La comunicazione politica all’epoca dei social, tra disintermediazione e orizzontalità
5 Ottobre 2023 – 17:07 | Nessun commento

E’ fenomeno orami consolidato, da almeno 10 anni a questa parte, il direttissmo comunicativo permesso ai soggetti politici dai social networks. Da questo punto di vista è possibile parlare di un fenomeno di mediatizzazione della politica o webpolitics, che garantisce una diffusione ad una platea straordinariamente più ampia del messaggio politico.La mobile revolution ha reso poi i social media straordinariamente piu’ diffusi e pervasivi, garantendo inoltre l’immediatezza del messaggio politico.In un metaverso che vede archiviata… Read more

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La biblioteca Marotta e i tagli all’università: ecco il governo dei professori

Scritto da – 24 Gennaio 2013 – 14:59Un commento

Le grandi riflessioni sull’esistenza derivano dall’osservazione delle cose più semplici, ma pochi possiedono questo occhio interiore in grado di indagare sull’uomo e sul mondo, dalla meraviglia che deriva da questa indagine nasce la filosofia. Chissà cosa penserebbero grandi filosofi del passato, come Benedetto Croce o Giordano Bruno, nel veder giacere i frutti dei loro studi in uno scatolone! La biblioteca Marotta, la celeberrima biblioteca dell’Istituto per gli studi filosofici di Napoli è stata sfrattata dalla propria sede, la ragione? I tagli, ovviamente. A nulla sono valsi i sacrifici dell’Avv. Marotta che, pur di salvare da questo destino i 300 000 volumi originali della biblioteca, ha venduto anche i propri beni.

Purtroppo le recenti diminuzioni dei fondi per la ricerca non hanno lasciato speranze a un luogo così importante, pertanto il destino di questi volumi sembra essere quello di marcire dentro un magazzino. La cosa paradossale è che proprio il “governo dei professori” ha deciso di fare della cultura l’ultima delle sue preoccupazioni, frutto di una drastica venerazione della dea Economia. “Il governo Monti sa che si esce dalla crisi mettendo al centro scuola, università e ricerca”, queste sono state le parole del Ministro dell’Istruzione Francesco Profumo durante la sua intervista apparsa su La Repubblica a Settembre. E infatti così è stato: scuola, università e ricerca sono state al centro di tutte le manovre economiche, tanto da essere l’ideale punto di partenza e di arrivo degli interessi politici per il risanamento dei conti dello Stato. L’inquilino di Viale Trastevere del resto non poteva far stramazzare al suolo la scuola in così poco tempo, come dimenticare il considerevole intervento dell’ex ministro Gelmini? Dall’anacronistico maestro unico alle classi di una trentina di studenti, dalla svalutazione del corpo docente allo svilimento delle materie umanistiche, dai tagli alla ricerca alla costante gaffe davanti all’opinione pubblica.

Malgrado questo periodo buio, sembra che il governo “tecnico” non sia riuscito a trovare un vero e proprio “tecnico” dell’Istruzione: le riforme varate infatti hanno contribuito ad alimentare una serie di polemiche, peraltro fondate dai numeri. Possiamo dire che le manovre del governo hanno mosso su tre fronti differenti: smantellamento del ruolo dei docenti, svalutazione del titolo della laurea e depauperamento dei fondi per la ricerca. Ma andiamo per ordine.

Le nomine dei provveditorati si stanno ultimando e di anno in anno si nota quasi ovunque una netta diminuzione del numero di docenti che ottengono l’incarico annuale. Il governo voleva sostanzialmente eliminare ogni speranza a quei docenti che da anni militano nelle graduatorie, aumentando di un terzo le ore di lezione frontale. Per fortuna loro e degli alunni questo provvedimento è stato bloccato sul finire di ottobre. E pensare che il governo è riuscito persino a ricavare dei fondi per la privata: 223 milioni di euro. E se il provvedimento fosse passato, quali speranze avrebbero avuto nel concreto coloro che studiano per diventare docenti? Una decennale ed estenuante attesa. Ma del resto oggi la laurea non gode più del prestigio passato, quindi perché non darsi alle professioni manuali? Sembra infatti che il governo a più riprese voglia rilanciare l’attività operaia.

