La comunicazione politica all’epoca dei social, tra disintermediazione e orizzontalità
5 Ottobre 2023 – 17:07 | Nessun commento

E’ fenomeno orami consolidato, da almeno 10 anni a questa parte, il direttissmo comunicativo permesso ai soggetti politici dai social networks. Da questo punto di vista è possibile parlare di un fenomeno di mediatizzazione della politica o webpolitics, che garantisce una diffusione ad una platea straordinariamente più ampia del messaggio politico.La mobile revolution ha reso poi i social media straordinariamente piu’ diffusi e pervasivi, garantendo inoltre l’immediatezza del messaggio politico.In un metaverso che vede archiviata… Read more

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Un caso letterario: la bomba Limonov

Scritto da – 10 Febbraio 2014 – 15:526 commenti

La prima volta che ho visto la copertina di questo libro ero nella calda atmosfera della mia libreria- caffè di fiducia e dato che ci passo buona parte delle mie domeniche, ho iniziato a vedere sempre più spesso quel volto in copertina. Il titolo del libro è accattivante: “Limonov”. Cattura subito l’occhio, anche se si tratta semplicemente del nome d’arte del protagonista. Forse perché in qualche modo quando si parla di letteratura un nome russo spesso dà l’idea di un “marchio di garanzia”, forse perché quella parola ha qualcosa di davvero potente ed attraente in sé; probabilmente l’effetto che si riproponeva questo personaggio sopra le righe quando lo scelse pensando a una “Limonka” (che in russo è usato per indicare la bomba a mano).

Sta di fatto che è molto difficile passarci davanti e non notarlo, ed era così anche prima che diventasse un caso letterario. Ovviamente questo libro è la biografia di Eduard Limonov, ma è anche molto più che una semplice raccolta di gesti quotidiani (e non) di un personaggio noto (e non proprio a tutti). È anche un romanzo d’avventura, è una storia un po’ trash, con qualche spruzzata di autobiografismo dell’autore, il giornalista e scrittore francese Emmanuel Carrère. Infatti la storia personale dell’autore, figlio di una sovietologa di origini russe, fondamentalmente parallela a quella del suo oggetto di interesse, si intreccia ed amalgama con quest’ultimo. Carrère  in fondo ci mostra lo scheletro e la genesi di questo libro, insieme alle origini dell’eroe e anti-mito Limonov.

Ma chi è Limonov?

Nelle prime pagine l’autore lo presenta così: “è stato teppista in Ucraina, idolo dell’underground sovietico, barbone e poi domestico di un miliardario a Manhattan, scrittore alla moda a Parigi, soldato sperduto nei Balcani; e adesso, nell’immenso bordello del dopo comunismo, vecchio capo carismatico di un partito di giovani desperados. Lui si vede come un eroe, ma lo si può considerare anche una carogna: io sospendo il giudizio”.

Eduard Veniaminovič Savenko nasce a Dzeržinsk, in Russia, il 22 febbraio 1943, figlio di un ufficiale dell’NKVD. Presto la famiglia si trasferisce a Char’kov in Ucraina, dove “Edichka” trascorre la sua adolescenza tra bande di teppistelli e criminali veri e propri, e dove si forma nella sua mente il mito di quell’“aristocrazia” criminale che nella sua illegalità è governata da rigide regole d’onore. Nel giovane Savenko crescono quegli ideali di vita che lo seguiranno sempre nella sua onnipresente valigia in ogni tappa della sua vita e che lo porteranno a essere ciò che è oggi: vivere, provare ogni esperienza in quanto anche la più degradante ha un suo valore intrinseco di vissuto, qualcosa da aggiungere a un proprio tesoro personale, e il suo rifiuto a sottomettersi a qualcuno, il suo desiderio di essere una sorta di Re Sole in testa alla piramide degli affogati e degli emarginati, nella speranza(spesso frustrante) di vedere relegati un giorno tutti coloro che oggi sono all’apice in uno degli strati più bassi della sua piramide. E sono proprio queste fortissime spinte a renderlo una figura tanto controversa ed affascinante: un uomo che potrebbe essere visto come un eroe ma che nella sua forsennata corsa vitale si ritrova spesso a giocare la parte dell’antagonista, partendo improvvisamente per la guerra (esperienza a suo parere vitale per unuomo) in Iugoslavia combattendo a fianco dei Serbi, fondando un partito fascio-comunista e sconvolgendo chi lo ha conosciuto e che non lo avrebbe mai ritenuto capace di alcune scelte di vita.

Lo stesso autore sembra ricercare tra le persone che sono state vicine a Limonov una conferma, una voce che gli dica che quel suo mito personale non è un mercenario senza scrupoli, né un nazi-fascista. Anche il lettore cerca inevitabilmente di districarsi tra le ragnatele della personalità di quest’uomo, che alla fine possiamo vedere come una sorta di mancato (di poco) Ubermensch che ha toccato il fondo, si è rialzato, ed ora si trova a metà strada, come un anziano saggio che guarda il mondo attraverso gli occhi della sua vita extra-ordinaria.

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