Milano, Palazzo Castiglioni
In un’epoca dalla sessualità volgare e urlata come la nostra, di certo non farebbe scandalo l’episodio del quale vi sto per parlare: vi chiedo quindi di far emergere in voi quella pudicizia pruriginosa da “sciuretta” milanese di primo Novecento. Il tutto comincia nel maggio 1904 quando viene inaugurato il bel palazzo Castiglioni al numero 47 di Corso Venezia. Progettato in stile liberty dall’architetto Giuseppe Sommaruga su commessa dell’industriale Ermenegildo Castiglioni, l’edificio presentava un ingresso incorniciato da due prospere e svestite statue femminili realizzate da Ernesto Bazzaro. I due morbidi nudi, allegorie della Pace e dell’Industria, erano intenti a sbirciare all’interno del palazzo andando inevitabilmente a dare le spalle ai passanti. Gli atteggiamenti discinti delle due suscitarono l’ironia e il sarcasmo dei meneghini che ribattezzarono il complesso “Ca’ di ciapp” (una parafrasi in italiano corrente sarebbe superflua!). Quando al brusio del popolino si unirono le voci scherzose dei giornali il povero Castiglioni dovette piegarsi a rimuovere le impudiche signorine. Dimenticate per anni in un magazzino polveroso, furono in seguito riutilizzate per un’entrata laterale di Villa Romeo Faccanoni (ora Clinica Columbus) in via Buonarroti 48. Che fine ingloriosa per questo bell’esempio di liberty milanese, sporco e obliato!
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