La comunicazione politica all’epoca dei social, tra disintermediazione e orizzontalità
5 Ottobre 2023 – 17:07 | Nessun commento

E’ fenomeno orami consolidato, da almeno 10 anni a questa parte, il direttissmo comunicativo permesso ai soggetti politici dai social networks. Da questo punto di vista è possibile parlare di un fenomeno di mediatizzazione della politica o webpolitics, che garantisce una diffusione ad una platea straordinariamente più ampia del messaggio politico.La mobile revolution ha reso poi i social media straordinariamente piu’ diffusi e pervasivi, garantendo inoltre l’immediatezza del messaggio politico.In un metaverso che vede archiviata… Read more

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La Palestina raccontata attraverso gli occhi di un ragazzo islamico

Scritto da – 19 Settembre 2012 – 17:57Un commento

Roma, 30 giugno 2012. Ormai sono ovunque, su quello che era “terreno della Santa Sede” camminano indisturbati e non curanti dei confini che all’interno dell’Italia, all’interno di Roma , si aprono per dar vita al più potente e ricco Stato Europeo,  lo Stato Vaticano. Sede suprema dell’amore in Cristo Gesù. Occhi grandi e neri, ciglia lunghe e folte, corpi forti, colorati da un sole che  risiede nelle loro pelli, da quegli occhi, gli occhi del Libano, della Giordania, della Palestina, di Israele guardano loro, ragazzi Islamici nati e cresciuti sul suolo italiano, civilizzati ed educati secondo i riti di tale nazione. Portano un cognome che però li strattona verso quelle radici dalle quali non vogliono, o forse non devono staccarsi. Luca Mershed, 23 anni, nei suoi viaggi in Palestina ripropone un continuo legame con la terra che diede la vita ai suoi avi, a suo padre.  Islamico professa la religione di Allah e cercherà di spiegarci attraverso la sua cultura un conflitto che sembra inarrestabile.
R.R. “Iniziamo da una riflessione sulla frase di Abu Ammar… <<(…)anche voi italiani avete combattuto guerre di liberazione, basta pensare al vostro Risorgimento. L’ignoranza sulla Palestina non è ammessa perché la Palestina la conoscete bene: ci avete mandato i vostri Crociati ed è un paese sotto i vostri occhi(…)>> Arafat.

L.M. “Per iniziare vorrei paragonare quelli che vengono chiamati a volte terroristi, con i partigiani (premetto che sono super pro partigiani) nel senso che qui coloro che si uccidono per la patria (terroristi) sono visti con disprezzo. Sono contrario al fatto di uccidere e a maggior ragione gente che non ha niente a che vedere con la guerra quindi atti contro i civili sono da condannare pero i “terroristi” che si fanno saltare in aria contro obbiettivi militari io non li chiamerei terroristi ma semplicemente partigiani nello stesso senso di come i nostri partigiani (con altri mezzi) mettevano bombe e sabotavano strutture, inoltre immagina che c’è un regime che controlla quello che esce ed entra nel paese a partire del cibo, la domanda che sorge è come puo una popolazione inerme (Palestina) difendersi se non con mezzi propri ? Se non entra il cibo come possono entrare armi che siano semplici pistole o altro e cosi che “uno si arrangia”. Secondo i palestinesi che combattono per non essere annichilati sono terroristi gli israeliani che portano avanti una campagna di eliminazione di un popolo come si possono chiamare solo questa domanda basterebbe a capire la parola terrorista e di come viene strumentalizzata, per parlare del risorgimento a me sembra più che legittimo che un popolo abbia il diritto alla autodeterminazione è un diritto dell’ ONU e internazionalmente riconosciuto pero la ipocrisia fa si che si parla tanto pero negli atti non si applica la regola…”

