La comunicazione politica all’epoca dei social, tra disintermediazione e orizzontalità
5 Ottobre 2023 – 17:07 | Nessun commento

E’ fenomeno orami consolidato, da almeno 10 anni a questa parte, il direttissmo comunicativo permesso ai soggetti politici dai social networks. Da questo punto di vista è possibile parlare di un fenomeno di mediatizzazione della politica o webpolitics, che garantisce una diffusione ad una platea straordinariamente più ampia del messaggio politico.La mobile revolution ha reso poi i social media straordinariamente piu’ diffusi e pervasivi, garantendo inoltre l’immediatezza del messaggio politico.In un metaverso che vede archiviata… Read more

Leggi l'articolo completo »
Società

immersione esistenziale del tessuto del sociale

Politica

Dagli alti ideali ai bui sottoscala del Parlamento. Spaccato sulla sfera Politica di una Italia in declino

Scuola e Università

Vita tra le mura d’Ateneo: l’orizzonte universitario

Cultura

Arte, Musica, Letteratura. Dalle Humanae Litterae, il pane dell’Anima

Informazione

Dalla televisione alla carta stampata. Le mille sfumature del giornalismo.

Home » Politica

Tangenti, nasce l’Authority anti-corruzione (ma c’era già)

Scritto da – 25 Giugno 2014 – 11:112 commenti

Le indagini alla procura di Milano proseguono senza sosta, da quando, l’otto maggio scorso, un nuovo episodio di tangenti si è abbattuto sull’EXPO e sulla scena politica nostrana. I procuratori Bocassini e Bruti Liberati procedono nelle loro inchieste nei confronti di personaggi già noti alle cronache italiani degli ultimi (lunghissimi venti) anni. In una cupola democratica e bipartisan si distinguono infatti Primo Greganti (ex PCI) ed il suo socio ex DC Gianstefano Frigerio, come figure di primo piano nella gestione dei rapporti tra politica e mondo imprenditoriale. L’accusa è di aver organizzato un abile giro di appalti truccati (sia per EXPO che per quanto riguarda la già massacrata sanità lombarda) e di avanzamenti di carriera politica, che ha generato un sistema vizioso in cui le figure favorite erano ben poche e molto note.

Nonostante lo scandalo sia di enorme portata, lascia ancora più basiti come dopo vent’anni di belle parole contro la corruzione e di poche ed inefficaci leggi contro la stessa, ci ritroviamo a dover fare i conti con i soliti noti personaggi che, dopo la dirompente inchiesta di Tangentopoli, avremmo volentieri evitato. Se è vero che è sbagliato fare di tutta l’erba un fascio, è anche onesto ammettere che qualcosa non funziona nel nostro sistema e non si tratta solo di uomini. Sperare infatti che la corruzione sparisca dalla faccia della terra è realistico quanto sperare di fermare un fiume in piena con le mani; la corruzione è intrinseca nell’uomo dalla notte dei tempi, cercare di fermarla è purtroppo tempo perso. Perciò invece di correre (sempre con un enorme ritardo) dietro a delle figure losche, perché non investire questo prezioso tempo nel cercare di formulare delle leggi e delle pene certe? In un momento come questo, con il montante scandalo del MOSE che si avvicina minaccioso alle nostre cronache come una delle maree che questa grande opera dovrebbe contrastare, e con l’affair EXPO che ormai è diventato una presenza fissa sui quotidiani, è il caso di fermarci e di affrontare un serio momento di autocritica; che sia però apartitica: perché di fronte a tutto ciò non c’è colore politico che tenga, siamo noi a perdere.

Oltre al paradosso dei “nuovi” indagati, lo scandalo EXPO ha portato alla ribalta altre ombre della nostra burocratica macchina politica. Nelle ultime ore, infatti le bocche di tutti si stanno riempiendo di parole che vorrebbero Raffaele Cantone (neo-presidente dell’autorità nazionale sulla corruzione) con degli ampi poteri per porre rimedio ai danni finora scoperti. Su questa decisione c’è poco da discutere, sennonché si è scoperto che dal 2006 è attiva la “Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici”, la quale oltre ad avere 300 dipendenti, ha da otto anni nelle sue mani gli stessi poteri che oggi si vuole conferire a Cantone.

Due domande sorgono spontanee: in tutti questi anni di appalti per EXPO e MOSE dov’era quest’authority? E soprattutto, in un momento di spending review, è necessario stipendiare tutti questi dipendenti (a questo punto inutili visti i risultati) quando tutto il lavoro verrà affidato nelle salde mani di Cantone? Inoltre è utile notare come un alleggerimento della burocrazia aiuterebbe molto a dare una forte accelerazione ai lavori, che troppo spesso procedono a rilento. Infatti se all’apertura di EXPO si arriverà con i padiglioni ancora “caldi di lavori di costruzione” sarà tutto merito di una burocrazia (compresa quella ridicola per controllare la corruzione nell’assegnazione degli appalti) con l’unico merito di rallentare qualsiasi cosa incontri sulla sua strada.

Mentre cerchiamo di dipanare queste annose questioni, godiamoci questo costosissimo film, sperando di non perdere nuovamente la memoria in materia di volti e persone a cui affidare la cosa pubblica, e soprattutto lottando per un finale diverso.

Manuel Granata


Forse potrebbe interessarti:

Facebook comments:

2 commenti »

Lascia un commento!

Aggiungi il tuo commento qui sotto, oppure esegui un trackback dal tuo sito. Puoi anche iscriverti a questi commenti via RSS.

Sii gentile, rimani in argomento. Lo spam non sarà tollerato.

È possibile utilizzare questi tag:
<a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>

Questo sito web supporta i Gravatar. Per ottenere il proprio globally-recognized-avatar, registra un account presso Gravatar.