A Torino nel mese di ottobre il ministro del Lavoro Elsa Fornero ha dichiarato:“Laurearsi per laurearsi serve a poco. Se ci si laurea male si hanno competenze modeste, che portano poco lontano, meglio non inseguire il titolo per essere dottori per forza. Meglio avere una formazione tecnica spendibile. Bisogna ridare dignità al lavoro tecnico e operaio”. Premesso che nessun buon pensante può ritenere il lavoro tecnico e operaio non dignitoso, si può anche essere d’accordo con tale dichiarazione, ma cosa è stato fatto dal governo per favorire quegli studenti che non si laureano “tanto per” e che non hanno competenze modeste? Taglia di qua, taglia di là sono anche gli studenti a pagare le spese della crisi. Libri cari, tasse universitarie aumentate, borse di studio diminuite, abbonamenti ai trasporti in ascesa, aumento degli affitti a nero che gravano sulle spalle dei fuori sede; Federconsumatori ha riscontrato un aumento complessivo del 7% per il pagamento della retta universitaria proprio in questi giorni. Molti sono costretti a rinunciate alla frequenza, altri invece si sottopongono a lavori stressanti, rigorosamente a nero, pur di racimolare qualcosa per aiutare la famiglia, peraltro aggravata da spese esorbitanti.

Del resto è proprio di questi giorni che Bankitalia e ISTAT si sono pronunciate contro la legge di stabilità, sostenendo come sia eccessivo il gravare della spesa pubblica sul singolo cittadino. Con questi climi far studiare i figli diviene un vero problema, specie se questi sono ormai maggiorenni: le buste paga dei genitori presentano una minima traccia dall’avere un figlio a carico, senza trascurare poi che la dichiarazione dei redditi non consente di scaricare in toto tutte le spese scolastiche, come ad esempio i testi universitari. Di qui si arriva alle solite chiacchiere da bar: in Italia ormai non abbiamo più speranze, è meglio guardare all’estero, i giovani devono sapersi muovere nel mondo, sfruttino allora il programma Erasmus.

Il progetto Erasmus, che ha ormai celebrato le nozze d’argento, permette agli studenti di soggiornare in un Paese tra quelli aderenti e di frequentare l’Università in quella località, migliorando quindi in modo sensibile la padronanza della lingua, senza tralasciare poi quanto un programma del genere possa dare a livello umano e formativo alla persona. Ebbene, anche Erasmus è in crisi. A lanciare l’allarme è stato il francese Alain Lamassoure, presidente della Commissione Bilancio del Parlamento Europeo, che ha evidenziato l’approssimarsi della fine dei fondi per il programma già da Natale, mancherebbero infatti all’appello il 20% delle risorse. Il Parlamento ha cercato di salvaguardare gli studenti, assicurando il progetto per l’anno in corso, ma cosa ne sarà per il prossimo anno? Se inoltre fosse prevista seriamente una collaborazione diretta dei vari Stati per finanziare l’Erasmus, sarà possibile che i Paesi più colpiti dalla crisi possano continuare ad assicurare quest’ottima opportunità?

Il governo italiano sa bene quanti costi richiede la ricerca e anche qui ovviamente deve provvedere con adeguati tagli. Con la spending review di luglio i “professori” hanno sottratto 210 milioni alla ricerca in tre anni, mentre hanno continuato a favorire gli autotrasportatori con un contributo di 400 milioni annui.

27 ottobre 2012: arriva il No Monti day, a cui, secondo le stime, avrebbero preso parte 150 000 persone. Un gruppo assortito: studenti, professori, lavoratori tav, la stessa associazione onlus, l’unico obiettivo? Protestare apertamente contro il Governo. Colpisce la presenza di disabili per protestare contro la continua riduzione delle loro giustissime agevolazioni. Tra striscioni e cartelloni non possiamo non citare quello che rappresenta una carota e un bastone, chiaro rifermento alle parole del Ministro Profumo. Danza maori per le maestre della scuola dell’Infanzia per farsi portavoce di una politica dei tagli esorbitanti.

Grande rilievo è stato dato ad un’altra perla di saggezza anti-giovani della Fornero a Nichelino (Torino): “Non bisogna mai essere troppo choosy, meglio prendere la prima offerta e poi vedere da dentro e non aspettare il posto ideale”. Impazza allora il web che è andato ad indagare sulle condizioni familiari di molti esponenti del governo: molto “choosy” sarà stata la figlia della Fornero, visto che occupa ben due posti fissi (Docente di Genetica Medica all’Università di Torino, dove peraltro insegna la madre, e responsabile di un’associazione di ricerca in area genetica, di cui alcune ricerche sono promosse dalla compagnia Sanpaolo, dove la madre è stata vicepresidente fino al 2010). Ma del resto perché avere un posto fisso? Sarebbe una cosa “monotona”, sapete che noia? Parola del premier Monti.

Il malcontento nella scuola cresce, ma il governo non guarda ad essa, e per fortuna che si usciva dalla crisi mettendo al centro scuola, università e ricerca!

 

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