La comunicazione politica all’epoca dei social, tra disintermediazione e orizzontalità
5 Ottobre 2023 – 17:07 | Nessun commento

E’ fenomeno orami consolidato, da almeno 10 anni a questa parte, il direttissmo comunicativo permesso ai soggetti politici dai social networks. Da questo punto di vista è possibile parlare di un fenomeno di mediatizzazione della politica o webpolitics, che garantisce una diffusione ad una platea straordinariamente più ampia del messaggio politico.La mobile revolution ha reso poi i social media straordinariamente piu’ diffusi e pervasivi, garantendo inoltre l’immediatezza del messaggio politico.In un metaverso che vede archiviata… Read more

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Aumentano le tasse sulle borse di studio

Scritto da – 22 Febbraio 2012 – 17:47Un commento

Apprendiamo dall’analisi dell’ultima bozza di decreto legge sul diritto allo studio approvata dal precedente governo, che in questi giorni dovrà essere discussa alla camera, che sarà aumenta la tassa per il diritto allo studio sul territorio nazionale. Il Governo precedente e l’attuale ministro Profumo hanno infatti intenzione di scaricare sugli studenti il peso del finanziamento per le borse di studio, l’anno prossimo infatti la tassa per il diritto allo studio varierà tra un minimo di 120 euro – solo per gli studenti che riceveranno la borsa – ad un massimo di 200 euro, oggi solo in 3 regioni (Piemonte, Liguria, Calabria) sono presenti tasse superiori ai 120 euro, mentre in tutte le altre regioni i valori sono ben più bassi (in Puglia, 77,47 euro). Invece di finanziare il diritto allo studio pesantemente tagliato negli ultimi anni, si preferisce alzare le tasse agli studenti creando delle forti differenze tra le regioni, alcune delle quali saranno costrette ulteriori soldi agli studenti (che negli ultimi anni hanno registrato costanti aumenti tasse a fronte delle riduzioni del Fondo di Funzionamento ordinario), aumentando così le disuguaglianze e non permettendo una reale mobilità studentesca.

Il decreto sul diritto allo studio non è però l’unico uscito in queste settimane, recentemente il governo ha anche approvato una bozza di decreto sull’accreditamento dei corsi di laurea e delle sedi, che prevede la possibilità per l’Anvur (agenzia nazionale per la valutazione dell’università e della ricerca) di chiudere le sedi e i corsi che non rispetteranno i necessari criteri di merito.

Inoltre nel nuovo decreto per il reclutamento negli atenei si prevede di modificare il limite del 90% tra assegni fissi (stipendi) e Ffo (fondo di finanziamento ordinario) sforato il quale agli atenei non era permesso di assumere, abbassandolo all’80% e modificando l’indicatore calcolando quindi il rapporto tra assegni fissi e Ffo + tasse universitarie, gli atenei che vorranno assumere saranno quindi necessariamente costretti ad alzare le tasse agli studenti.

Proprio alla vigilia delle recenti dichiarazioni del ministro, che sottolineava come non fossero previsti ulteriori tagli ai finanziamenti per l’anno prossimo si svela il trucco del governo, infatti non si diminuiscono i fondi ma si alzano le tasse e si costringono gli atenei a fare lo stesso.

Il nuovo esecutivo si rivela anche peggiore di quello precedente, continua l’attuazione della riforma Gelmini senza parlare con nessuno, diversamente da quanto dichiarava ieri il ministro Profumo, e aumenta le tasse agli studenti sul diritto allo studio e all’iscrizione e regalando all’Anvur dei poteri assoluti.

Si costruisce così un un’università sempre più d’elité e sempre meno democratica, se si continuerà su questa strada il governo deve sapere che troverà gli studenti nelle piazze pronti a difendere il diritto allo studio e l’università pubblica.

LINK Bari – sindacato studentesco universitario

 

 

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