La comunicazione politica all’epoca dei social, tra disintermediazione e orizzontalità
5 Ottobre 2023 – 17:07 | Nessun commento

E’ fenomeno orami consolidato, da almeno 10 anni a questa parte, il direttissmo comunicativo permesso ai soggetti politici dai social networks. Da questo punto di vista è possibile parlare di un fenomeno di mediatizzazione della politica o webpolitics, che garantisce una diffusione ad una platea straordinariamente più ampia del messaggio politico.La mobile revolution ha reso poi i social media straordinariamente piu’ diffusi e pervasivi, garantendo inoltre l’immediatezza del messaggio politico.In un metaverso che vede archiviata… Read more

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Mujica, il Presidente necessario

Scritto da – 2 Aprile 2015 – 15:30Nessun commento

Presidentes_de_Latinoam_rica._MujicaJosé Alberto Mujica Cordano, più noto ai tanti come “Pepe”, ha lasciato il suo incarico di Presidente dell’Uruguay. Era stato eletto il 29 Novembre del 2009, dopo le concitate elezioni che videro la coalizione di sinistra Frente Amplio prevalere sul fronte conservatore. Ex guerrigliero Tupamaros, sarà ricordato probabilmente come uno dei personaggi più importanti del nostro secolo. Le sue riforme hanno cambiato l’Uruguay; il suo stile di vita ha fatto scalpore in tutto il mondo; le sue idee, hanno posto le basi per un futuro dell’America latina completamente diverso.

Si sbaglia, nonostante il suo passato rivoluzionario, chi vede in lui un Fidel Castro o un Chavez uruguayano. Nonostante i tredici anni di prigionia, dal 1972 al 1985, Mujica è un personaggio completamente diverso dai succitati. Nel libro di Walter Pernas, Comandante Facundo, vi sono pagine e pagine di descrizioni dettagliate di ciò che Mujica dovette sopportare in carcere. La dittatura di Bordaberry è stata una delle più sanguinarie dell’America Latina, nonostante pochi conoscano le vicende storiche legate a quel periodo. Quando nel 1985 Mujica venne liberato, il suo primo discorso fu sorprendente: davanti ai suoi compagni guerriglieri, ed al popolo riunitosi nella piazza principale di Montevideo, egli non pronunciò mai una parola di risentimento nei confronti della dittatura.

Ateo, in un paese cattolico; di sinistra, in un paese uscito da una dittatura militare di destra; rivoluzionario, di una rivoluzione persa; Mujica era tutto ciò, nel momento in cui col 53% dei voti ottenne la presidenza dell’Uruguay. Ma il potere non ha di certo cambiato il vecchio comandante tupamaro. Non a caso, uno dei suoi motti è <<Il potere non cambia le persone, mostra solo come sono veramente.>> Per questo oggi, vedendo ciò che ha fatto e come vive Pepe Mujica, noi sappiamo veramente chi è l’ex Presidente uruguayano.

Da quando è uscito dal carcere nel 1985, egli non ha mai cambiato casa. Vive a Rincòn del Cerro, in una casa a pochi passi dal mare, con il tetto di lamiera. La sua unica compagnia, è il fedele cane Manuela. E’ da questa catapecchia, che Mujica in questi sette anni ha cambiato il suo paese. L’Uruguay usciva da una situazione economica e sociale disastrosa. Le politiche neoliberiste dei passati governi conservatori avevano messo il paese in ginocchio. La disoccupazione era al massimo storico, ed oltre il 40% della popolazione viveva sotto la soglia di povertà. Oggi la disoccupazione è al 6,5%, e l’Uruguay è prima in quasi tutte le classifiche sull’America Latina legate all’istruzione ed all’integrazione.

La sua prima importante riforma, fu la revoca della legge di amnistia approvata anni prima, che proteggeva i militari di Bordaberry dalle atrocità commesse durante i dieci anni di dittatura, dal 1973 al 1983. Ciò permise di fare giustizia, in un continente dove sempre più di rado le dittature hanno pagato per i crimini commessi nel XX secolo. Nel 2012, l’Uruguay diviene l’unico paese dell’America Latina, insieme al Cuba di Fidel Castro, a legalizzare l’aborto. Oggi in Europa stiamo tornando indietro: la Spagna di Rajoy sta cercando in tutti i modi di rendere nuovamente illegale l’aborto, ed il Parlamento europeo non riesce a dare vita ad una legge sovranazionale che garantisca questo fondamentale diritto. Viceversa, l’Uruguay guarda avanti. Oggi l’interruzione di gravidanza è ammessa entro la dodicesima settimana.

Un anno dopo, nel 2013, il parlamento uruguayano, legalizza i matrimoni omosessuali. L’unico altro esempio nel continente è quello argentino. Si tratta di un cambio di direzione epocale per il paese. Nello stesso anno l’Uruguay diviene il primo paese al mondo a legalizzare la produzione, la vendita ed il consumo di marijuana per uso ricreativo. Fin dal suo insediamento, Mujica ha combattuto il narcotraffico, e dopo anni di dure lotte, è riuscito a far approvare questa incredibile riforma. Essa non è rivoluzionaria solamente per l’Uruguay, ma per il mondo intero. Molti paesi oggi hanno deciso di seguire l’esempio uruguayano, nonostante le Nazioni Unite si siano schierate contro tale riforma, poiché “viola le convenzioni internazionali sul controllo delle sostanze stupefacenti.”

Un’altra grande battaglia combattuta dal presidente Mujica, è stata la lotta all’austerity. Nonostante le spinte del FMI, il presidente uruguayano è sempre stato avverso a risollevare le redini del paese mediante misure di “rigore e sangue”, per usare termini a noi noti. Per l’ex guerrigliero tupamaro, la crisi si deve risolvere con misure socialiste e ponendo l’accento sulla “sobrietà”: <<Concetto ben diverso da austerità, termine che avete prostituito in Europa, tagliando tutto e lasciando la gente senza lavoro.>>

Dal 1° Marzo 2015, il nuovo Presidente dell’Uruguay è Tabarè Vazquez, membro anche lui della coalizione di sinistra Frente Amplio, ma proveniente dal partito socialista. Pepe Mujica è tornato al suo vecchio ruolo, ovvero quello di leader del Movimento di partecipazione popolare Tupamaros. Le differenze tra i due sono notevoli. Vazquez è molto più moderato del suo predecessore e da sempre è contrario sia alla legalizzazione della marijuana, sia al riconoscimento dello Stato palestinese; due grandi cavalli di battaglia di Mujica. Vedremo come cambierà l’Uruguay, ma nel frattempo, non possiamo non accorgerci di aver vissuto insieme ad uno degli uomini più importanti del nostro secolo. Grazie Presidente, che le sue riforme ed il suo stile di vita siano da esempio al mondo intero.

Francesco Carta


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