La comunicazione politica all’epoca dei social, tra disintermediazione e orizzontalità
5 Ottobre 2023 – 17:07 | Nessun commento

E’ fenomeno orami consolidato, da almeno 10 anni a questa parte, il direttissmo comunicativo permesso ai soggetti politici dai social networks. Da questo punto di vista è possibile parlare di un fenomeno di mediatizzazione della politica o webpolitics, che garantisce una diffusione ad una platea straordinariamente più ampia del messaggio politico.La mobile revolution ha reso poi i social media straordinariamente piu’ diffusi e pervasivi, garantendo inoltre l’immediatezza del messaggio politico.In un metaverso che vede archiviata… Read more

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Via la storia dell’arte dalla scuola italiana

Scritto da – 16 Dicembre 2011 – 13:38Un commento

La riforma Gelmini riduce nella scuola italiana le ore dedicate all’insegnamento della storia dell’arte. E’ un dato di fatto. La legge varata due anni fa comincia quest’anno a far sentire i suoi effetti sulla scuola e il comunicato negazionista del 13 settembre del Ministero dell’Istruzione “La riforma non riduce ore di storia dell’arte” riaccende il dibattito. Una premessa: <<Il patrimonio artistico e culturale è l’unico petrolio su cui siamo seduti, nonché la principale e forse unica ragione per cui il mondo si ricorda ancora della nostra esistenza. Una classe dirigente di buon senso taglierebbe ovunque, tranne che lì>>. Dopo le parole di Gramellini potremmo considerare il discorso chiuso, ma approfondiamo.

Il comunicato del Miur sostiene che, dopo la riforma, nel Liceo Scientifico il totale delle ore di storia dell’arte, integrate con il disegno tecnico, sia rimasto invariato. Al Classico le ore sarebbero aumentate nel triennio. La riforma avrebbe inoltre esteso lo studio della storia dell’arte ai programmi dei nuovi licei: Liceo delle Scienze Umane, Linguistico e Musicale. Nelle scuole medie viene mantenuta l’ “educazione artistica”.  Non c’è motivo di preoccuparsi, dunque. Il Ministero dice cose vere, ma non tutto ciò che andrebbe detto.

A fare chiarezza è l’Associazione Nazionale Insegnanti Storia dell’Arte. Per quanto riguarda il Liceo Classico, la riforma aumenta il numero di ore nel triennio, ma abolisce la realtà di moltissime sperimentazioni diffuse sul territorio, evidentemente nate per adattarsi alle richieste formative dell’utenza, che anticipavano l’insegnamento della storia dell’arte già al biennio. Nel Liceo Artistico, l’eliminazione dell’indirizzo Beni Culturali è un’ulteriore contrazione della disciplina. La vera sorpresa arriva per gli Istituti Tecnici e Professionali. Qui è del tutto depennata dal curriculum Grafico, Moda e, neanche a dirlo, Turistico. Proprio in questi indirizzi, dove l’impostazione tecnica prevale su quella umanistica, la storia dell’arte ha un ruolo formativo, culturale e civile per le generazioni alle quali spetterà proteggere il patrimonio artistico dell’Italia.

La Gelmini taglia corto: <<Questa polemica non ha alcun fondamento>>. Infatti, è ben altro che una polemica: è la riappropriazione di un diritto. Non altrimenti si spiegano lo sconcerto e la mobilitazione di intellettuali, forze politiche e della stampa.

Giulia Maria Crespi, fondatrice del FAI, risponde per prima: <<Non insegnare la storia dell’arte significa togliere una indispensabile conoscenza a intere, future generazioni di geometri, architetti, sindaci che dovrebbero rispettivamente studiare e governare il territorio. Ma come potranno farlo se ignoreranno l’arte italiana?>>. Sulla stessa linea le deputate del PD De Biasi e Ghizzoni: <<La storia dell’arte è la nostra storia>>. Nel 2002 la Moratti annunciava di voler rendere obbligatorio l’insegnamento della storia dell’arte anche alle elementari. Buoni propositi disattesi. Non solo, ora la storia dell’arte è tagliata anche alle superiori. Pochi anni fa, quando la Francia decideva di introdurre questa materia nel suo ordinamento, Chatel, ministro dell’Educazione, sosteneva di voler prendere a modello l’Italia. Questo modello non c’è più. Eppure l’Italia è il paese nel mondo con più tesori nella World Heritage List. E’ la situazione paradossale di vivere dentro un museo, e non capirlo. In materia di Arte lo studente italiano dovrebbe saperne più di tutti gli altri, perché ci vive in mezzo: ogni chiesa, ogni piazza, ogni strada gli insegna qualcosa. E i tagli non riguardano solo i ragazzi italiani: la diminuzione delle ore di storia dell’arte negli istituti tecnici e professionali, proprio quelli frequentati in maggior numero dagli studenti stranieri, toglie loro una possibilità di comprensione del paese in cui vivono. A provare lo spavento della bellezza nel sollevare lo sguardo alla volta della Cappella Sistina.

In tempi di crisi economica si dimenticano cose fondamentali come la cultura e l’insegnamento, che sono invece l’unica via d’uscita. Giovanna Segre, professoressa di Economia della Cultura a Venezia, spiega che quando si parla di debito – e soprattutto quando si parla di 1900 miliardi di euro di debito pubblico – viene naturale pensare anche al ruolo di un patrimonio che lo garantisca, e che in Italia potrebbe avere la potenzialità di asset. <<Abbiamo un patrimonio: ne vogliamo fare qualcosa? Non si tratta di venderlo, altrimenti poi non lo abbiamo più. Non si tratta di farlo diventare un parco dei divertimenti, altrimenti poi non vale più>>. Si tratta di comprenderlo, gestirlo e farlo valere.

 

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