La comunicazione politica all’epoca dei social, tra disintermediazione e orizzontalità
5 Ottobre 2023 – 17:07 | Nessun commento

E’ fenomeno orami consolidato, da almeno 10 anni a questa parte, il direttissmo comunicativo permesso ai soggetti politici dai social networks. Da questo punto di vista è possibile parlare di un fenomeno di mediatizzazione della politica o webpolitics, che garantisce una diffusione ad una platea straordinariamente più ampia del messaggio politico.La mobile revolution ha reso poi i social media straordinariamente piu’ diffusi e pervasivi, garantendo inoltre l’immediatezza del messaggio politico.In un metaverso che vede archiviata… Read more

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Una nuova piaga sociale: i Neet

Scritto da – 11 Luglio 2011 – 11:322 commenti

Da pochissime ore è uscita una nuova inchiesta su l’Espresso per il fenomeno del “precariato abissale” e su una nuova sfaccettatura ancora poco analizzata.
Non lavorano, non studiano, non imparano un mestiere. In Francia li chiamano néné, né lavoratori né studenti. In Spagna ni-ni, con significato analogo. Per gli americani sono “twixter”. Eppure in tutto il mondo si stanno facendo conoscere per l’espressione Neet, che i sociologi inglesi hanno coniato per descrivere quei ragazzi (tra i 18 e i 25 anni) che passano al loro adolescenza reclusi dietro a un pc, perché in molti casi non fanno neanche dello sport, non leggono libri, non si acculturano,non vanno più a scuola, non lavorano (se non saltuariamente). Insomma sonnecchiano, e “vivacchiano” rassegnati. I Neet (not in education, employement or training) stanno diventando una piaga sociale, perfino nell’alacre Giappone dove sono stati definiti “Hikikomori”, ovvero single parassiti!
E in Italia? Dall’ultima indagine Istat (rapporto annuale 2010) sono circa due milioni. E uno su quattro è donna. E’ forse tutto dovuto alla piaga mondiale della crisi che falcia milioni di lavoratori, oppure c’è dell’altro? Non è così per i Neet. Essi “scelgono” di non studiare, e lasciando gli studi superiori con il benestare o, forse, tra la rassegnazione dei genitori, che non si curano del perché i propri figli stiano tutto il giorno chiusi in camera a chattare con i loro amici. Il lavoro i Neet non lo hanno, perché non lo cercano. Sono i veri “bamboccioni” brunettiani. Non possono accedere a molti dei profili occupazionali esistenti perché questi ragazzi e ragazze sono sprovvisti di qualifiche. Spesso sono introversi, annoiati. Alcuni li si riconosce per capigliature bizzarre e stravaganti. Per il resto, sonnecchiano. Anche da svegli. Un Paese come il nostro con due milioni di sfaccendati non è un Paese in imminente pericolo. Perlomeno oggi. Non perché questi giovani, diseducati e illusi da telefilm e serie TV che descrivono storie di eterni teenager, vampiri fascinosi, coetanei spensierati, porteranno la vera crisi tra 10 o 15 anni, quando cioè saranno troppo vecchi anche per i lavori più umili, meno qualificati, e saranno anche poco maturi per potersene inventare di nuovi. Quando la loro unica forma di sostentamento (mamma e papà) verrà a mancare, saranno dei trentenni e dei quarantenni senza lavoro, alcuni senza una casa e tutti senza la prospettiva di una pensione, perché ancora giovani non hanno riflettuto sul fatto che 30 (anni) è la metà di 60…
Una pensione, ovvero un contributo esiguo, ma tutt’altro che inutile per sopravvivere quando non solo non si può più lavorare, ma non si possono fare da soli molte cose.

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