L.M. “Il principio di autodeterminazione dei popoli sancisce il diritto di un popolo sottoposto a dominazione straniera ad ottenere l’indipendenza, associarsi a un altro stato o comunque a poter scegliere autonomamente il proprio regime politico. Tale principio costituisce una norma di diritto internazionale generale cioè una norma che produce effetti giuridici (diritti ed obblighi) per tutta la Comunità degli Stati. Inoltre questo principio rappresenta anche una norma di ius cogens, cioè diritto inderogabile (significa che esso è un principio supremo ed irrinunciabile del diritto internazionale, per cui non può essere derogato mediante convenzione internazionale). Come tutto il diritto internazionale, il diritto di autodeterminazione ratificato da leggi interne, per esempio la L.n.881/1977, esso vale come legge dello Stato che prevale sul diritto interno dell’ ONU. La Carta delle Nazioni Unite, infatti, al Capitolo I (dedicato ai fini e principi dell’Organizzazione), all’articolo 1, paragrafo 2, individua come fine delle Nazioni Unite: “Sviluppare tra le nazioni relazioni amichevoli fondate sul rispetto e sul principio dell’eguaglianza dei diritti e dell’auto-determinazione dei popoli”, e sembra che i palestinesi appartengono a un altro pianeta in quanto questo diritto se lo reclamano no le viene riconosciuto quindi tu mi stai dicendo che il popolo è pronto per autodeterminarsi e liberare i propri territori da quello che può essere un regime ed un invasione che li opprime…>>”

R.R. “si ma quello che ti ho chiesto io era altro…per portar ad atto una rivoluzione deve esserci un principio cardine, ovvero quello che vede un popolo in grado di potar a termine una lotta feroce e poter stabilire successivamente un potere solido.”

L.M. “I palestinesi votano il presidente pero non si parla di capacità di votare si parla del fatto che non c’è la possibilità di esercitare la sovranità, ci sono casi di governi persistenti all’estero in quanto il proprio territorio era sotto occupazione però erano governi senza potere ed è lo stesso che succede in Palestina; il governo non ha poteri propri.”

R.R. “Oltre la questione puramente politica vorrei sollevare il problema ideologico e spirituale che ha molto a che vedere con ciò che succede in quei territori.”

L.M. “Il fattore di appartenenza religiosa a questi territori è molto presente per la religione musulmana, ciò perché sono territori fondamentali per loro, dobbiamo pensare al fatto che gli ebrei venuti dall’ Egitto vedono la Palestina come patria madre però la questione non è solo questa perché sai che potrebbe esserci una convivenza però che sia equa, nel senso che tutti godano degli stessi diritti e libertà e no che gli israeliani abbiano accesso libero a qualsiasi posto e i palestinesi solo per muoversi da una città a un altra debbano far fronte a mille problemi è questione di uguaglianza e rispetto degli altri cosa che un popolo venuto a colonizzare (neocolonialismo) non rispetta. E’ la storia che si ripete, gli spagnoli e portoghesi prima in America, Israele in Palestina e se prima si è vista la distruzione di civiltà intere, ora la gente dice “una cosa che sarebbe da cancellare (quello che sta accadendo)” pero della situazione in Palestina (la stessa: distruzione e colonizzazione) i governi mondiali non fanno niente e fra cento anni la gente dirà “la storia si è ripetuta”

R.R. “mi hai parlato di uguaglianza e di diritti da rispettare, credo che tu ti riferisca ai diritti dell’uomo, della sua integrità morale e fisica, la possibilità di poter condurre una vita dignitosa, correggimi se sbaglio, quindi stai parlando di un popolo integralista che si fa simbolo della libertà dei paesi musulmani cercando di fare la differenza e di portare nelle società islamiche, quei valori che gli occidentali ormai stanno perdendo? Quegli ideali e valori che anche i fondamentalisti e gli integralisti di Maometto hanno imparato a usare per i loro scopi. Devo ricordarti che in molti luoghi in quei territori ancora oggi, se sei donna è peccato mostrare il collo e i capelli perché sono gli attributi femminili da cui un uomo si sente maggiormente attratto. Per coprire quelle vergogne è doveroso portare un foulard, o il chador cioè il lenzuolo che copre l’intero corpo, mentre un uomo può avere quattro mogli (la legge è ancora valida) e può avere un numero indefinito di concubine provvisorie purché firmi un contratto a scadenza.”

