La comunicazione politica all’epoca dei social, tra disintermediazione e orizzontalità
5 Ottobre 2023 – 17:07 | Nessun commento

E’ fenomeno orami consolidato, da almeno 10 anni a questa parte, il direttissmo comunicativo permesso ai soggetti politici dai social networks. Da questo punto di vista è possibile parlare di un fenomeno di mediatizzazione della politica o webpolitics, che garantisce una diffusione ad una platea straordinariamente più ampia del messaggio politico.La mobile revolution ha reso poi i social media straordinariamente piu’ diffusi e pervasivi, garantendo inoltre l’immediatezza del messaggio politico.In un metaverso che vede archiviata… Read more

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Black Block, e tutto passa in secondo piano

Scritto da – 6 Maggio 2015 – 16:36Nessun commento

no expoBastano poche ore per distruggere tutto: Vetrine, auto, un movimento di protesta, il sostegno della gente. E’ esattamente ciò che è capitato nel MayDay 2015. Il pericolo dei Black Bloc era previsto da mesi, eppure non si è riuscito a far nulla per evitare ciò che è successo. O semplicemente, non si è voluto far nulla. Qualunque sia il verbo da adottare, il risultato di tutto ciò è sotto i nostri occhi. E’ facile commentare le distruzioni di negozi ed autovetture avvenute a Milano. Ancor più facile, sarebbe sottolineare l’idiozia di questi individui. Questo perché non c’è alcun motivo valido per giustificare l’accaduto. Se il messaggio era: “Combattere il capitalismo e le sue sfaccettature”, comunque non si è riusciti a farlo. Questo perché il capitalismo non è l’auto del privato cittadino, o la bottega di qualche poveraccio. Il capitalismo è ben altro. Così facendo, invece, si è voluto dimostrare al mondo quanto fossero confuse le idee di queste persone. Il messaggio che è venuto fuori dalle devastazioni del primo Maggio, è stato quello di distruggere ciò che è facilmente attaccabile, come auto o negozi, senza avere alcuna voglia di combattere ciò che invece andrebbe combattuto. E soprattutto, si è oscurato completamente il dissenso verso l’EXPO.

Questo perché oggi le reti e gli organi di stampa si sono completamente dimenticati delle ragioni che hanno portato migliaia di persone a manifestare pacificamente contro questa manifestazione. Un evento, che è costato allo stato italiano ben 14 Miliardi di euro, in un contesto di tagli ed austerity. Era davvero necessario? A chi e cosa serve realmente l’EXPO? Chi ci ha guadagnato?

Sono tutte domande legittime, le cui risposte spesso sono state vaghe ed incoerenti da parte del Governo e degli addetti ai lavori. Oggi però, quelle domande non vengono più poste. Tanto che il giorno dopo, mentre i cittadini milanesi ripulivano la città, c’era gente che invocava una “nuova Diaz”, oppure attaccava una ragazza facente parte del movimento “No EXPO”. Insomma, come al solito, si faceva di tutta l’erba un fascio, e si distoglieva l’attenzione dai veri problemi del paese.

Per una volta, invece, la polizia ha assunto una strategia quasi perfetta. Non vi sono stati feriti, non vi è stato alcun contatto tra manifestanti e Black Bloc, e non c’è scappato il morto, come accaduto in passato. I danni sono stati notevoli, certo. Si poteva prevenire tutto ciò? Probabilmente si, non permettendo a questa gente di radunarsi in quel modo. Ci sono state centinaia di foto che mostrano la “preparazione” alla guerriglia da parte di questi elementi. A mente fredda però, non possiamo non fare i nostri complimenti per come è stata “controllata” la situazione da parte delle forze dell’ordine.

Bisognerebbe chiedersi, semmai, per quale motivo, qualche giorno dopo, si è deciso di manganellare delle insegnanti che con le braccia alzate esprimevano il loro dissenso nei confronti del premier Renzi in occasione dell’anniversario dei 70 anni della Liberazione e della prima festa dell’Unità.  Probabilmente perché spaventa di più chi può aprire la mente delle persone, rispetto a chi è capace solo di aprire auto e vetrine (distruggendole).

La notizia è passata in sordina, poiché eravamo tutti impegnati a dire la nostra sugli idioti in nero. Così come eravamo tutti impegnati a sfogare la nostra rabbia nei confronti del ragazzo intervistato dalla troupe di TGCOM. Sicuramente ci sono persone che la pensano come quel ragazzo, eppure non riesco a togliermi dalla mente che quella sia un’intervista “pilotata”. Troppo lineare, troppo stupida, troppo facilmente attaccabile dai Salvini di turno, per essere spontanea. E soprattutto, troppo vicina all’intervista della rom da parte di Mattino Cinque, la quale era stata pagata per dire il falso davanti le telecamere.

Anche questa cosa, però, non la scopriremo mai. Il ragazzo ha chiesto scusa il giorno dopo, ammettendo l’idiozia delle sue affermazioni. Nel paese del “non mi pento di ciò che ho fatto”, è già qualcosa.

La cosa più importante, però, è non dimenticare le ragioni che hanno portato al dissenso nei confronti dell’EXPO. Per quel centinaio di delinquenti in nero, ci sono altrettante migliaia di manifestanti pacifici, che con coraggio ed in modo legale, hanno da sempre espresso le loro riserve per questa faraonica manifestazione. Questo comitato è nato nel 2007, e da allora, giorno dopo giorno, ha cercato di informare la gente sui tantissimi problemi legati all’EXPO. Il rapporto tra fondi privati e pubblici; lo sfruttamento dei lavoratori, spesso precari e pagati in nero; l’insostenibilità del progetto, in un momento di crisi come quello attuale; il modo in cui il territorio milanese è stato usato. Questo e tanto altro. Per una volta, cerchiamo di non essere dei contenitori che TG e stampa riempiono a loro piacimento. Per una volta, cerchiamo di ragionare, e di saper distinguere.

Francesco Carta


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