La comunicazione politica all’epoca dei social, tra disintermediazione e orizzontalità
5 Ottobre 2023 – 17:07 | Nessun commento

E’ fenomeno orami consolidato, da almeno 10 anni a questa parte, il direttissmo comunicativo permesso ai soggetti politici dai social networks. Da questo punto di vista è possibile parlare di un fenomeno di mediatizzazione della politica o webpolitics, che garantisce una diffusione ad una platea straordinariamente più ampia del messaggio politico.La mobile revolution ha reso poi i social media straordinariamente piu’ diffusi e pervasivi, garantendo inoltre l’immediatezza del messaggio politico.In un metaverso che vede archiviata… Read more

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Il Cavaliere (oscuro) vola al cinema

Scritto da – 2 Ottobre 2012 – 16:183 commenti

Tutti i bambini hanno avuto un eroe a cui ispirarsi. C’è chi lo trova in un astronauta, perché è riuscito veramente a toccare il cielo. Chi lo riconosce in un vigile del fuoco, perché forte e coraggioso. C’è chi sogna un principe azzurro e un drago da cui farsi salvare. Ci sono anche bambini che trovano il loro mentore in un personaggio di un cartone, di un videogioco, di un libro o di un fumetto. Alcuni sognano di vedere il mondo come Phileas Fogg, altri di affrontare posti misteriosi come Lara Croft. Alcuni però sognano di diventare dei super eroi. Io sognavo d’essere Batman. Un super eroe vero, il cui potere consiste solo nell’avere armi all’avanguardia. Un eroe che non vuole uccidere mai, un simbolo di giustizia per la sua città, invasa dalla corruzione e la criminalità. Un eroe dietro cui si nasconde un miliardario, potente e donnaiolo, Bruce Wayne, che decide di indossare una maschera per allontanare i sospetti su di lui e proteggere le persone che ama ma la vera maschera non è Batman ma Bruce Wayne. Ad attirare l’attenzione di questo personaggio da parte degli ammiratori è l’assenza di super poteri, i suoi nemici circondati da magia, fantasia e realtà, il suo passato tormentato e burrascoso: tutti elementi carichi di suspense e pronti ad accendere la fantasia di tutti, grandi e piccoli.

Come altri eroi, Batman ha avuto una lunga serie di riproduzioni cinematografiche, dirette da registi come Burton e Schumacher. Nel 2005 un altro regista decide di produrre un film basato sull’uomo pipistrello, partendo dalle origini per cui l’eroe mascherato sceglie di indossare il mantello: così Christopher Nolan produce Batman begins. Il successo porta il poliedrico regista inglese a produrre altre due capitoli, l’ultimo dei quali uscito lo scorso 29 agosto: Il cavaliere oscuro – il ritorno.

La trama è semplice. Batman, assente da otto anni, decide di ritornare perché la città ha nuovamente bisogno di lui. La minaccia è Bane, un terrorista mascherato abile e dotato di una forza sovrumana determinato a far cadere le gerarchie di Gotham City, rubando un’arma nucleare e minacciando le autorità di farla esplodere se qualcuno dovesse tentare di rovinare i suoi piani. Il risultato è una città in preda all’anarchia e al terrore, sottomessa alla volontà del misterioso dittatore. Batman però non sarà solo questa volta. Ad aiutarlo saranno il commissario James Gordon, l’agente di polizia John Blake, una donna d’affari, che nasconde un terribile segreto, e Selina Kyle, abile ladra pronta a tutto pur di poter ricominciare da zero.

Chi conosce il modus-operandi di Nolan, sa bene che è un regista attento e meticoloso. I personaggi devono ben rappresentare i propri stati d’animo e i loro ruoli. Il cast è sempre di prim’ordine: citando solo i nuovi arrivati, troviamo l’Oscar Marion Cotillard, Anne Hathaway e Tom Hardy.

Gli effetti speciali devono essere potenti e sbalorditivi, ma non eccessivi. Nolan ci presenta ancora una volta un Batman del tutto personale, in una Gotham sempre più realistica. L’abilità del regista, grazie ai flashback dei film precedenti, è paragonabile a quella di un ragno: ci mostra una magnifica tela, che già agli inizi era prestabilita. Nessuna battuta, nessun personaggio, nessuna emozione è stata inserita superficialmente. Tutti sappiamo quanto Nolan segua percorsi originali, a volte ripetendosi: è facile vedere nei flashback un rimando al suo Inception. Per evitare ripetizioni, con la conseguenza di stancare il pubblico, Nolan questa volta non dà speranza di un altro capitolo della saga: il finale, anche questo molto personalizzato, non lascia dubbi.

Escludendo il “massacro di Aurora”, avvenuto a Danver durante l’anteprima, il film ha ottenuto un buon successo al botteghino. Il pubblico, tuttavia, smanioso di vedere il terzo capitolo, ha ammesso più di una volta di aver preferito il secondo: non perché Il ritorno fosse piatto o deludente, ma perché per alcuni aspetti ha ricordato il precedente. In una trilogia, il pubblico si aspetta un climax ascendente: il primo film dev’essere “buono”, il secondo “buonissimo”, il terzo “eccellente”. Ciò non è avvenuto. Batman nel secondo film ha affrontato Joker, squilibrato, senza confini, nemesi perfetta dell’uomo pipistrello; il loro scontro non ha un finale preciso, quasi i due fossero destinati a combattersi in eterno. Lo scontro con Bane, invece, ha una fine chiara, dove il forzuto terrorista si dimostra tutt’altro che invulnerabile e potente: è solo una pedina nella scacchiera di un altro più scaltro giocatore. Non è, quindi, il degno antagonista di un film che dovrebbe superare i precedenti. L’evoluzione non è stata portata perfettamente a termine. In sintesi:

Il Cavaliere oscuro? Bellissimo!

Il cavaliere oscuro- il ritorno? Bello!

Nulla di meno, nulla di più.

 

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3 commenti »

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