La comunicazione politica all’epoca dei social, tra disintermediazione e orizzontalità
5 Ottobre 2023 – 17:07 | Nessun commento

E’ fenomeno orami consolidato, da almeno 10 anni a questa parte, il direttissmo comunicativo permesso ai soggetti politici dai social networks. Da questo punto di vista è possibile parlare di un fenomeno di mediatizzazione della politica o webpolitics, che garantisce una diffusione ad una platea straordinariamente più ampia del messaggio politico.La mobile revolution ha reso poi i social media straordinariamente piu’ diffusi e pervasivi, garantendo inoltre l’immediatezza del messaggio politico.In un metaverso che vede archiviata… Read more

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Mauro Masi: come distruggere la Rai dall’interno

Scritto da – 2 Novembre 2010 – 11:05Nessun commento

“… certe pressioni non si ascoltano manco nello Zimbabwe”: vi ricordate questa frase? La pronunciò lo scorso marzo Masi, direttore della generale della Rai, dopo che il membro dell’Agcom (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) Giancarlo Innocenzi l’aveva chiamato per sfogarsi delle insistenti richieste del Presidente del Consiglio Berlusconi perché l’Autorità mettesse il bavaglio ad Annozero. Le cose non sono cambiate. Solo che adesso in pole position per mettere a tacere Santoro c’è proprio Masi. L’ormai famoso “Vaffan…bicchiere” rivolto al direttore generale della Rai da parte del giornalista di “Annozero” nella puntata del 23 settembre (19, 63% di share), è stata per Masi l’occasione tanto agognata di chiedere la sospensione del programma per ben due puntate. È la prima volta nella storia della Rai che viene sospesa una produzione per un provvedimento disciplinare contro chi la conduce. Ma non è la prima volta che nei panni della bestia nera troviamo Santoro. Già nel 2002, infatti, Berlusconi allontanò dalla Rai il volto di Annozero, insieme a Biagi e Luttazzi, perché accustati di far “uso criminoso” della tv. Ed ecco che dopo 8 anni la situazione è la stessa: Travaglio e Vauro, collaboratori di Santoro nel famigerato programma, sono senza contratto; Masi, in una Rai che rischia pesantemente di andare in rosso, cerca di sospenderne la messa in onda, quando Annozero porta il 20% di share in un canale, Rai Due, che in prima serata tendenzialmente si ferma al 10%.  D’altro canto, la situazione economica della Rai sembra far acqua su tutti i fronti: si prevede che nel 2012 il deficit della Radiotelevisione Italiana sarà di 600 milioni di euro, superando il valore del capitale sociale di 550 milioni di euro. E mentre si mettono i bastoni tra le ruote ai pochi programmi che possono attirare la pubblicità (e pubblicità vuol dire soldi), i dirigenti Rai propongono, in un piano industriale per risollevare le finanze della società, di vendere le sedi storiche di via Mazzini, via Teulada e via Asiago a Roma, e altre a Torino e Venezia.

Si diceva, la pubblicità porta denaro: ma perché la Rai, che ha il 44% di share (il valore più alto in Italia) ha problemi a procurarsene? Già, è curioso constatare che Mediaset, con il suo 38% di share, ha realizzato un aumento della raccolta pubblicitaria dell’8% rispetto al 2009, mentre la raccolta pubblicitaria della Sipra (la concessionaria per la pubblicità commerciale della Rai) ha realizzato un aumento solo del 4%.

 E in tutto ciò, la Rai si può permettere di non mandare in onda ben due puntate di Annozero?

Evidentemente ha trovato altri fronti su cui risparmiare: per esempio, sul compenso richiesto dagli ospiti della prima puntata di “Vieni via con me”, in onda dall’8 novembre su Rai Tre. Benigni avrebbe chiesto una cifra esorbitante (250 mila euro) per le finanze della televisione, lamentano i vertici Rai. Il premio Oscar, in risposta, si è subito proposto di partecipare gratis al programma, mentre gli altri due ospiti, Paolo Rossi e Antonio Albanese, hanno accettato di abbassare i propri compensi. Saviano – conduttore di “Vieni via con me” insieme a Fabio Fazio – ha accusato Masi di aver dato inizio alla polemica dopo aver letto la scaletta prevista per le quattro puntate: “rapporti mafia e stato, il ritorno della spazzatura a Napoli, le favole raccontate sul terremoto in Abruzzo”. Masi ha smentito, affermando che le dichiarazioni dell’autore di Gomorra sono prive di ogni fondamento. Ovviamente. 

Insomma, la Rai sembra non essere così di sinistra, come invece accusa ossessivamente Berlusconi. Tanto che il Tg1 ha ricevuto negli scorsi giorni una diffida da parte della già citata Agcom, perché presenta un “forte squilibrio” in favore della maggioranza di governo. Il Tg1 è stato tenuto sotto osservazione dall’Autorità nel periodo luglio-settembre 2010, e questi sono i dati emersi: ad agosto il Pdl è al 25.17% del tempo di durata del telegiornale, il Pd all’11.23%, il premier al 5.18%, il governo al 12.76%, la Lega al 7.98%, l’Idv al 2.97%, l’Udc al 5.17%. Non c’è bisogno di fare i conti, la differenza di percentuali spicca subito all’occhio. Non si è fatta attendere la smentita del direttore del Tg1, Augusto Minzolini: i dati dell’Osservatorio di Pavia, a detta sua, riportano per agosto “l’istituzionale al 4,5%, il governo al 34,9%, la maggioranza al 28,7% e l’opposizione al 29,1%”. Mettetevi d’accordo, per favore

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