La comunicazione politica all’epoca dei social, tra disintermediazione e orizzontalità
5 Ottobre 2023 – 17:07 | Nessun commento

E’ fenomeno orami consolidato, da almeno 10 anni a questa parte, il direttissmo comunicativo permesso ai soggetti politici dai social networks. Da questo punto di vista è possibile parlare di un fenomeno di mediatizzazione della politica o webpolitics, che garantisce una diffusione ad una platea straordinariamente più ampia del messaggio politico.La mobile revolution ha reso poi i social media straordinariamente piu’ diffusi e pervasivi, garantendo inoltre l’immediatezza del messaggio politico.In un metaverso che vede archiviata… Read more

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Boris Nemstov: l’omicidio politico più grave nella storia recente della Russia

Scritto da – 19 Marzo 2015 – 16:35Nessun commento

nemstovSono stati tanti gli episodi di questo tipo nella storia. Mi è rimasto impresso quello di colui che per primo è riuscito a dare una defizione concreta per quanto assurdamente astratta della parola democrazia  « Democracy is the government of the people, by the people, for the people. » «La democrazia è il governo del popolo, dal popolo, per il popolo.»  Abraham Lincoln, sedicesimo presidente degli Stati Uniti e primo appartenente al partito repubblicano, assassinato dopo aver fatto approvare l’abolizione della schiavitù nel 1865. Poi Giacomo Matteotti, assassinato nel 1924, politico socialista; la sua colpa fu quella di pronunciare alla Camera una durissima requisitoria contro il fascismo, denunciandone la violenza e contestando la validità dei risultati elettorali. La responsabilità venne assunta personalmente da Mussolini, presupposto indispensabile per non perdere l’embrionale consenso che aveva ottenuto. Come dimenticare John Kennedy, ucciso a Dallas nel novembre del 1963. Mahatma Gandhi, ucciso nel 1948 da un’estremista Indù, oggi è considerato il padre della Nazione e il 2 ottobre, giorno della sua data di nascita è un giorno festivo. Esempio classico, tristemente famoso nella storia dei delitti italiani, Aldo Moro. Se ci dovessimo soffermare in particolare sulla storia dell’Unione Sovietica prima e della Russia poi, ci renderemmo facilmente conto che senza considerare dagli albori dello zar Nicola II, tutto il 900 è costellato da una lunga serie di omicidi politici.

Se Nemtsov sia l’Aldo Moro russo questo ancora non è dato saperlo, sappiamo solo che è morto in circostanze sospette, a 100 metri dalla piazza Rossa di Mosca, in una serata qualunque, mentre passeggiava con la sua fidanzata ucraina. Certamente non sarebbe nè il primo nè l’ultimo che muore perchè portatore di idee anti-potere, anti-politiche, liberali appunto. Però è l’esempio sintomatico di una politica chiusa che non ha mai reso l’opposizione uno stimolo come dovrebbe correttamente essere, considerandola un blocco ostruzionista. Non da superare, ma da eliminare.

Per ora sono due gli arresti: l’ex tenente ceceno Zaur Dedayev fermato nel distretto di Nazran in Inguscezia, accusato di aver sparato con un’arma da fuoco, e suo cugino Anzor Gubashev fermato nel distretto di Malbobek (sempre in Inguscezia) e insieme a loro tre sospettati, che continuano a proclamarsi innocenti. Abbiamo tutti gli elementi di un perfetto omicidio: la macchina, il video delle telecamere di sorveglianza, gli arrestati e i presunti fiancheggiatori. Come al solito, manca la parte più difficile: i mandanti. Che ci sia Putin dietro questo? Poco probabile, sostengono i commentatori: non solo Nemtsov aveva avuto una collaborazione con Putin negl’anni novanta durante l’amministrazione Eltsin, ma sarebbe poco credibile che un leader si sia abbassato a compiere atti di questo tipo, volti a minarne la credibilità, lui che ha puntato a rendere la Russia forte, garante della legalità, e soprattutto un paese in cui si può vivere in tutta sicurezza. C’è da aggiungere che è risultato molto convincente in una delle sue dichiariazioni nei giorni immediatamente successivi al 27 Febbraio:” il Cremlino metterà a disposizione tutte le risorse per fare luce su quanto è accaduto e per incastrare gli assassini”. Questo diceva prima di sparire nel mistero. Da una settimana (precisamente il 5 Marzo, giorno dell’incontro con il premier Renzi) non appare pubblicamente e questo desta numerosi dubbi e timori sul suo stato di salute, ma il Cremlino assicura: “sta bene ed è più presente che mai”.

