La comunicazione politica all’epoca dei social, tra disintermediazione e orizzontalità
5 Ottobre 2023 – 17:07 | Nessun commento

E’ fenomeno orami consolidato, da almeno 10 anni a questa parte, il direttissmo comunicativo permesso ai soggetti politici dai social networks. Da questo punto di vista è possibile parlare di un fenomeno di mediatizzazione della politica o webpolitics, che garantisce una diffusione ad una platea straordinariamente più ampia del messaggio politico.La mobile revolution ha reso poi i social media straordinariamente piu’ diffusi e pervasivi, garantendo inoltre l’immediatezza del messaggio politico.In un metaverso che vede archiviata… Read more

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“il Re nudo”

Scritto da – 4 Febbraio 2011 – 18:12Nessun commento

Non è il nostro scopo contribuire al baccano sollevato dall’uragano Olgettina, l’erede più giovane e dalle curve più sinuose di Katrina. Del “culo flaccido” (Minetti, ndr) del presidente del Consiglio ce ne frega ben poco, con tutto il rispetto. Del resto, se dell’aspetto morale della vicenda non se n’è occupata nostra Santa Madre Chiesa, perché dovremmo farlo noi? Ad assere precisi, qualche dichiarazione dal Vaticano era giunta in terra italica, ma, complice un linguaggio tipicamente veltroniano, il discorso di Ratzinger aveva assunto perlopiù l’aspetto di un messaggio in codice: Benedetto XVI aveva denunciato «l’indebolimento della percezione dei principi etici su cui si fonda il diritto e degli atteggiamenti morali personali; la società e le istituzioni pubbliche ritrovino la loro ‘anima’, le loro radici spirituali e morali». Si certo ma…di cosa parlasse e a chi si riferisse non ci fu dato sapere. Non che noi, pensandoci per bene un poco, non ci fossimo arrivati; ma a qualche cittadino male informato sarà venuto qualche dubbio. Pensiamo allo stesso senso di smarrimento, magari, che avrà colto il cittadino il quale, con qualche anno di anticipo, gli era capitato (malauguratamente) di trovarsi ad assistere ad uno dei comizi di Walter Veltroni, colui che definiva il suo avversario «il principale esponente dello schieramento a noi avverso». Tanto che la gente tornava a casa felice ma con un dubbio assillante: «Ma a chi si riferiva?».
Politicamente parlando, il problema grave sarebbe non tanto il consueto pernottare di avvenenti prostitute ad Arcore ma il fatto che queste, una volta svolto il loro “lavoro”, fossero premiate con delle cariche pubbliche. Non è concepibile il fatto che il presidente del Consiglio si renda ricattabile, mettendo a repentaglio la sicurezza nazionale. Detto questo, siamo di fronte ad una serie di scandali a ripetizione che avrebbero messo al tappeto chiunque, ma non lui. Il gran capo resta saldamente al comando e, nel caso si andasse immediatamente alle elezioni, c’è da credere che le vincerebbe ancora. Dall’altra parte c’è una compagine politica rissosa, chiassosa e timorosa. Di più: di fronte ai sondaggi del giorno, qualsiasi esponente politico con un poco di fiuto e opportunismo farebbe qualsiasi cosa per formare una grande coalizione costituzionale in grado di buttar giù con le buone il governo che non governa. Il Cln vincerebbe, sondaggi alla mano, ed infatti il Cavaliere, dopo aver condotto per mesi una campagna elettorale in piena regola con lo scopo di andare alle elezioni anticipate, adesso le allontana. Si può dire e si è detto di tutto di quest’uomo, ma una cosa è certa: possiede una tecnica e dei ritmi da “veni vidi vici” ed una propensione alla comunicazione senza eguali in Italia. Di lui scrisse un giorno Montanelli: «è il più grande piazzista del mondo. Se un giorno si mettesse a produrre vasi da notte, farebbe scappare la voglia di urinare a tutt’Italia».
Se il federalismo non passa, sarà Bossi, per la seconda ed ultima volta, a mandarlo a casa, forse in cella. Ma c’è da credere che non ci saranno intoppi più gravi della scorsa “irricevibilità” di Napolitano. Del resto i finiani non hanno nemmeno sfiduciato Bondi, non fosse altro che per vendetta e ripicca nei confronti della fiducia comprata del 14 dicembre. Non hanno nemmeno un po’ di carattere.
La ragione fondamentale del successo della “squadra” di governo è la supponenza degli altri, i cosiddetti “progressisti” italiani: una sinistra priva di fantasia, politicamente e culturalmente antipatica ai più, cosparsa da un formidabile senso di superiorità (che mai si riflette in politica), portatrice di un linguaggio spesso oscuro e codificato legato ancora alla Prima Repubblica. Un livore e una supponenza culturale che inevitabilmente si riflette in una mediocrità politica disarmante.
Sul piano della comunicazione “politica”, perché di una forma di quest’ultima si tratta, stesso discorso: su internet spopola un nuovo arrangiamento di “Summer nights”, in cui il musical che ha lanciato John Travolta diventa un’irresistibile “Arcore’s nights”. Ma non è l’unico brano rivisitato per l’occasione: ci sono anche “Bocca di rosa” e “Waka waka”. Certo attirano la risata ma non portano certo all’indignazione sociale. Anzi, siamo sicuri che non ottengano l’effetto contrario? Sbagliata e controproducente anche la scelta delle battaglie di piazza: mentre il presidente del Consiglio si affretta a cancellare la manifestazione contro la magistratura (sarà anche un “vecchio pezzo di merda” – così lo definiva Nicole Minetti al telefono con una sua amica- ma non è scemo), il mondo di sinistra scende in piazza per dire: «Ora basta» perché «la maggior parte delle donne italiane non è in fila per il bunga bunga». Tra un po’ andranno pure in chiesa a prendere la comunione. Non è normale che possa esistere un ipotetico esponente di una vecchia destra che non esiste più a dover dire: scordiamoci il rigoroso codice di comportamento che fu di Einaudi, Giolitti, De Gasperi, Ricasoli, Sella e Sonnino e guardiamo avanti, da veri progressisti. Il tutto mentre a Milano, il ventenne Mattia Calise, classe 1990, lotterà contro l’attuale sindaco e il vincitore delle primarie del centrosinistra Giuliano Pisapia. Questa la scelta del Movimento 5 Stelle, mentre i progressisti stanno ancora pensando a cosa fare da grandi.

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