L.M. “non si può generalizzare cosi, solo in alcuni paesi alcune persone si comportano come dici”

R.R. “stiamo parlando di leggi ancora in pratica, non di generalizzazioni”

L.M. “si si pero non sempre è cosi chi siamo noi per giudicare gli altri e perché non si guarda a casa propria? solo perché crediamo che l’ Europa sia il centro del mondo e siamo “sviluppati” e gli altri in “via di sviluppo” perché pensiamo che noi siamo il “bene” e gli altri no. Sono punti di vista non dico che il livello di differenza tra uomini e donne è giusto pero credo che non c’è comprensione nel mondo”

R.R. “Tendiamo ad analizzare, il mio giudizio nasce da documentazioni su atti e fatti…mi parli di un Islam moderato, di un popolo pronto a liberarsi quando fa in casa propria, delle proprie moglie le schiave, le prime vittime di un’aggressione, dici che noi “sviluppati” ci poniamo in un livello superiore ad altri paesi anche questo è sbagliato, ma non è forse vero quello che dico?”

L.M. “no dico che non si può generalizzare e che non in tutti i paesi islamici le persone sono persone orribili pensi che il sistema comunista sia corretto ? per alcuni lo era e per altri no, solo per dire sono punti di vista e che il nostro non per forza sia il migliore”

R.R. “cosa c’entra il sistema dittatoriale comunista? Non deviamo da quello che è il discorso portante e ti prego di non nasconderti dietro l’aspetto delle generalizzazioni perché come ho teso a precisare sono stata io per prima a parlare di alcuni paesi, anche se posso dirti che non vi è un solo paese islamico che sia governato da un governo totalmente laico e dal momento che, i mussulmani si rifanno al corano e questo impone determinati comportamenti è ovvio che questi cercheranno ad ogni modi di rifarsi a leggi che sono, in molte occasioni, innaturali e selvagge. Non possiamo dire che la maggior parte di quei territori sia aperta a principi di eguaglianza e libertà. Riprendo un secondo, prima che tu mi risponda, il discorso iniziale…per fare una rivoluzione bisogna innanzitutto sbarazzarsi del nemico, e tu sei certo che le donne di quei luoghi vedano il nemico in persone esterne? Io posso apertamente dirti di pensare che in molti casi il nemico è all’interno”

L. M. “si è possibile pero esistono persone non musulmane che violentano e maltrattano le donne”

R.R. “certamente, ma qui stiamo discutendo di un popolo che vorrebbe la rivoluzione, che, mi dispiace perché so che tolleri a malapena questo mio continuo riproporti la stessa frase, ma come profetizzava il leader algerino Boumedienne: «Presto irromperemo nell’emisfero Nord. E non vi irromperemo da amici, no. Vi irromperemo per conquistarvi. E vi conquisteremo popolando i vostri territori coi nostri figli. Sarà il ventre delle nostre donne a darci la vittoria».”

L.M. “è una persona che lo dice”

R.R. “…questa non mi sembra voglia e necessità di libertà ed eguaglianza”

L.M. “La gente dice quello che vuole”

R.R. “è un esponente musulmano, dovrebbe rappresentarvi ogni qualvolta che parla”

L.M. “a me non mi rappresenta e non esiste un esponente del mondo musulmano, esiste Dio”

R.R. “Allah”

L.M. “non ho bisogno di un rappresentante”

R.R. “che mi dici di Khomeini?”

L.M. “non ha niente a che vedere con la Palestina…”

R.R. “ha qualcosa a che vedere con il mondo musulmano?”

L.M. “si si, pero quello che vorrei farti capire che il mondo musulmano è unito però non significa niente che un suo esponente come lo chiami tu o un paese che si proclami “paese guida” possa parlare per milioni di persone”.

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