Chi era Boris Nemtsov. Comincia la sua carriera politica nel 1989, dove riesce a prendere parte alle elezioni del Congresso dei Deputati del Popolo Sovietico. Non viene eletto ma l’anno successivo si ripresenta alle elezioni del Soviet Supremo della Repubblica Russa come rappresentante di Gor’kij, ha la meglio su altri 11 candidati ed entra a far parte del comitato legislativo, occupandosi di riforme agricole e di liberalizzazione del commercio con l’estero. Un cursus honorum a tutti gli effetti completo con la nomina nel 1997 di primo vicepremier della Federazione Russa, con lo specifico compito di apportare riforme nell’apparato energetico, per lo sfruttamento delle risorse del sottosuolo.

Nell’agosto 1999, Nemtsov diviene uno dei cofondatori della nuova coalizione liberale democratica Sojuz Pravych Sil (SPS era un partito liberale di destra, filo – europeo. SPS era membro dell’Unione Democratica Internazionale, che raccoglie i partiti liberisti e conservatori), che riceve quasi 6 milioni di voti. Nemtsov viene eletto alla Duma di Stato, la camera bassa del Parlamento russo.

Nel maggio 2000, dopo le dimissioni dell’ex leader del partito Sergej Kirienko, Nemtsov è eletto leader di Sojuz Pravych Sil e il suo gruppo parlamentare entra a far parte della Duma di Stato. La sua posizione di leader del partito viene confermata al congresso di Sojuz Pravych Sil, quando riceve sostegno da parte di oltre il 70% dei delegati. La sua brillante carriera riformista subisce una battuta d’arresto negli anni della presidenza Putin, giudicata da Nemtsov come regressiva della democrazia e delle libertà civili in Russia. Da questo momento sarà considerato l’oppositore di Putin per eccellenza.

Nel gennaio 2004, Boris Nemtsov scrive insieme a Vladimir Kara-Murza, suo consigliere di vecchia data e collega di partito, un articolo: un appello alla maggioranza putiniana, che mette in guardia sui pericoli dell’imminente dittatura di Putin. L’articolo viene pubblicato sulla Nezavisimaja Gazet, il giornale indipendente. Nello stesso mese, Nemtsov collabora alla fondazione del Comitato 2008, che raccoglie tutti i gruppi d’opposizione, tra cui quello di Garry Kasparov, di Vladimir Bukovskij e di altri autorevoli liberali.

Il 25 novembre 2007 Nemtsov viene arrestato dalla polizia durante una protesta non autorizzata contro il presidente Putin; viene liberato il giorno stesso.

Due anni dopo, nel marzo 2009, subisce un attentato alla sua persona: alcune persone gli hanno lanciato in faccia un liquido contenente cloruro di ammonio; è in questa occasione che Nemtsov dichiara di temere per la sua vita.

Il 31 luglio 2010 Nemtsov viene arrestato dalla polizia durante una manifestazione non autorizzata dedicata all’articolo 31 della Costituzione russa, che garantisce il diritto alle manifestazioni pacifiche.

Era un’attivista dunque, e come tutti i personaggi scomodi, forse destinato ad essere murdered by, “un ucciso da”. Ancora non si sa con precisione, le piste da seguire sono molte e con fughe di notizie, nonostante l’Europarlamento si sia pronunciato sulla questione, richiedendo esplicitamente un’inchiesta indipendente sul caso.

Giorgia Boccherini


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