La comunicazione politica all’epoca dei social, tra disintermediazione e orizzontalità
5 Ottobre 2023 – 17:07 | Nessun commento

E’ fenomeno orami consolidato, da almeno 10 anni a questa parte, il direttissmo comunicativo permesso ai soggetti politici dai social networks. Da questo punto di vista è possibile parlare di un fenomeno di mediatizzazione della politica o webpolitics, che garantisce una diffusione ad una platea straordinariamente più ampia del messaggio politico.La mobile revolution ha reso poi i social media straordinariamente piu’ diffusi e pervasivi, garantendo inoltre l’immediatezza del messaggio politico.In un metaverso che vede archiviata… Read more

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Draghi in Cattolica: una fastosa apertura dell’anno accademico

Scritto da – 10 Novembre 2015 – 18:44Nessun commento

Draghi says ECB will intensify plan if necessaryL’inaugurazione dell’anno accademico è un momento fondamentale nella vita di ogni università; si traccia un bilancio complessivo degli obiettivi raggiunti nell’anno appena concluso e si pianificano le migliorie in programma per quello a venire. Quest’anno l’Università Cattolica ha deciso di fregiarsi della presenza di un illustre ospite per iniziare al meglio; il 5 novembre, infatti, il Presidente della Banca Centrale Europa, il Professor Mario Draghi, ha tenuto la sua prolusione subito dopo quella del Rettore Franco Anelli e del cardinale Angelo Scola. Il contesto in cui è avvenuto il discorso di una figura così autorevole in campo economico, in uno momento di snodo cruciale come quello che stiamo vivendo attualmente, non poteva certamente non tener presente in modo particolare la condizione degli studenti e dei giovani in generale, e così infatti è stato. Draghi ha aperto l’intervento ricordando come la vita dei giovani sia stata fortemente segnata dalla crisi che ha avuto inizio nel 2008, come essi si sono dovuti confrontare con uno scenario difficile che molte generazioni prima di loro non hanno dovuto sperimentare. Ha avuto anche parole timidamente ottimistiche sul futuro, affermando la graduale emersione dell’eurozona dalle difficoltà che l’hanno attanagliata. Sottolineando come il tasso di disoccupazione sia arrivato nel recente passato a livelli allarmanti e addirittura inaccettabili, in particolar modo per quanto concerne le fasce di età più basse e a rischio, Draghi si è rammaricato del fatto che siano proprio coloro che debbano entrare per la prima volta nel mondo del lavoro a pagare le conseguenze degli evidenti squilibri che si erano accumulati negli anni passati, dovuti a gravi errori delle politiche economiche degli Stati sovrani a cui si aggiungono le manchevolezze dell’architettura istituzionale europea.

Il presidente della BCE è poi passato a illustrare come si è adoperata e quali saranno in futuro gli interventi dell’organo di Francoforte per ripristinare la fiducia e la solidità della moneta comune agli stati dell’Unione. Negli ultimi anni sono state affrontate sfide significative e sono stati disposti interventi senza precedenti sia per carattere che per dimensione e numero al fine di sventare i rischi che corrodevano l’integrità della moneta; ciò sia nel tempo, avendo riguardo alla stabilità dei prezzi, che nello spazio, con particolare riferimento a quegli stati che hanno manifestato dubbi sulla loro permanenza nell’Eurozona. Gli interventi principali che sono stati attuati sono stati l’acquisto di una ingentissima quantità di titoli di stato dei Paesi a rischio e l’erogazione di liquidità di emergenza alle banche, prime tra tutte quelle elleniche. Una cruciale condizione posta dalla BCE per autorizzare questi prestiti è stata che le banche beneficiarie, per usufruire di credito a lungo termine ad un tasso molto vantaggioso, avrebbero dovuto aumentare il proprio tasso di credito erogato a famiglie e imprese a ritmi molto più sostenuti che in passato. Sono stati stanziati poco meno di 400 miliardi di euro per agevolare la ripresa, ma questa ha tardato ad arrivare nonostante gli sforzi; attualmente la stabilità della moneta è debole, e il quadro macroeconomico risulta sicuramente incerto.

Alcuni hanno criticato l’operato della Banca centrale nel voler comunque continuare a sovvenzionare uno Stato apparentemente senza speranza come la Grecia, ma Draghi ha rivendicato con forza le decisioni prese. Nel caso fosse stato deciso di bloccare il sovvenzionamento delle banche greche, ciò avrebbe avuto implicazioni che avrebbero contraddetto drasticamente i principi che si trovano alla base della Costituzione della BCE stessa e avrebbero distrutto l’integrità della moneta a discapito di tutto il Continente, per non pensare alle ripercussioni a livello mondiale. Il fallimento “pilotato” della Grecia avrebbe avuto come conseguenza la sua fuoriuscita dall’Eurogruppo, conseguenza drammatica e giuridicamente incompatibile con gli assetti del Trattato sui cui si fonda la Banca centrale medesima.

Citando John Kenneth Galbraith, secondo cui “Quando la moneta è cattiva la gente richiede una moneta migliore, quando la moneta è buona la gente pensa ad altro”, Draghi ha concluso il suo decisivo intervento evidenziando come la stabilità economica è una condizione solo necessaria, non sufficiente, per la prosperità dell’economica europea, auspicando che famiglie ed imprese possano tornare a non curarsi dei problemi legati alla moneta ma solo a ciò che più compete loro, cioè lavorare, risparmiare, investire e innovare. Ha poi invitato gli Stati membri alla creazione di un Patto che rafforzi l’architettura costituzionale dell’area-euro. Essi devono essere consapevoli della loro forza intrinseca di essere in grado di riprendere la crescita, e il viaggio che devono compiere assieme deve basarsi su una forte determinazione nell’attivare tutte le riforme necessarie affinché si possa costruire un’Unione stabile, dove la somma totale sia maggiore delle sue parti.

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