La centrale elettrica di Santa Radegonda
Milano può vantare un record tecnologico particolare: è qui che negli anni ‘80 dell’Ottocento nasce la prima centrale termoelettrica non solo italiana, ma dell’Europa continentale! Dove ora campeggiano le vetrine modaiole della Rinascente, una volta sorgeva la centrale con i suoi profili in cotto genuinamente lombardo. La piccola area compresa fra le vie Santa Radegonda e Agnello, vicina al fianco sinistro del Duomo, tra 1882 e 1883 venne sgombrata dai locali del teatro di Santa Radegonda, che a sua volta era stato costruito al posto di un ex monastero di monache. L’edificio della Centrale accoglieva al primo piano le caldaie a carbone e al piano terra le macchine alternative a vapore e le dinamo. La potenza elettrica delle quattro dinamo installate (circa 350 kW complessivi, quanto bastava per accendere 4800 lampade ad incandescenza) era modesta ai nostri occhi, ma cospicua per il tempo. L’energia elettrica prodotta era in corrente continua e veniva distribuita tramite conduttori interrati in una piccola area compresa fra piazza del Duomo, piazza della Scala e la Galleria. La vita dell’impianto di via Santa Radegonda si consumò in un lasso di tempo piuttosto breve in quanto vi erano forti limiti nella trasmissione della corrente ad aree diverse da quelle centrali. Già nel 1926 gli impianti di via Santa Radegonda furono di fatti demoliti. In ogni modo questo primato milanese è oggi ricordato di una lapide commemorativa, realizzata in occasione del centenario della costruzione.
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