Piazza Affari, quando un aperitivo diventa protesta
Al centro della Piazza vi è il “dito medio di Cattelan” illuminato da fari colorati. Una band suona musica Jazz, i ragazzi ballano, bevono litri di birra e fumano. Quello che può sembrare un aperitivo come tanti nella piazza antistante al Duomo della propria città è qualcosa di più. Una protesta silenziosa dei tanti ragazzi, milanesi e non, che vogliono riappropriarsi di un luogo di ritrovo, almeno il giovedì sera. Alla mattina serietà, numeri, giacche e cravatte, alla sera: libertà. Libertà dalla società che punta tutto sulla crescita economica e dimentica i propri figli, che preferiscono ballare a piedi nudi sull’asfalto piuttosto che cadere nel delirio di onnipotenza del mercato finanziario. La maggior parte degli astanti alla festa in Piazza Affari è costituita da studenti universitari, i futuri medici, avvocati, manager, commercialisti di domani. Siamo di fronte ad una contraddizione di senso? Io credo di no. Il concetto di homo oeconomicus, pronto a massimizzare i propri interessi, razionale e teso unicamente dentro se stesso ha già prodotto troppi danni nella società occidentale. Imparare a condividere e ad aprirsi all’altro è il primo passo verso un nuovo inizio dal punto di vista sociale, politico e culturale. Jim Morrison cantava: “Noi giovani siamo troppo violenti, magari un po’ fuori di testa, ma l’unica cosa che ci differenzia dagli altri: è che loro ragionano col cervello, noi gente pazza ragioniamo col cuore.” Sarà così ogni giovedì di Maggio, dalle 18.30 a mezzanotte. Protagonista assoluta è la voglia di rivendicare il proprio diritto al divertimento. Si conoscono tante persone durante questi eventi, si condividono pezzi di vita e si impara a stare tra la gente. Piazza affari, almeno per questo mese, può anche cambiare nome. È la piazza dei giovani.
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