La comunicazione politica all’epoca dei social, tra disintermediazione e orizzontalità
5 Ottobre 2023 – 17:07 | Nessun commento

E’ fenomeno orami consolidato, da almeno 10 anni a questa parte, il direttissmo comunicativo permesso ai soggetti politici dai social networks. Da questo punto di vista è possibile parlare di un fenomeno di mediatizzazione della politica o webpolitics, che garantisce una diffusione ad una platea straordinariamente più ampia del messaggio politico.La mobile revolution ha reso poi i social media straordinariamente piu’ diffusi e pervasivi, garantendo inoltre l’immediatezza del messaggio politico.In un metaverso che vede archiviata… Read more

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L’ arte e la strada: storia (vera) di un mimo e del suo pubblico

Scritto da – 20 Novembre 2012 – 20:212 commenti

Ci siamo passati accanto migliaia di volte, l’ abbiamo osservato con scrupolo, incuriositi dal suo abito sgargiante e insolito, cercando di vedere chi si celasse sotto la maschera di trucco; abbiamo, poi, spostato il nostro sguardo sul timido barattolo ai suoi piedi e, alla fine, abbiamo proseguito borbottando, a volte, di essere stufi, marci, di tutta questa gente che chiede, sempre. Chi scrive confesserà di averne quasi avuto timore in certe occasioni, forse perché dello “strampalato”, si dubita sempre. La vita del mimo è diversa da come si è abituati a pensarla: in fin dei conti, che fatica farà un individuo, anche se travestito, a stare fermo in mezzo ad una piazza e a far “quattro moine” appena gli vengono rimpinguate le tasche? Non si considera mai quanto possa essere difficile il contatto così diretto con le persone.

Innanzitutto, è possibile al giorno d’ oggi trovare il maleducato che dà moneta solo per sbeffeggiare e, se anche non fosse questo il caso, molti altri fattori rendono la vita del mimo difficoltosa: gli eventi atmosferici, gli operatori addetti alla pulizia delle strade a causa dei quali si è costretti a “levar le tende”, le quantità inimmaginabili di uomini e donne con cui si fanno le file nei giorni di Natale, la difficoltà di rimanere nella medesima posizione per ore, tanto da essere necessario un accurato allenamento, e, non ultima, la concorrenza.

Infatti, dagli anni ’80, periodo di nascita di quest’ arte, fino ad oggi, coloro che “mimano” sono aumentati in modo incontrollato, tanto da poterne incontrare uno in ogni angolo importante d’ Italia e del mondo, da Firenze a Marrakech con picchi nelle ramblas di Barcellona e a Venezia. Questi artisti, quindi, sono spinti a creare personaggi sempre nuovi, fantasiosi, attinti dalle maschere della commedia dell’ arte ma anche della tradizione popolare e non. In merito a chi siano questi saltimbanchi la risposta potrebbe essere varia, però in prevalenza sono attori senza una voce da palcoscenico ma che possiedono quel gesto, quella posa. Figura, dunque, che gode di una “preparazione accademica” ma le cui esibizioni non sono destinate ad essere accolte nei grandi, enormi Teatri per il semplice fatto che non sono considerati dei grandi, enormi Artisti-da segnalare, però, il fatto che il loro precursore Marcel Marceau riuscì a diventare famoso per il “fabbricante di maschere” con soggetti composti solo da volto e gesti.

Ciò non toglie che il circuito teatrale ufficiale guardi ogni tanto a questo fenomeno: Maurizio Scaparro, regista e critico di teatro, ha dichiarato al Corriere della Sera (Sette, supplemento al Corriere della Sera, 3 Maggio 2012) “[…] [di osservare il fenomeno] con estrema attenzione per ricevere spunti anche per il [suo] lavoro in palcoscenico; poco o ricco che sia, il teatro ufficiale deve aprirsi alle intuizioni degli artisti di strada. Il Puck del Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare può benissimo essere uno di loro, lo dico pensando allo spettacolo che metterò in scena per il Teatro della Pergola di Firenze nel 2013 […]”.

Uscire dall’ anonimato è poco probabile, quando lo si voglia, perché in generale le scuole accreditate guardano con sospetto a questi personaggi, considerando la loro attività infima, ma anche semplicemente farsi notare a volte può diventare un problema: purtroppo, per i mimi, il rischio di essere assorbiti dal tessuto urbano è concreto, come per tante forme d’ arte, fra cui la street art o i cosìdetti “Madonnari” (coloro che disegnano con pastelli colorati icone mariane direttamente sul cemento), che sono pensate per l’ incontro in strada con il pubblico.

E’ vero anche che questo modo di approcciarsi alla creazione artistica ha un carattere eminentemente effimero: sono performance che, soprattutto a causa dei materiali utilizzati e perché al di fuori del contesto museale, sono destinate a esaurirsi nel momento in cui non attraggono più il pubblico; testimoniano, d’ altra parte, la volontà di un incontro senza barriere, valida alternativa ad Internet, luogo di espressione libera.

 

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