trame degli anni ’70, Licio Gelli. Perché per comprendere il presente è necessario conoscere il passato. L’inchiesta sulla cosiddetta P4 continua incessante e, probabilmente, i giornali di tutta Italia, compreso il nostro, forniranno al più presto nuove notizie sul caso che ora è sotto inchiesta della magistratura. E conoscendo cosa fu la P2, si capisce quanto questi nuovi gruppi non abbiano nulla a che vedere con essa. Innanzitutto perché la P2, una loggia massonica “cacciata” dalla massoneria ufficiale e resasi indipendente, diventando cellula eversiva, aveva come fine quello di sovvertire l’ordine costituito, tramite le “trame atlantiche” note alle cronache. La P4 (come anche la P3) no. Esse non sono legate alcunché con la massoneria, ed hanno come unico fine quello di acquisire soldi e potere personale. La P2 aveva un capo indiscusso (appunto detto Venerabile) le altre, diversi faccendieri. La P4 mirava al mattone, alle speculazioni edilizie, mentre la P2 alle televisioni, all’informazione che avrebbe potuto veicolare politicamente. La funzione della P2 era anticomunista, quella della P4 totalmente personalistica. La P2 sponsorizzava sì le carriere dei suoi uomini, ma strumentalmente ad un disegno politico-sociale. Per comprendere meglio i moderni assetti politici e l’odierna inchiesta P4 abbiamo riesumato per voi due inchieste giornalistiche. Vi sottopongo le informazioni riprese dalla lettera pubblicata da Di Camilliadi (Gelli, l’ultima intervista) il 20 Marzo 2010 sull’omonima pagina web, e l’articolo inchiesta della redazione online del settimanale Oggi, il 15 febbraio 2011 (intervista a Gelli). Intanto l’ex Venerabile rivela che le connivenze tra Stato e poteri occulti allora erano molto forti, addirittura in ambito internazionale! E come lui stesso poteva contare sulla P2, Francesco Cossiga aveva la Gladio, e Giulio Andreotti L’Anello. Ipse dixit. Gelli mostra soddisfazione nel vedere tutti i suoi accoliti (tranne l’ingrato Maurizio Costanzo) riconoscenti, e collocati in posti importanti. Il primo fra tutti l’on. presidente Silvio Berlusconi, che però lo avrebbe deluso per il suo eccesso di protagonismo.
Il capo della P2 rivela di quando avvenne la sua iniziazione, nel ’77, nella sede dell’organizzazione in via Condotti. E chi c’era con loro? Roberto Gervaso (il famoso giornalista) e Fabrizio Trecca (il famoso medico)! Altro particolare curioso: nella P2, al contrario della massoneria, si entrava non con il grado di apprendista, ma già col grado di maestro. Vita esoterica ed iniziatica se ne faceva ben poca. Anzi nulla. Gelli era ansioso di scacciare i comunisti dallo Stivale e di far tornare un regno illuminato sulla base del suo programma politico: Rinascita Democratica (che per’altro verrà ripreso da mister B. per scrivere il programma politico di Forza Italia. “ Mi sarebbero bastati solo altri quattro mesi…” spiega il venerabile a Oggi, “… e avrei cambiato il sistema politico senza colpo ferire”. Dobbiamo dare ragione al venerabile Gelli. Sicuramente rispetto ai piduisti l’odierna P4 ha molto da imparare. Non si può dire però che non ci mettano impegno.
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