La comunicazione politica all’epoca dei social, tra disintermediazione e orizzontalità
5 Ottobre 2023 – 17:07 | Nessun commento

E’ fenomeno orami consolidato, da almeno 10 anni a questa parte, il direttissmo comunicativo permesso ai soggetti politici dai social networks. Da questo punto di vista è possibile parlare di un fenomeno di mediatizzazione della politica o webpolitics, che garantisce una diffusione ad una platea straordinariamente più ampia del messaggio politico.La mobile revolution ha reso poi i social media straordinariamente piu’ diffusi e pervasivi, garantendo inoltre l’immediatezza del messaggio politico.In un metaverso che vede archiviata… Read more

Leggi l'articolo completo »
Società

immersione esistenziale del tessuto del sociale

Politica

Dagli alti ideali ai bui sottoscala del Parlamento. Spaccato sulla sfera Politica di una Italia in declino

Scuola e Università

Vita tra le mura d’Ateneo: l’orizzonte universitario

Cultura

Arte, Musica, Letteratura. Dalle Humanae Litterae, il pane dell’Anima

Informazione

Dalla televisione alla carta stampata. Le mille sfumature del giornalismo.

Home » Informazione

La questione rumena

Scritto da – 8 Febbraio 2012 – 18:34Un commento

Negli ultimi giorni i mass media  di tutto il mondo hanno avviato una massiccia campagna di “informazione” sulle vicende che stanno attraversando il Paese guidato dalla solitaria opera di Triaian Basescu. Dal 2004 ad oggi, con la sola interruzione tra il 20 aprile e il 23 maggio 2007 quando fu deposto per “impeachment”, il Presidente rumeno detiene il potere di un paese mai uscito da un’arretratezza che vede il passaggio dall’influenza russa, terminata nel 1965 con la proclamazione della Nuova Costituzione Socialista di Romania, al governo dittatoriale di Nicolae Ceausescu deposto nel 1989 in seguito ad una rivolta popolare. Ancora oggi le dinamiche di quello che successe non sono chiare e le piste più autorevoli portano ad un “complotto” internazionale fomentato con l’aiuto della stampa che, come ampiamente documentato, ebbe il compito di gonfiare i fatti con l’intento di portare il popolo alla ribellione.

Dal 12 gennaio 2012, l’aria che si respira in più di 40 città sparse su tutto il territorio rumeno è la stessa di quel lontano 1989 quando poco lontano un altro fatto di primissima importanza stava per cambiare la storia mondiale, eclissando la questione rumena: la caduta del muro di Berlino. Oggi la storia sembra ripetersi perché a soffocare le voci dei cittadini scesi in piazza a rivendicare il diritto alla dignità in un Paese nel quale il salario medio è di 350 euro, ci sono le guerre civili amabilmente orchestrate dai signori del petrolio, che da più di un anno hanno investito l’Africa e tutto il Medio Oriente.

A far nascere il tutto, in una Nazione ridotta ai minimi storici costretta a tagliare gli stipendi pubblici del 25% ed ad aumentare l’imposta sul valore aggiunto per raggiungere il decurtamento del deficit annuale dal 4.35% all’1.9% imposto dalla Troika, delegazione formata dagli emissari della Banca centrale europea, del Fondo Monetario Internazionale e dell’Unione Europea, è stato il passo indietro sulla privatizzazione della sanità. Nel 2011 solo il 4% del PIL, 5.5 miliardi di euro, è stato destinato al settore medico attraversato da una ampia corruzione nonché dalla fuga di dottori ed infermieri. Insomma, nel Paese maggiormente colpito dalla crisi, la sanità ha avuto il merito di stanare i rumeni nonostante il grande freddo che da più di un mese investe l’Europa. Le proteste hanno portato alle dimissioni del capo del governo Emil Boc, 6 febbraio,  colpevole forse di essersi circondato di ministri non all’altezza del compito e di aver guidato la Romania con “sufficienza” dimenticando che questa dovrebbe essere la settima potenza economica europea. A fomentare il tutto c’è ancora una volta la stampa nazionale che con la sua campagna di promozione contro Basescu, ha indottrinato gli slogan “abbasso Basescu” o “Basescu come Ceausescu” urlati dai manifestanti e uniche armi in mano di quell’opposizione politica che alla stregua di quella italiana, non riesce a sfruttare i momenti di crisi per ribaltare l’elettorato. In seguito alle dimissioni di Boc, il quale prima di lasciare il posto è riuscito a strappare un finanziamento di 20 miliardi in busta chiusa concesso dalla Comunità Europea, Fondo Monetario Internazionale e dalla Banca Centrale Europea. A vigilare ma soprattutto a proporre un mirato utilizzo di questi fondi, sarà l’ex capo del servizio di spionaggio per l’estero (SEI), Mihai-Razvan Ungureanu, vecchia conoscenza della politica rumena con ottimi rapporti a Bruxelles.

Nel frattempo le rivolte, che nel solo mese di gennaio contano più di 60 vittime, continuano tra le strade della capitale spinte dalla voglia di cambiamento alla quale Ungureanu dovrà dare voce forse andando contro la parola di Basescu del quale sempre più espressamente è chiesta la “testa”.

 

Forse potrebbe interessarti:

  • No Related Posts

Facebook comments:

Un commento »

  • […] Negli ultimi giorni i mass media  di tutto il mondo hanno avviato una massiccia campagna di “informazione” sulle vicende che stanno attraversando il Paese guidato dalla solitaria opera di Triaian Basescu. Dal 2004 ad oggi, con la sola interruzione tra il 20 aprile e il 23 maggio 2007 quando fu deposto per “impeachment”, il Presidente rumeno detiene il potere di un paese mai uscito da un’arretratezza che vede il passaggio dall’influenza russa, terminata nel 1965 con la proclamazione della Nuova Costituzione Socialista di Romania,. […] Leggi l'articolo completo su Orizzonte Universitario […]

Lascia un commento!

Aggiungi il tuo commento qui sotto, oppure esegui un trackback dal tuo sito. Puoi anche iscriverti a questi commenti via RSS.

Sii gentile, rimani in argomento. Lo spam non sarà tollerato.

È possibile utilizzare questi tag:
<a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>

Questo sito web supporta i Gravatar. Per ottenere il proprio globally-recognized-avatar, registra un account presso Gravatar.