L’università dei furbi: come si impara a mentire per prepararsi alla vita
La futura classe dirigente si prepara nelle università. E si prepara nel modo migliore, secondo retti principi e valori: cifre e percentuali parlano chiaro, una quantità imbarazzante di borse di studio e agevolazioni messe a disposizione dagli Atenei italiani vengono erogate a persone che hanno dichiarato redditi più bassi del vero pur di ottenerle. Eclatante il caso di Roma, dove il 62% degli studenti beneficiari di agevolazioni controllati ha dichiarato il falso. I controlli fiscali eseguiti in varie università italiane hanno permesso di recuperare 700 mila euro a Torino, 400 mila a Palermo, 300 mila a Genova. Negli Atenei toscani circa il 7% degli studenti dichiara redditi inferiori, mentre a Padova 1 studente controllato su 4 risultava irregolare. E così via.
Chi saranno dunque i professori, gli educatori, i dirigenti di domani? Nelle mani di quali giudici e avvocati ci rimetteremo? È facile accusare la classe dirigente di oggi e rimproverare le sue mancanze, ma la prossima non si promette diversa. I giovani, quelli che negli slogan gridati a voce più alta hanno voglia di cambiare questo mondo corrotto, quelli che puntano il dito contro il passato e pretendono un futuro migliore, proprio loro dimostrano di essere perfettamente inseriti nel sistema così come si presenta. Sono ingranaggi nuovi e ben oliati di una macchina che gira in tondo, e torna a schiacciare sempre i soliti: pubbliche istituzioni come l’Università, ormai private di dignità da questi personaggi, e soprattutto i più deboli, coloro che davvero avrebbero bisogno di sussidi e invece non li ottengono e non li otterranno, perché i loro compagni e colleghi più forti hanno già imparato a calpestarli.
Per chi sarà peggiore il futuro? Per gli studenti in difficoltà, che vengono lasciati senza aiuto fin dall’università a causa degli scarsi scrupoli di coscienza degli altri? Per quelli che non ce la faranno, magari molleranno perché non riusciranno a lavorare e studiare e mantenersi? O per gli altri, quelli che nemmeno a vent’anni credono in qualcosa e già pensano a prevaricare, a accaparrarsi l’accaparrabile, a schiacciare? “A vent’anni si è stupidi davvero, quante balle si ha in testa a quell’età” canta Guccini. Ma qui in testa non si hanno balle, bensì chiari e spietati principi, gli stessi che animano l’incorruttibile classe dirigente italiana.
E allora fa ridere, quando negli Atenei di Milano si vedono proteste e accuse contro il governo, contro le banche, contro la Chiesa, contro tutto. Perché quelli con cui bisognerebbe prendersela non sono seduti su comode poltrone, ma girano per i corridoi dell’università, siedono alla mensa, a volte magari vanno anche a lezione. E intanto imparano a fregare. Adesso si può anche protestare contro chi è già arrivato, ma tra qualche anno sarà di nuovo tutto da capo, perché arriveranno nuovi politici e dirigenti che avranno imparato a fare esattamente le stesse cose.
Perché non c’è reale differenza tra barare sul reddito per ottenere agevolazioni che non ti spettano e evadere le tasse e frodare il fisco. C’è alla base la stessa impostazione mentale, la stessa assenza di scrupoli. È l’idea che si possa fare i furbi non appena se ne ha la possibilità, che non importa ciò che è giusto ma ciò che può passarla liscia. Chi oggi mente sulla dichiarazione ISEEU per impossessarsi delle borse di studio perché domani non potrebbe commettere infrazioni fiscali ben più importanti, se solo ne vedesse la possibilità?
Dove sono, i famosi sogni dei vent’anni? Qui, tra persone che dovranno faticare sempre più perché non possono avere quello che spetta loro, e altre che rubano, e altre che se la prendono con fantasmi lontani e non si accorgono di quelli che hanno ben più vicino. I nostri vent’anni non sono fatti di sogni, ma di ombre e disillusione. E non è una disillusione che viene solo dall’alto, dalla crisi. Non è solo il particolare momento che stiamo attraversando. È l’idea che nulla sarà veramente diverso a opprimerci, perché proprio quelle persone che potrebbero cambiare il futuro non hanno la minima intenzione di farlo.
[…] La futura classe dirigente si prepara nelle università. E si prepara nel modo migliore, secondo retti principi e valori: cifre e percentuali parlano chiaro, una quantità imbarazzante di borse di studio e agevolazioni messe a disposizione dagli Atenei italiani vengono erogate a persone che hanno dichiarato redditi più bassi del vero pur di ottenerle. Eclatante il caso di Roma, dove il 62% degli studenti beneficiari di agevolazioni controllati ha dichiarato il falso. I controlli fiscali eseguiti in varie università italiane hanno permesso. […] Leggi l'articolo completo su Orizzonte Universitario […]